Disturbi alimentari, pericolo post Covid e social media
Dal 2018 anche in Italia il 15 marzo si celebra la giornata internazionale del fiocchetto lilla, istituita 30 anni fa negli Stati Uniti per sensibilizzare sui disturbi del comportamento alimentare
L’Italia ha la sua personale storia con il fiocchetto lilla: nel 2012 la giornata dedicata ai disturbi del comportamento alimentare viene promossa per la prima volta dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” costituita in ricordo di Giulia Tavilla, deceduta a causa della bulimia nervosa da cui era affetta. E’ il padre, Stefano, a farsene promotore. In seguito ai suoi sforzi di sensibilizzazione, sei anni dopo, la data viene ufficializzata nel nostro Paese.
Di disturbi alimentari si può morire: secondo l’Istituto Mondiale della Sanità (OMS) anoressia e bulimia sono la seconda causa di morte tra i giovani nella fascia 12 – 25 anni. In Italia ciò significa 4000 persone ogni anno.
+23% DI DISTURBI ALIMENTARI IN ERA COVID
In provincia di Bolzano i numeri rivelano, come per molte delle patologie della sfera psichica, un aumento preoccupante nel periodo del Covid: nel 2022 si segnala un incremento del 23% nel novero delle persone in cura rispetto al 2020.
Più precisamente, si parla di 613 pazienti contro i 500 della precedente statistica, con un preoccupante aumento del 51% dei pazienti fino a 19 anni di età: “Per la prima volta – racconta Raffaela Vanzetta, Coordinatrice del Centro Specialistico Disturbi Alimentari INFES – le minorenni sono state più di un terzo del totale.”
L’ESORDIO DELLA MALATTIA GIA’ A 12 ANNI
Numeri che devono essere raccontati, per comprendere la gravità del fenomeno che, spesso – a detta delle pazienti – nasce sui social media. Raffaela Vanzetta: “Il disturbo, come sappiamo, riguarda più le ragazze dei ragazzi. Anche se questi ultimi sono recentemente cresciuti in quantità, dimostrando che la pressione sociale per un corpo perfetto ed una immagine di successo e felicità viene esercitata su tutti i giovani, indipendentemente dal sesso. Ciò che preoccupa è l’esordio sempre più precoce della malattia. Vediamo spesso pazienti di 13-14 anni, che fino a pochi anni fa erano una rarità e abbiamo perfino avuto esperienza di dodicenni in cerca di aiuto.”
Se i social media possono essere fortemente impattanti sull’esordio della malattia, essi costituiscono anche una piattaforma efficace per la veicolazione di buone pratiche. Negli ultimi mesi INFES sta pubblicando sulle proprie pagine Facebook e Instagram molti messaggi dedicati ai genitori per aiutarli a gestire il rapporto a tre, tra sé stessi, i propri figli ed il disturbo alimentare.
ACCOMPAGNARE ANCHE I GENITORI NEL PERCORSO DI CURA
Tra gli inviti più significativi c’è quello ad uscire dal tunnel del senso di colpa e a prendersi cura anche di sé stessi mentre si sta vicino a chi soffre, per ricaricarsi e rinnovare il proprio impegno nell’assistere chi si ama e ha bisogno di noi. E anche quello a non vedere il disturbo alimentare solo come un problema di peso, ma a guardare oltre.
“E’ importante seguire anche i genitori e coinvolgerli nel percorso, per dare loro gli strumenti utili a capire queste patologie. Spesso facciamo loro presente quanto involontariamente contribuiscano a mantenere vivo il disturbo, per esempio diventando oggetto di manipolazione da parte dei loro figli, come quando fanno chilometri e chilometri per acquistare l’unica marca di yogurt che la ragazza mangia, pur di farle mettere qualcosa nello stomaco. Li accompagniamo nell’avere fermezza, liberandoli dalla paura che non cedere al ricatto possa mettere in pericolo i loro figli.”
Il 15 marzo, INFES insieme al personale di Villa Eea, celebreranno la giornata del fiocchetto lilla con uno stand in piazza del Grano a Bolzano aperto dalle 11.00 alle 16.00 per sensibilizzare la popolazione sul tema dei disturbi alimentari.