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L’Alto Adige rischia un blackout totale?

Il rischio di un blackout su larga scala non è da escludere nemmeno in Alto Adige, ma il territorio sta investendo fortemente per prevenirlo e affrontarlo. È la risposta dell’assessore provinciale all’energia Peter Brunner all’interrogazione presentata dal consigliere del Team K, Jürgen Wirth Anderlan, che chiedeva conto della preparazione dell’Alto Adige in caso di guasto massiccio alla rete elettrica.

“Eventi simili sono possibili ovunque – ha dichiarato Brunner – come dimostra il blackout del 2003 che colpì tutta l’Italia, tranne la Sardegna e alcune isole minori. Anche l’Alto Adige fa parte della rete nazionale e non è autonomo sotto questo profilo, ma può contribuire a ridurre il rischio attraverso una profonda modernizzazione delle infrastrutture, la digitalizzazione e la realizzazione di impianti di accumulo, inclusi i sistemi idroelettrici a pompaggio.”

L’assessore elenca una serie di importanti interventi in corso: il potenziamento delle linee transfrontaliere al Brennero e al Resia, la modernizzazione della rete in val d’Isarco, il rinnovamento della stazione di trasformazione al Pillhof e le nuove linee in val Venosta, tutte in collaborazione con Terna. Sul fronte della media tensione, spiccano gli sforzi di Edyna.

Per quanto riguarda la risposta in caso di emergenza, Brunner sottolinea che esiste un piano nazionale denominato PESSE (Piano di Emergenza per la Sicurezza del Sistema Elettrico), che consente interventi programmati per evitare interruzioni incontrollate con gravi conseguenze sociali ed economiche. In Alto Adige, i distributori locali e i gestori di grandi impianti seguono le direttive nazionali.

Sanità e case di riposo: garantito il funzionamento per 24 ore (o più)

L’assessore ha poi riportato i dati forniti dal collega Thomas Widmann sulla sanità. Tutti gli ospedali altoatesini sono dotati di generatori d’emergenza che si attivano entro 15 secondi in caso di blackout. A Bolzano ce ne sono cinque, a Merano, Silandro, Bressanone e Brunico due ciascuno, mentre Vipiteno e San Candido ne hanno uno. A pieno carico di carburante, garantiscono almeno 24 ore di autonomia (a Merano 17 ore), con possibilità di rifornimento quotidiano in caso di blackout prolungato.

Anche le strutture per anziani sono dotate di generatori che garantiscono almeno un’ora di autonomia, ma in molti casi i sistemi assicurano tempi più lunghi.

I rischi principali e la strategia della Provincia

Rispondendo a una domanda specifica sui pericoli principali legati a un blackout, il presidente Arno Kompatscher ha evidenziato i rischi per la sicurezza pubblica, le comunicazioni, l’approvvigionamento e il sistema dei pagamenti digitali. Tuttavia, ha assicurato che la Provincia ha attuato misure concrete di prevenzione: tutti gli ospedali sono attrezzati con generatori, le forze dell’ordine possono comunicare anche in emergenza grazie al supporto dell’Agenzia per la protezione civile e molte caserme dei vigili del fuoco sono dotate di sirene digitali e impianti autonomi.

“Il blackout resta una possibilità remota, ma l’Alto Adige ha fatto e continua a fare la sua parte per affrontarlo con prontezza”, ha concluso Brunner.

✍️ Alan Conti 

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