“Mamma, quello non mi piace perché è diverso”
Come spiegare ai bambini che diverso non significa per forza negativo, senza però farli sentire inadeguati o sbagliati per aver fatto un’osservazione sulla difformità?
“Non mi piace perché ha una sciarpa in testa” oppure, “Non la voglio perché ha la pelle marrone”. Capita che i bambini si ribellino alla compagnia di coetanei o adulti che vedono diversi fisicamente o abbigliati in modo per loro inusuale e che quindi, per qualche ragione, li turbano.
Come spiegare loro che diverso non significa per forza negativo?
La professoressa Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione presso l’Università di Macerata, parte dalle basi: “L’operazione mentale uguale e diverso è una delle prime che facciamo, fin da piccoli. E’ una operazione adattiva che ci guida nella relazione con il mondo esterno.”
E’ NATURALE RICONOSCERE LA DIVERSITA’
Per capire meglio, facciamo due esempi. Il bambino che mangia un biscotto, vedendo un sasso con forma e colore simili lo porterà istintivamente alla bocca. Grazie a questa azione potrà capire che la pietra assomiglia ad un biscotto, ma che in realtà non lo è, e quindi non cercherà di mangiarla. Nell’ambito degli affetti, saprà sempre riconoscere i genitori dagli altri adulti, nonostante i cambiamenti fisici indotti dal tempo che passa.

“Questo atto di classificazione ha una funzione fondamentale. Chiaramente, però, se le mie aspettative, indotte dall’abitudine, vengono disattese, posso rimanere stupito e disorientato. Un esempio è proprio l’incontro con una maestra con l’hijab, o con qualcuno che abbia un colore della pelle diverso dal mio.” Continua la professoressa Nicolini.
FIABE E GIOCHI PER PARLARE DI DIVERSITA’
Che strumenti hanno i genitori per raccontare ai propri figli che non sempre le differenze sono da considerarsi pericolose e che esistono molte varianti fisiche e di aspetto tra le persone, tutte ugualmente accettabili?
Nicolini: “Inizierei dal mondo delle fiabe. Come sappiamo, nei racconti classici i personaggi hanno caratteristiche fisse: il lupo è sempre cattivo e Cappuccetto Rosso è sempre buona. Ma se pensiamo alla Bestia di La Bella e la Bestia o al principe Ranocchio, ci rendiamo conto che in questi racconti accade che il mostro diventi bello (e quindi buono, ndr) perché viene visto, riconosciuto, preso finalmente in considerazione. Non c’è bisogno di lunghi discorsi: attraverso il contatto con questi racconti possiamo allenare con naturalezza i nostri bimbi ad aprirsi alla diversità.”

RASSICURARE IL BAMBINO CHE FA UNA OSSERVAZIONE SULLA DIVERSITA’
Anche l’incontro con l’arte può rappresentare una chiave per lasciarsi andare con più tranquillità all’esplorazione del differente: in effetti, nonostante uno stile riconoscibile, l’artista non replica mai la stessa opera. Perfino i giochi possono avere diverse varianti, restando sempre godibili e divertenti. Si tratta, quindi, di abituarsi senza grandi sconvolgimenti alla naturale diversità e ricchezza che la vita ci offre.
Chiudiamo con un prontuario pratico da utilizzare in queste occasioni: “Tornando al momento puntuale, in cui un bambino piccolo nota la difformità e si turba, il punto di riferimento deve sempre essere il genitore, che non deve ignorare o, peggio, prendere in giro, ma mostrarsi attento e comprensivo nei confronti del bimbo e del momento che sta vivendo. E’ importante rassicurare e spiegare che non c’è nulla di cui aver paura, che quella differenza non è pericolosa. Si può chiedere al bambino di avere fiducia nel genitore che ha scelto un luogo o un contesto sicuro per lui o lei. In un secondo momento si potrà fare un gioco o leggere un libro sulle differenze per tornare sull’episodio, con tranquillità.”