Giunta, stufi del Carnevale
Ormai è chiaro, chi ha indossato l’armatura del paladino dei due assessori italiani in giunta in realtà aveva uno stemma diverso sul petto: non la rappresentanza del gruppo italiano ma la propria. Battaglie squisitamente personali camuffate da collettive.
Le posizioni sulla formazione della prossima giunta ormai sono cristallizzate.
Fratelli d’Italia getta fiori d’arancio solo alle nozze con Galateo e Bianchi (che sino a tre mesi fa si lanciavano strali pesanti da curve diverse).
La Civica e la #Lega non vogliono fare solo i tifosi fuori dal campo.
L’Svp, dal canto suo, aspetta seduta sul fiume con un “Fate voi” furbo e pilatesco (Kompatscher è il primo allenatore che lascia scegliere alla squadra chi mandare in campo).
In tutto questo valzer dove ormai è chiaro che, parafrasando la Juve, “un posto in giunta provinciale è l’unica cosa che conta” i cittadini (elettori o meno) avrebbero anche il diritto di essere stufi. Di dispiacersi nel vedere che chi in campagna elettorale parlava di priorità per il bene dell’Alto Adige in realtà pensa prima di tutto alla sua posizione o a imporre accordi che hanno solo logiche romane (non certo bolzanine).
Non che sia per forza sbagliato ambire ad una posizione dove si può incidere (e no, Kompatscher, l’assessorato regionale non è la stessa cosa) purché lo si dica apertamente senza travestimenti. Invece regna un silenzio irreale.
Se l’Autonomia è tanto importante, per esempio, perché dovrebbe essere ampliata solo se in giunta ci sono i due partiti di #Roma? Dovrebbe essere un valore superiore ad una merce di scambio. Preamboli di pagine programmatiche giá incenerite. Come accade spesso alla retorica quando incontra la cronaca.
”Una poltrona per due” è un bel film per Natale, non di Carnevale. Dove, puntuali, trionfano le maschere.
Alan Conti