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Svezzamento vegano, si può?

Le scelte alimentari di oggi sono le più varie e non mancano le famiglie che osservano principi vegetariani o vegani, estendendoli anche ai loro bimbi più piccoli. La dottoressa Sabina Kiebacher ci spiega quali sono le regole da osservare a tavola per non pregiudicare il corretto sviluppo del bambino

Alcuni genitori scelgono non solo per sé, ma anche per i propri figli, un regime alimentare vegetariano o vegano. A volte, fin dallo svezzamento.

La dottoressa Sabina Kiebacher, biologa nutrizionista presso la clinica Villa Sant’Anna di Merano, risponde alle nostre domande in merito a questa pratica.

La dottoressa Sabina Kiebacher, biologa nutrizionista presso la clinica Villa Sant’Anna di Merano

Dottoressa, è sano introdurre un regime alimentare vegetariano o vegano con bambini così piccoli?

La dieta vegana, purché sia applicata in modo corretto e consapevole, è sana per giovani adulti ed adulti e aiuta a prevenire malattie diffuse nel mondo di oggi, quali l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari. Quando parliamo di bambini molto piccoli, intorno ai 7 mesi, che è l’età a cui di solito si comincia lo svezzamento, bisogna stare ancora più attenti per evitare carenze che potrebbero perfino compromettere il corretto sviluppo del bambino o provocare conseguenze serie sulla salute. La chiave di tutto è la corretta pianificazione della dieta, l’equilibrio dei nutrienti e l’inclusione di tutti i gruppi alimentari di origine vegetale, quali cereali, legumi, verdura, frutta a guscio, semi oleosi e olii vegetali, frutta e l’integrazione di nutrienti essenziali attraverso integratori. Infine, proprio per non correre rischi, è fondamentale farsi seguire da un professionista della nutrizione come un dietologo, un biologo nutrizionista o un dietista che sappia determinare le giuste quantità ed insegnarci le combinazioni corrette, ad esempio per mixare nel modo giusto legumi e cereali al fine di aumentare il valore biologico delle proteine.

Quali sono le carenze a cui si potrebbe andare incontro e cosa bisogna fare per evitarlo?

Le analisi del sangue per verificare che non ci siano carenze devono essere regolari. Le deficienze più comuni tra chi segue la dieta vegana sono quelle di alcuni minerali (calcio, ferro, iodio e zinco), vitamine (vitamine del gruppo B, vitamina D), acidi grassi saturi (DHA, Omega 3) e aminoacidi essenziali. Va da sé come carenze di questo tipo possano mettere a rischio lo sviluppo del bambino. Per evitarle, oltre a seguire una dieta non restrittiva, è necessario integrare con i supplementi dietetici le vitamine B12 e D e gli Omega 3. In particolare, per i più piccoli, questi integratori devono essere indicati dal pediatra.  Calcio, ferro, zinco e iodio si possono invece assumere tramite le preparazioni alimentari utilizzando alimenti arricchiti: esistono, ad esempio, in commercio farine per pappe arricchite con ferro e calcio. Inoltre, per migliorare l’assorbimento del ferro contenuto nelle verdure e nei legumi si può aggiungere al cibo del succo di limone o di arancia. Ancora, il calcio si può assumere in modo naturale consumando verdure a foglia verde, mandorle e sesamo.

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Ha citato l’importanza dell’inclusione di tutti i gruppi alimentari “consentiti”. Ci fa qualche esempio?

Proprio perché il principio di partenza è l’esclusione di molti alimenti – tutti quelli di origine animale – la dieta deve essere il più varia e ampia possibile. Sono assolutamente da evitare le derive estreme del veganismo, come il crudismo.

Nella dieta di tutti i giorni è importante includere tutti i legumi, quindi fagioli, lenticchie, fave, ceci, piselli, soia e derivati come tofu e yogurt naturale di soia – questi ultimi da acquistare sempre biologici. L’indicazione importante per i genitori è che i legumi vanno sempre scelti decorticati o sbucciati e serviti come passata. Questo perché troppe fibre nel primo anno di età possono causare disturbi digestivi, ridurre l’assorbimento dei nutrienti e indurre il senso di sazietà troppo presto. Quindi, nel peggiore dei casi, possono ostacolare la crescita del bambino.

Sono da includere anche i semi oleosi e oli vegetali di alta qualità, come l’extravergine di oliva e quello di lino, da utilizzare solo a crudo. Per quanto riguarda la frutta a guscio, in commercio è disponibile anche in forma di crema: la consistenza giusta per i bambini nell’età dello svezzamento. Il fabbisogno nutrizionale in termini di grassi di chi segue una dieta vegana non viene evidentemente coperto dagli alimenti di origine animale e richiede quindi l’introduzione di una quota di grassi vegetali maggiore.

Non vanno invece assolutamente introdotti i latti vegetali per i bimbi piccoli: è consigliabile allattare il bambino fino all’anno di età e oltre, se possibile, oppure utilizzare latte in formula. A questa età il latte materno o di formula è ancora la fonte di nutrimento primaria per i bambini, ed eliminandolo si andrebbe incontro a carenze davvero gravi.

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Nello svezzamento vegano quali alimenti vanno introdotti per primi?

Consiglio di introdurre un alimento nuovo alla volta, ogni 3-5 giorni. Questo ritmo serve per allenare il palato a sapori nuovi, favorire una corretta digestione e per evitare il più possibile intolleranze. Si può partire con cereali senza glutine come riso, amaranto o miglio, oppure con verdura o poca frutta dolce in forma di polpa. I cereali vanno preparati inizialmente in forma di crema di farina insieme ad un brodo di verdure filtrato e senza sale aggiunto. I cereali, dopo il latte materno o di formula, appresentano la base dell’alimentazione dei bambini piccoli. Per non introdurre troppe fibre, nei primi mesi vanno scelti non integrali. I cereali contenenti glutine possono essere inseriti dal quarto mese dello svezzamento. Non tutti i cibi vanno introdotti subito: carciofi, cavoli, patate, cipolle, aglio e pomodoro, ad esempio, andrebbero proposti dopo il primo anno di età perché contengono molte fibre.

Lo svezzamento vegetariano è meno rischioso in quanto a carenze?

L’esclusione dei gruppi alimentari è ridotta rispetto a quello vegano, perché si eliminano solo carne e pesce, quindi direi di sì. Ma anche in questo caso farsi seguire da un professionista, essere molto informati e pianificare con cura i pasti è imprescindibile, perché, ad esempio, la vitamina B12, il ferro e gli Omega 3 possono essere carenti. Anche con la scelta vegetariana è molto importante sottoporsi regolarmente alle analisi del sangue per verificare che non ci siano deficit.  

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La pratica di introdurre una dieta vegana o vegetariana è comune? E potrebbe andare bene per tutti?

Direi che questo tipo di svezzamento ad oggi è poco praticato. C’è un diffuso timore legato ad episodi di cronaca che hanno visto protagonisti bambini vittime di carenze gravissime e gli esperti nutrizionisti hanno a lungo sconsigliato questa pratica. Tuttavia, se si è ben seguiti ed informati, è possibile percorrere questa strada, anche se non è consigliabile per tutti. Ad esempio, è da evitare se il bimbo è soggetto ad allergie o intolleranze perché la restrizione alimentare, come abbiamo avuto modo di dire, non è compatibile con questi regimi alimentari. La scelta dello svezzamento vegano o vegetariano non è adatta nemmeno a bambini nati prematuri o con problemi di crescita strutturale, con patologie e, naturalmente, se la famiglia non è in grado di pianificare a dovere la dieta.

Dottoressa Kiebacher, ci dà qualche ultimo consiglio per orientare meglio le nostre scelte?

Come dicevo, la dieta vegana o vegetariana non possono subire ulteriori restrizioni. Quindi se per caso il bambino si rifiuta di mangiare alcuni alimenti, come la frutta a guscio o i legumi, va bene provare a proporli in altra consistenza, ad esempio preparando delle polpette di ceci o un ragù di lenticchie, ma se non abbiamo successo, arriva il momento di introdurre gli alimenti di origine animale per evitare le carenze legate ad una dieta restrittiva.

Dal momento che un regime alimentare vegetale può essere introdotto in qualsiasi momento, consiglierei, con i bambini molto piccoli, di attenersi piuttosto alla piramide alimentare mediterranea che prevede pochissima carne e dolci, molti legumi, frutta a guscio, verdura e cereali integrali – questi ultimi dopo il primo anno di vita. In questo modo non si rischia di pregiudicare il corretto accrescimento e si dà la possibilità ai bambini, diventati ragazzi, intorno ai 18 anni, di scegliere da soli quale direzione prendere.

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