Basterebbe la Settimana Corta
In Italia ci riempiamo la bocca di innovazione.
In Alto Adige ci piace dare l’immagine di territorio super innovativo.
Bene, una vera innovazione sarebbe lì davanti a noi ma pochissime aziende del territorio ci vogliono provare: la Settimana Corta di quattro giorni su sette.
Passi per il pubblico (che ha già dei vantaggi talvolta incomprensibili rispetto al privato) ma qui i veri game changer rivoluzionari dovrebbero essere quelle imprese che potrebbero attuarla. Il problema è che non lo fanno perché legate alla tradizione.
Hanno paura. E forse non sono nemmeno bene informate da chi dovrebbe informarle.
Sì perché la Settimana Corta funziona.
Aumenta fatturati ed efficienza.
Non è che lo dico io, lo dicono i numeri.
Allora, lo schema di partenza è il 100-80-100: mantenere il 100% della produttività lavorando l’80% del tempo e mantenendo il 100% dello stipendio.
Utopia? Macché.
In Inghilterra ci hanno provato per sei mesi 61 aziende con 3.000 lavoratori. Bene, dopo il periodo di prova il 92% delle aziende ha deciso di continuare con i quattro giorni lavorativi e il 30% lo ha adottato definitivamente.
È plausibile lo facciano contro i loro interessi?
No, non lo è.
Anche qui lo dicono i numeri e non io.
I ricavi delle aziende sono aumentati del +2%.
Ovviamente il 39% dei lavoratori ha riferito di sentirsi meno stressato sul lavoro e quindi di essere più efficiente. I burnout sono diminuiti del 71%.
Passiamo al Giappone dove il governo metropolitano di Tokyo si sta occupando seriamente del problema del calo demografico (non come le misure omeopatiche del governo Meloni). Ha deciso che i suoi 160.000 dipendenti pubblici passeranno alla Settimana Corta per liberare più tempo per la famiglia.
In Italia partiamo sempre dal concetto che la Settimana Corta sia un modo per lavorare meno ma, in realtà, è un modo per lavorare meglio.
E se chi si occupa di innovazione ne parlasse di più?
✍️ Alan Conti