Open Mind, i giovani prendono di petto la salute mentale: “Basta con i tabù”
OpenMind, il collettivo sostenuto dall’associazione BeYoung, assieme alla collaborazione con la fumettista Icaro Tuttle, ha organizzato il primo di una nuova serie di eventi che tratteranno il tema della salute mentale. Partendo dalla sua graphic novel “La cura. Storia di tutti i miei tagli”, Icaro ha approfondito il concetto di “cura di sé” e di come questo venga visto dalla società e dal sistema educativo.
Icaro Tuttle:”Mi è piaciuto moltissimo prender parte a questo nuovo progetto. L’incontro di lunedì non è stato solo una presentazione, ma un’occasione per parlare liberamente di diverse tematiche che ci stavano a cuore”
Ma cos’è OpenMind?
Jacopo Schiesaro: “Il collettivo “OpenMind”, al momento composto da Luca Criscuolo, Alice Ravagnani, Sofia Ferrarini, Martina Bonetto, Valery Perkmann, nasce per affrontare il tema della salute mentale, con particolare attenzione alla fascia degli under 35. Nel nostro territorio, infatti, si tratta tuttora di una questione spinosa. I Tso (trattamento sanitario obbligatorio) sono in aumento, come quel malessere psicologico che, anche se non richiede un intervento immediato del pronto soccorso, non si può sottovalutare.
Il nome si ispira all’Open Mic, format in cui chiunque può prenotarsi per prendere il microfono e parlare. Nel nostro caso è ancora più semplice: non c’è il microfono e non serve nemmeno prenotarsi, perché le modalità di ogni incontro sono basate sulla nascita di una relazione spontanea tra i partecipanti. L’obiettivo principale è, tramite i vari eventi organizzati, abbattere il tabù della salute mentale attraverso i racconti in prima persona degli ospiti invitati e di chi, partecipando, se la dovesse sentire di condividere una sua esperienza”
La nascita di questo progetto rappresenta l’esigenza delle nuove generazioni di ricercare un confronto e un dialogo per sentirsi meno soli: troppo spesso, infatti, accade che i ragazzi si ritrovino ad affrontare delle problematiche che li riguardano senza alcuna possibilità di orientarsi e trovare un appiglio in una società in cui la salute mentale, e ciò che vi ruota attorno, rappresenta da sempre dei fermi tabù, causati da un retaggio culturale da cui si fa troppa fatica a distaccarsi. Insicurezza e forte emotività vengono viste come qualcosa di “oscuro”e che non deve essere assolutamente mostrato, facendo sì che qualsiasi problematica legata alla psiche venga sminuita o dissimulata.
Luca Criscuolo: “Di fronte alla consapevolezza di non esser compresi e di esser giudicati dal mondo che ci circonda, finiamo per innalzare delle barriere dietro cui ci fortifichiamo, finendo per autosabotare noi stessi e i rapporti con le altre persone, sprofondando sempre di più nel dolore e nell’autocolpevolezza, fino ad arrivare anche ai casi più estremi di autolesionismo. OpenMind, di fatto, nasce dall’idea di una personalità empatica come quella di Jacopo Schiesaro. Il progetto non vuol essere un gruppo di autoaiuto e nemmeno sostituirsi al lavoro dei professionisti di psicologia, quanto piuttosto provare a diventare un punto di riferimento per incontri stimolanti in un’atmosfera controllata e rilassata. Una chiacchierata tra amici in cui i giovani possano condividere i propri trascorsi di vita senza la preoccupazione del giudizio altrui”
Sofia Ferrarini: “Penso che il progetto possa essere descritto come la costruzione di uno spazio sicuro, una sorta di rifugio, in cui la comprensione dell’altro si intreccia con la comprensione di noi stessi e con la conoscenza di un dolore che ha tante forme, ma anche tanti elementi comuni. È un occasione di crescita (non solo personale) ma anche di grande condivisione e sensibilizzazione con l’obiettivo di mostrare come il racconto umano sia molto più potente di tante retoriche. In particolare per me il progetto rappresenta la possibilità di condividermi e raccontarmi, di essere ascoltata e di entrare in contatto con dolori che in fondo non sono tanto diversi dal mio”
Per essere aggiornati sui prossimi incontri è sufficiente seguire la pagina Instagram di Open Mind.