Barcellona scopre l’antipatia per l’Inter
Nell’Europa del calcio è accaduto qualcosa di singolare: la nascita di una rivalità internazionale. A Barcellona i tifosi insultano l’Inter anche quando non ci giocano contro. Il Camp Nou è pronto ad essere una bolgia e quell’anomalia dell’anno del Triplete….
di Alan Conti
Domani al Camp Nou sarà una bolgia. E fin qui peschiamo ampiamente nel catino della retorica ma l’antipatia che a Barcellona sta montando per l’Inter è insolita. O quantomeno difficile da riscontrare quando a scontrarsi sono due club stranieri l’uno all’altro. Come mai, però, il mondo blaugrana e il Camp Nou hanno scoperto di sopportare così poco i nerazzurri? Perché le radici sono lunghe. Anche più lunghe di quello che ci immaginiamo in Italia.
QUELL’ANOMALIA NELL’ANNO DEL TRIPLETE MAI REPLICATA
La sconfitta nella semifinale del famoso anno del Triplete (di grazia 2010) a Barcellona viene ricordata per una situazione praticamente mai ripetutasi. L’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull costrinse la squadra di Guardiola a raggiungere Milano in pullman senza alcuna deroga da parte dell’Uefa. Ore interminabili e una attraversata infinita che creó un evidente scompenso rispetto agli interisti riposati a Milano e comodamente arrivati a Barcellona al ritorno in aereo in poco più di un’ora al ritorno. Uno squilibrio evidente nelle condizioni dei due team. Per inciso quella qualificazione alla finale si decise più a Milano (3-1 per l’Inter) che al ritorno (1-0 per il Barça). Fu il primo capitolo anche della rivalità tra Mourinho e Guardiola: scontro tra giganti e filosofie. Quasi modi di essere.
XAVI: “A BARCELLONA NON ABBIAMO DIMENTICATO QUELLA TRASFERTA”
Mentre in Italia la (giusta) enfasi sul Triplete ha reso pulviscolo la polemica questo dettaglio a Barcellona è, invece, sempre rimasto polvere nera come catrame. Lo stesso Xavi (che lo ha vissuto in prima persona) lo ha ricordato in modo eloquente nella conferenza stampa di vigilia della sfida di andata di una settimana fa. Mentre qui si è creata una condizione mediatica per un transito veloce nell’ovaio i blaugrana se lo ricordavano bene. E partivano già infastiditi a Milano prima ancora di giocarla.
“FURTO ALL’ITALIANA”
A far esplodere il tutto (e qui entriamo banalmente nella cronaca contemporaneamente) il mani di Dumfries non visto (o non considerato) nel recupero della sfida di San Siro definito, con poco equilibrio e buon senso, “furto all’italiana” dalla stampa catalana.
L’INTER DA VITTIMA A PRIVILEGIATA
L’aspetto più curioso è che, in realtà, Barcellona ed Inter sarebbero anche piuttosto simili nella loro auto-lettura nazionale. Squadre antagoniste del potere costituito: il Real Madrid in Spagna e la Juventus in Italia. Cambia, chiaramente, la radicalità territoriale e la rappresentatività della città. Per ovvi motivi politici l’Espanyol non è il Milan e Barcellona non si spacca a metà come Milano. Non solo, il potere di Madrid è anche governativo mentre lo stesso non si può certo dire di Torino. Stupisce, però, che in questo scontro di antagonismi simili sia però l’Inter a finire dalla parte di chi (nelle accuse) condiziona l’arbitro. Chi si è sempre trovato meglio nei panni del subente torto viene additato con forza come beneficiario. Qualcosa di nuovo.
CLASICO? NO, IL RIVALE E’ L’INTER
Nascono in questo contesto, dunque, i cori che lo stadio del Barcellona ha dedicato all’Inter. Non certo accomodanti e durante la partita contro il Celta Vigo quando, cioè, i nerazzurri non c’erano. Una pratica che nella liturgia ultras si “dedica” solo ai grandi nemici. Nemmeno il timing è banale perché il prossimo weekend la Liga apparecchia il Clasico contro il Real. Solitamente i pensieri dei tifosi all’ombra della Sagrada Familia corrono con un’insistenza martellante alle merengues. Questa volta no: questa volta c’è ampio spazio per l’Inter. Non senza catturare l’immediata simpatia delle storiche antagoniste italiane dei nerazzurri. Milanisti e juventini che si sono velocemente messi in larga parte al fianco dei blaugrana soprassedendo (con eccessiva leggerezza) su alcune accuse esagerate della “prensa” catalana all’Italia tutta. Quel che è certo è che mai come stavolta è nata una rivalità europea. Non l’unica ma di certo è rara.