Un vecchio fedele amico
Questo è un topo, bello grande, morto.
Mi scuso per la durezza dell’immagine ma la sua storia è un po’ singolare.
Si trova in via Ada Buffulini a Bolzano.
Non è che ci si possa particolarmente scandalizzare o stupire della presenza di questi animali. È un punto vicino al fiume e la città, sì, ne è piuttosto popolata. Diciamo che la poco brillante gestione della pulizia del capoluogo dall’inserimento della rivoluzione del bidoncino ne aiuta la proliferazione.
Ma chi ne se importa, abbiamo un’ottima percentuale di differenziata.
Non è comunque questo il punto.
Il punto è che questo topo l’ho visto stamattina. Ed è stato come incontrare un amico che non ti aspetti. Perché due settimane fa l’avevo già visto.
Morto. Stesso punto.
Ho pensato, appunto, fosse abbastanza normale e che i servizi lo avrebbero recuperato. D’altronde è a cinque passi (contati) dal conferimento bidoncini, a tre passi (contati) dall’imbocco delle passeggiate, a due passi (contati) dal portico e qualche centimetro (non contato) da un parcheggio.
Non pensavo andasse segnalato.
E invece no. In mezzo c’è stata una settimana, un viaggio a Sanremo e lui era ancora lì, fedele (poi dicono dei cani), ad aspettarmi. Quasi mi ci sono affezionato come un amico. E come gli amici mi dice quando sbaglio: dovevo segnalarlo subito.
La deduzione che nasce dal mio errore, però, è forse ancora più amara. Chi tiene pulita la città di Bolzano, dunque, ha bisogno che qualcuno lo avverta per accorgersi di un enorme topo morto che giace alla luce del sole di un marciapiede e di un parcheggio. Un luogo frequentato quotidianamente da lavoratori, passanti, famiglie e bambini. Mica in un cortile privato o in un angolo remoto delle passeggiate.
Siamo arrivati a questo.
Siamo arrivati che qualcuno deve avvertire che Bolzano è sporca altrimenti, da sola, non se ne accorge.
Perché si è abituata ad esserlo.
✍️ Alan Conti