Disturbi alimentari: riguarda tutti noi
LA BELLEZZA DELLE PAROLE – DISTURBI ALIMENTARI, RIGUARDA TUTTI NOI
Se voi accettate di essere come siete, con i sentimenti che avete, sicuramente mettete in moto un lavoro stupendo dentro di voi.
Perché se voi accettate le parti di voi che sono state durante la vostra esistenza cancellate, messe da parte, rinchiuse dentro uno stanzino, voi riaprite quelle porte. Le riottenete. Non mettete più ostacoli tra voi e quello che siete davvero perchè, con la pretesa di cambiarci noi blocchiamo tutto. Perché così come siamo non andiamo bene, per cui ci costruiamo una mente ipertrofica gigantesca che manovra tutto e che uccide qualsiasi forma di sentimento”.
(Gabriella Tupini)
Sabato 15 Marzo è stata la Giornata del fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi sulla nutrizione e dell’alimentazione.
Il compito di un buon giornalista dovrebbe essere quello di veicolare quante più informazioni corrette possibili su un determinato tema.
A questo punto quindi dovrei indicare quali siano i disturbi alimentari maggiormente conosciuti, le statistiche sull’incidenza del fenomeno sulla popolazione in base il sesso e l’età, le conseguenze che questi disturbi possono avere sulla vita di tutti i giorni di chi ne soffre. Perchè dovrebbe essere questo l’obiettivo: far conoscere ai lettori una determinata realtà.
Ma anche il fatto di non sapere che cosa fare in certe situazioni per essere di supporto è una realtà che merita di essere raccontata. Con l’auspicio che parlarne possa aiutarci a ragionare su quali possano essere le esigenze ed i bisogni di coloro che soffrono, qualcosa del quale possiamo prenderci cura anche quando non conosciamo bene l’entità di quello che stanno affrontando.
Mi è capitato spesso purtroppo che le persone intorno a me soffrissero di un disturbo alimentare e in ogni occasione non avevo la minima idea di che cosa significasse per loro soffrirne.
Soprattutto durante l’adolescenza era particolarmente difficile per me comprendere che per alcune persone il rapporto col cibo e con il proprio corpo potesse essere complesso e arrecare molta sofferenza. Non è semplice pensare che qualcosa che viene fatto generalmente con facilità come mangiare per alcuni possa rappresentare una sfida, una fonte di insicurezza, una situazione che fa soffrire e che può mettere a disagio. Ancora più difficile è capire quanto i disturbi del comportamento alimentare possano invalidare la vita quotidiana di una persona.
Con il passare del tempo lo studio dei disturbi alimentari è stato approfondito e questo ha permesso di fare molta più sensibilizzazione efficace sul tema, fornendo alla collettività informazioni e strumenti utili a comprenderne la portata e la gravità. Si è trattato del primo passo importante per farci capire che non tutti viviamo le cose allo stesso modo e che ciò che può apparirci semplice e scontato come mangiare un dolce o uscire a cena in compagnia di amici per molti rappresenta una conquista, un miglioramento significativo in un percorso delicato dove tutti possiamo dare il nostro supporto.
Capita di sentirsi impotenti davanti a quello che non si vive in prima persona e che fa soffrire chi amiamo. Spesso non pensiamo di poter aiutare chi soffre di qualcosa che non comprendiamo a pieno e ci sentiamo anzi dei personaggi “scomodi”, che peccano di presunzione nel voler essere d’aiuto in presenza di una problematica che non possono risolvere. Nella maggior parte dei casi è vero, non siamo in grado di risolvere il problema per mancanza di competenze, ma il fatto di non avere un ruolo terapeutico nella vita di chi amiamo non ci impedisce di vestirne un altro che possa ugualmente portargli beneficio.
Saper ascoltare ed essere informati su quello che vive o sente una persona che soffre di disturbi alimentari è la base per poter costruire una comunità consapevole e sensibile, capace di rendersi conto di eventuali segnali preoccupanti e di empatizzare con chi, anche nel quotidiano, subisce le conseguenze di questi disturbi.
Con la consapevolezza che chi è in difficoltà non sempre è in grado di dirci di che cosa ha bisogno: in quel caso non ci resta che trasmettere la nostra presenza attraverso l’ascolto e l’interesse nel comprendere i sentimenti dell’altro.
Va ricordata inoltre l’importanza del ricorso ad una terapia medica e psicologica per fronteggiare i DCA e la cura necessaria che va riservata a coloro che si accingono o che stanno intraprendendo un percorso di questo tipo.
I disturbi del comportamento alimentare possono scaturire dalla combinazione di diversi fattori. Su alcuni di essi non abbiamo controllo, come la predisposizione familiare, il temperamento e l’età ed il sesso maggiormente a rischio (ossia persone di sesso femminile in età adolescenziale). Un ruolo importante però è giocato anche dall’ambiente familiare, scolastico e sociale nel quale si cresce e si costruisce la propria identità.
Sensibilizzare su questo argomento significa anche mettere in luce le ripercussioni che certi comportamenti, frasi o stili di vita possono avere nei confronti della salute di chi ci sta intorno. Nella comprensione di questi disturbi, è importante riconoscere il potere e la responsabilità che abbiamo nel creare un contesto sociale sicuro, accogliente e rispettoso, tale da non costituire un fattore potenzialmente dannoso per chi ne fa parte. Prendiamoci cura degli altri e delle loro storie, non dimenticandoci mai che chiunque potrebbe star combattendo una battaglia silenziosa della quale non siamo a conoscenza.
Ciò che alcuni ritengono una moda, una fase o un’esagerazione è la realtà che molte persone vivono ogni giorno, fatta di traguardi, ricadute, duro lavoro e amore verso se stessi.
Solo comprendendo questo è possibile aiutarle nel loro percorso di guarigione.
Lungo forse, sicuramente complesso.
Ma sempre possibile.
✍️ Benedetta Conti