L’esperto, ”Carne? Al massimo mezzo kg la settimana”
Lo stile di vita mediterraneo e la dieta pesco-vegetariana come elisir di lunga vita. La carne si dovrebbe consumare nella misura massimo di 500 grammi a settimana, inclusi 50 grammi di salumi
“L’uomo è onnivoro. Punto. Su questo vorrei fugare subito qualsiasi dubbio. Siamo nati per poter sopravvivere in ogni situazione, a differenza di carnivori ed erbivori che non hanno una scelta così vasta. Ciò però non significa che possiamo ignorare varietà e quantità: da come ci nutriamo dipende il rischio di malattia.”
Esordisce così il professor Lucio Lucchin, ex Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Dietetica e Nutrizione Clinica del Comprensorio Sanitario di Bolzano, alle prime battute di una lunga chiacchierata su dieta onnivora, vegetariana e vegana. Dopo l’abbuffata di documentari a sfondo dietologico offerti nel menù delle più importanti piattaforme di streaming video e audio, ci imponiamo un pezzo detox, in cui capire sotto la guida di un vero esperto quale regime dovremmo scegliere per il bene della nostra salute e come orientarci per non confondere gli ultimi trend con gli ultimi studi.
SENZA ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE E’ NECESSARIO PRENDERE INTEGRATORI
“Facciamo prima di tutto un po’ di chiarezza sulle categorie: ci sono i latto-ovo-vegetariani, i pesco-vegetariani, poi i vegani, i fruttariani, i crudisti ed ancora altri sottoinsiemi. Dobbiamo ricordare che il nostro apparato è strutturato per essere onnivoro; quindi, allontanarsi da questo sistema in maniera più o meno radicale ci porta incontro a carenze. Dobbiamo adottare una alimentazione completa, che soddisfi il fabbisogno di tutti i nutrienti che ci servono.”
Ma come la mettiamo con le malattie? L’OMS ci dice da quasi dieci anni che la carne e gli insaccati sono cancerogeni. Lucchin: “La frequenza di consumo e la quantità delle porzioni sono fondamentali. Gli studi indicano che se mangio più di 4-500 grammi di carne a settimana (si parla di soggetti adulti ndr) il mio rischio di contrarre alcuni tipi di tumore e di malattie cardiovascolari, aumenta. Il che non significa, tra l’altro, che mi ammalerò sicuramente, anche perché l’epidemiologia nutrizionale dà indicazioni ma non è perfetta. Dobbiamo però essere consapevoli delle linee guida e per la carne, come per gli zuccheri e l’alcol, ognuno deve scegliere per sé stesso se il rischio vale la pena di essere corso o no.”
E’ LA DIETA PESCO-VEGETARIANA A DARE PIU’ GARANZIE
Procedendo a ritroso nel discorso dell’OMS riportato da Lucchin, possiamo dedurre che diminuire il consumo di carne a 500 grammi a settimana -inclusi i salumi che dovrebbero essere consumati nella misura massima di 50 gr a settimana- ci regalerebbe importanti benefici a livello di salute e ridurrebbe il rischio di malattia, anche se non possiamo abbatterlo del tutto.
E allora, chiediamo al prof Lucchin, esiste una vera e propria ricetta per vivere più a lungo? “Secondo l’epidemiologia lo stile che ci dà migliori probabilità è quello mediterraneo, combinato con la dieta pesco-vegetariana.”
LO STILE DI VITA MEDITERRANEO
La scelta vegana, cui spesso oggi i giovani sono inclini data la grande preoccupazione per la perdita di biodiversità ed il cambiamento climatico in atto, è da prendere solo per motivi etici. E questo semplicemente perché il nostro organismo è onnivoro e va incontro a gravi carenze se privato di nutrienti fondamentali. Lucchin: “Se si fa quel tipo di scelta alimentare, bisogna intervenire oltre il cibo. La dieta vegana può essere rispettata mantenendosi in buona salute, ma c’è necessità di integrare minerali, vitamine del complesso B, ferro ed altro ancora.” Insomma, va benissimo scegliere di alimentarsi solo da fonti vegetali, ma avendo cura di rispettare anche il proprio corpo, oltre che l’ambiente, e ricorrendo quindi ai supplementi alimentari.
Augurandoci di vivere a lungo, approfondiamo quali sono gli aspetti da tenere in considerazione del cosiddetto stile di vita mediterraneo, codificato nel 1978 dopo 20 anni di ricerche dal medico americano Ancel Keys nel libro “The seven coutries study” che prende in considerazione anche il Cilento italiano.
IL VINO E’ UN PREZIOSO ALLEATO
“Keys nota che nei paesi del bacino del Mediterraneo si muore meno di infarto rispetto agli USA. In queste zone le porzioni di cibo sono parche e l’alimentazione si basa in particolare su cereali prevalentemente integrali, come il farro e altri grani antichi, olio extravergine di oliva e consumo di vino, che contiene antiossidanti.”
Fermi tutti: l’alcol non è un veleno, al punto che in diversi stati si sta ragionando di etichettarlo con immagini brutali come le sigarette? “Bisogna fare cultura e capire. Se una donna beve un bicchiere di vino buono al giorno ed un uomo fino a due, anche in presenza di fattori di rischio cardiovascolare, grazie ai flavonoidi contenuti nel vino si mettono più al riparo degli astemi.”
E cosa c’è ancora da copiare dallo stile di vita mediterraneo? “E’ una dite povera di prodotti di origine animale. Si preferiscono i cibi stagionali e non confezionati e poi il valore della convivialità, del mangiare insieme, che allunga la vita. Ancora, il riposino del pomeriggio e il dormire a sufficienza la notte, dal calare al sorgere del sole. Oggi si lavora giorno e notte, causando un aumento delle patologie dismetaboliche e problemi di bioritmo. Ultimo, ma non in ordine di importanza: l’attività fisica è imprescindibile per stare bene. Attenzione però, non per dimagrire: in quel caso ci vuole la restrizione calorica.”