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Vestiti e campane Caritas manomesse, esiste una soluzione?

Guido Osthoff di Caritas e il consigliere del Comune di Bolzano Angelo Liuzzi concordano sulla situazione difficile delle campane, ma divergono sulle soluzioni

Negli ultimi anni ci siamo, purtroppo, abituati alla scena delle campane Caritas per la raccolta degli indumenti usati vandalizzate e con il loro contenuto sparso tutt’intorno. A ciò spesso si aggiunge una corte di sacchetti e sacchettini pieni di vestiti lasciati nei pressi da chi vuole donare, ma trova il contenitore pieno.

Uno spettacolo che il consigliere comunale Angelo Liuzzi definisce “Indecoroso, colpa dell’alto grado di inciviltà che caratterizza alcune persone, non in grado di vivere in società.”

IL VIAGGIO DEGLI INDUMENTI USATI

Abbiamo chiesto conto della situazione in cui versano i contenitori di alcune città e di raccontarci il viaggio degli indumenti a Guido Osthoff, responsabile dell’area “Aiuto psicosociale e prevenzione” di Caritas: “Inizierei con il precisare che le campane manomesse sono soprattutto nelle città più grandi, Bolzano, Merano e Bressanone. La raccolta in queste città non è gestita da Caritas, ma dalla cooperativa Mebo Coop. attraverso appalti con Seab e servizi municipalizzati.”

Guido Osthoff, responsabile dell’area “Aiuto psicosociale e prevenzione” di Caritas – foto sito web Caritas

La gestione Caritas è affidata a due cooperative, Albatros e Renovas, che danno lavoro a persone svantaggiate incaricate dello svuotamento delle campane: “Il loro compito consiste nell’eliminare i materiali che non c’entrano con la raccolta degli indumenti, nel mettere un ulteriore sacchetto intorno a quelli preparati da chi dona, in modo da isolare bene gli articoli e portare la merce a tir che trasportano anche 15 tonnellate di abiti.” La seconda parte del viaggio è curata da un partner di Caritas, FWS, che si occupa di verificare con attenzione lo stato degli indumenti e di suddividerli in 300 categorie. Attraverso questa azienda gli abiti, selezionati per qualità e occasione d’uso, raggiungono i mercati di abiti di seconda mano di tutto il mondo. “Ciò che viene reputato invendibile diventa uno straccio industriale o materiale da isolamento. Ma oggi è anche possibile creare nuovi indumenti da questi tessuti, cosa che noi facciamo.”

70.000 EURO IL RICAVO DAGLI ABITI USATI DEL 2023

Caritas, ci dice Osthoff, lo scorso anno ha raccolto 1000 tonnellate di vestiti attraverso le campane: “Suppongo che nelle zone gestite da Mebo Coop. le quantità siano state simili o superiori, forse anche 1500 tonnellate. Per quanto riguarda la Caritas locale, il gettito derivante dalla vendita di questi vestiti nel 2023 è stato di 70.000 euro, impiegati, al netto del costo del lavoro, per servizi di assistenza e per sostenere chi vive una difficoltà economica. La quantità degli abiti che riceviamo è, ad ogni modo, perfino troppo grande. Il mio consiglio spassionato è di cercare di riutilizzare gli abiti in famiglia, di cederli ad amici e a chi sappiamo averne bisogno, prima di metterli in una campana per la raccolta.”

Tornando alla raccolta e alla manomissione delle campane, Osthoff declina ogni responsabilità e addita l’inciviltà delle persone – compresa quella di chi trovando la campana piena lascia comunque il proprio sacchetto ai piedi del contenitore- come causa dell’apparente inefficienza del servizio.

E se per Liuzzi la soluzione sarebbe quella di portare le campane della raccolta all’interno dei centri di riciclaggio cittadini, in modo che i contenitori siano protetti e monitorati dal personale del centro, per Osthoff questa soluzione sarebbe applicabile solo nei paesi più piccoli: “In un contesto come quello di Bolzano sarebbe un problema: non trovando le campane in strada e dovendo recarsi appositamente al centro di riciclaggio in zona industriale, il rischio che gli indumenti usati vengano buttati via è molto alto. Quindi nemmeno questa sarebbe una soluzione per i centri più grandi.”

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