Mollo tutto e apro la mia fattoria
Sognare per tutta la vita di vivere tra gli animali, autoprodurre il cibo che consumi e guidare gli ospiti ad immergersi nella tua stessa esperienza. I sogni, con coraggio e fatica, possono diventare realtà
Avvertire per tutta la vita il bisogno di legarsi alla natura e vivere in armonia con essa. Superare le avversità, mettersi sulla buona strada per avverare i propri sogni e sentirsi finalmente a casa.
E’ la storia di Giulia Baruffaldi, bolzanina classe 1991, che ci ha risposto al telefono da Vendrogno, piccolissimo comune collinare che si affaccia sul lago di Como.
GIULIA E GLI SFORZI PER CAMBIARE VITA
Giulia, qui, è approdata dopo anni di esperienze in realtà rurali, aziende agricole e maneggi, in Italia e all’estero. Tempo rubato al lavoro d’ufficio, ad una vita normale in cui ritagliare qualche giorno di vacanza per faticare 20 ore al giorno in fattoria. Sempre guidata dalla passione verso la natura e gli animali e consumata dal desiderio di crearsi un progetto proprio, che finalmente acquietasse il suo “richiamo della foresta”.
Come si arriva, dalla città, da un impiego fisso, a un paese di 300 abitanti scarsi, in cui integrarsi vendendo formaggio di capra, prodotti dell’orto, offrendo ospitalità ai turisti?
“Negli ultimi tre anni i miei sforzi per cambiare vita si sono intensificati ed incanalati nella direzione della concretezza, finalmente. Ho conosciuto il mio compagno e ho capito che insieme a lui, invece di avere la metà delle energie, arrivavo a possederne il triplo. Era la persona giusta con cui finalmente riuscire nel mio, nel nostro, intento”.
Non è tutto rose e fiori, naturalmente. Giulia racconta di piangere due volte al giorno, trascinata dall’altalena delle emozioni: il sollievo di aver superato tanti ostacoli – finanziari, burocratici, organizzativi – e i forti timori che incutono un mutuo rilevante e un’attività tutta da avviare.
LE PAURE E L’ENTUSIASMO DI GIULIA
“Ci sarebbe piaciuto moltissimo rimanere in Alto Adige, posto che adoriamo. Ma i costi per l’acquisto di un terreno e di una fattoria sono improponibili. E quindi per un anno abbiamo girato il nord Italia per trovare il nostro posto. Nel frattempo, abbiamo fatto ogni genere di corso, dalla finanza, per preparare il business plan e imparare a gestire un’azienda, ai corsi specifici di settore: la norcineria, la produzione casearia… Nella nostra microcucina di Terlano abbiamo preparato con entusiasmo i primi formaggi, facendoli assaggiare a parenti ed amici. Io, selezionata con altri 7, ho sostenuto anche il corso per diventare pastore e a dicembre, presso la nostra fattoria, arriveranno le prime capre”.
L’azienda non riuscirà ad essere produttiva prima di due anni, questa è la previsione di Giulia, che ha lasciato il proprio lavoro per dedicarsi giorno e notte all’allestimento degli spazi nel casale e nelle stalle. Il suo compagno mantiene, invece, la propria occupazione per garantire, in questo periodo di transizione, un reddito alla famiglia.
“L’emozione preponderante è il terrore, non mi vergogno ad ammetterlo. Intanto lavoriamo e pianifichiamo. In aprile contiamo di avere il primo latte per l’autoconsumo. Abbiamo 4 ettari di terreno, in cui troveranno spazio l’orto, gli alberi da frutto, le galline, poi i cavalli e, infine, adibiremo una parte della struttura all’ospitalità. I progetti sono mille. La nostra idea di vita è molto semplice, in contatto con la natura, che vogliamo preservare. Le persone, qui in paese ci hanno accolti bene, sono disponibili e fanno il tifo per noi. Per fortuna anche da casa ci sostengono molto. Le difficoltà sono tante, ma ce la si può fare. Ora che siamo arrivati qui, non molliamo di certo.”