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Mattia Mariotti, la musica ed io

Il bolzanino Mattia Mariotti racconta il suo percorso nel mondo della musica. Dalla passione per i Litfiba, sino a diventare un producer di calibro europeo

Nell’ordine: chitarrista, produttore musicale, foto e video maker. Tra le altre cose, Mattia Mariotti è anche la testa tra le cuffie che dallo studio di registrazione, in collaborazione con altri professionisti, anima i progetti musicali di Philipp Burger e dei Freiwild, musicisti rock notissimi nell’ambiente altoatesino tedesco ed in Germania.

Trovo Mariotti in una pausa dal tour solista di Philipp Burger, il cantante dei Freiwild. Il progetto, lo ha dichiarato lo stesso Burger qualche settimana fa, sta volgendo alla sua conclusione per lasciare più spazio al lavoro con la band. Mattia si prende il tempo di qualche canzone e mi racconta di sé, facendo il punto di una carriera con una colonna sonora che è cambiata spesso.

Dalla prima volta che hai tenuto in mano la chitarra, all’incontro con Burger. Come sono andate le cose?

“Ho iniziato a suonare tardi, avevo già 14 anni. A spingermi verso la chitarra sono stati i Litfiba: ero un loro grandissimo fan. Dalla prima alla quinta superiore ho seguito corsi di strumento classico, ma nel frattempo imparavo da autodidatta anche i segreti del punk e del rock sulle corde dalla chitarra elettrica.”

Alla fine del liceo classico la passione era matura. Ho capito che la musica sarebbe stata il mio futuro e mi sono iscritto al CPM di Milano, una delle scuole di musica moderna più importanti in Italia. Dopodiché ho intrapreso la strada del conservatorio, mentre già suonavo in duo, in formazioni più ampie e perfino nei musical. Allo stesso tempo, insegnavo. Ma la fame di imparare e di capire non si era saziata e dopo il diploma sono partito per Los Angeles, dove ho studiato al Musicians Institute, una istituzione di livello mondiale. Passano 4 mesi, e mi rendo conto che è il momento di rientrare: avevo parecchia carne al fuoco in Italia e volevo valorizzare e far crescere ciò per cui mi ero impegnato. All’epoca suonavo con la Westbound, una band che era molto nota e aveva un carnet fittissimo, ed in più producevo già musica per altri artisti.

E quindi, una volta tornato in Italia, mi sono concentrato su produzioni e arrangiamenti in studio, che era la cosa che già mi interessava di più dal punto di vista creativo. La passione per la chitarra, che per molti anni era stata assoluta – a costo di molte rinunce- si può dire che mi fosse passata. A quel punto, era la musica in senso più ampio a stimolarmi. 

E qui arriva l’incontro con Philipp Burger.

“Esatto. Per un po’ di tempo ho collaborato con Marco Facchin, un musicista e produttore che mi ha fatto conoscere Philipp. Prima, insieme a Marco, ho arrangiato alcuni brani dei Freiwild, poi ho avuto occasione di salire sul palco con loro: l’opportunità è stata il tour di un disco acustico per il quale servivano turnisti. Ci siamo trovati bene, e così Philipp Burger mi ha coinvolto per il suo progetto solista, che era in partenza: sarei stato musicista, in sala di registrazione e dal vivo, ma anche produttore dei suoi brani insieme ad altri professionisti.” 

Ad un certo punto, alla carriera del musicista e del produttore, hai aggiunto anche quella del foto- e video-maker.

“Per Philipp Burger ho realizzato tre video relativi ai brani del suo album d’esordio, uscito nel dicembre 2021 e classificatosi primo nelle chart tedesche. Questa attività per me era iniziata già nel 2019: avevo l’esigenza di far conoscere me stesso ed il mio lavoro di produttore. In poco tempo, però, il paradigma è ruotato e ho capito che mi sarebbe stata utile anche per promuovere gli artisti emergenti che seguivo. Diciamo così: dai brani, al videoclip, fino all’immagine stessa dell’artista, avevo ben chiaro il risultato che volevo ottenere. E così ho deciso di approfondire e studiare anche questi aspetti della produzione musicale, per poter offrire un prodotto a tutto tondo e che rispecchiasse pienamente il linguaggio musicale dell’artista.”

Qual è stato il tuo primo videoclip musicale?

Keine Liebeslieder, per Philipp Trojer, che ho anche prodotto. Da quel momento ne ho realizzati diversi, fino ad un ulteriore passaggio, che è quello della produzione di foto e video per marchi commerciali ed aziende. Oggi, al di fuori della produzione per Burger ed i Freiwild, è questa l’attività che mi occupa di più.”

La passione per la musica suonata, ritorna quando sei su un palco, davanti a 3000 fan scatenati?

“Beh, con un bel sorriso posso dire che quello non è un brutto lavoro! Nel dicembre 2023 è uscito il secondo album di Philipp Burger, piazzatosi terzo nelle classifiche tedesche. Tra gennaio e febbraio di quest’anno c’è stata la prima parte del tour, a cui ho partecipato anche io e che ha registrato un grandissimo successo. Concludiamo alla fine di settembre con le ultime tappe, tra cui Monaco. Come annunciato da lui stesso, saranno gli ultimi concerti del progetto solista di Philipp.”

Se non avessi lavorato nell’ambito musicale, che carriera avresti scelto?

“Quando è stato il momento di decidere cosa fare dopo il liceo, non avevo un vero piano B. Anche se, per tenermi un’altra porta aperta, mi ero iscritto anche a scienze politiche. Naturalmente senza frequentare mai nemmeno una lezione, anche perché lo studio della musica mi impegnava totalmente. A pensarci ora, credo che l’architettura ed il design sarebbero state delle valide alternative per appagare quella che adesso vedo come aspirazione al bello, allo sviluppo di una coscienza estetica. Il linguaggio creativo, ma anche la precisione, il fatto che una cosa abbia un significato ed uno soltanto. Questo c’è nella musica, e c’è nelle linee pulite. Nel mio futuro vedo ancora la sperimentazione e lo studio, sia in ambito musicale che in quello delle immagini. Per mia fortuna – o forse no – sono campi in cui non ci si può mai dire arrivati. “

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