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Angolo della PsicologiaBolzano

L’appello alle scuole: “Laboratori contro i disturbi alimentari nati sui social media”

La trappola dei disturbi alimentari scatta sui profili più popolari, secondo i giovani pazienti. Il libro che lo racconta e che spiega il web ai genitori è Social Fame – adolescenza, social media e disturbi alimentari

Sono 12 i coautori che insieme alla psicologa Raffaela Vanzetta, coordinatrice del centro specialistico per i disturbi alimentari INFES e alla psichiatra Laura Dalla Ragione direttrice della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria, hanno contribuito a dare la luce a Social Fame – adolescenza, social media e disturbi alimentari.

I diversi articoli di cui si compone il volume si pongono l’obiettivo di spiegare i social media – un mondo complesso e rischioso, ma fatto anche di opportunità – a chi ha a che fare con i teenager: genitori, insegnanti e altre figure che a volte faticano a districarsi in questo universo e a tenere lontani i giovani dalle sue trappole. Un modo quindi per accompagnare gli adulti alla scoperta delle piattaforme che tanto coinvolgono i nostri ragazzi ma che non sono prive di insidie: una su tutte, la spinta verso modelli fisici estremi.

I DISTURBI ALIMENTARI NASCONO SUL WEB

Nel mirino del libro c’è proprio il ruolo che i social media giocano nell’esordio dei disturbi del comportamento alimentare. In effetti, la gran parte dei pazienti rivela che le lunghe ore trascorse al cellulare hanno avuto un peso importante nell’avvio della patologia che li imprigiona.

Le immagini prodotte sui profili più popolari hanno una forte influenza nella percezione del corpo e del sé, oltreché su altri ambiti dello sviluppo della persona. Non dobbiamo dimenticare che, come afferma Raffaela Vanzetta “Un adulto generalmente ha maggiori risorse ed esperienza, è stato esposto a modelli fisici diversi che riconosce come validi. Mentre un adolescente che passa molte ore al giorno sui social, può sviluppare l’idea che l’immagine del corpo più diffusa e cliccata sia l’unica giusta.”

NAVIGARE SUI SOCIAL CON I RAGAZZI PUO’ AIUTARE

Non bastano i marchi virtuosi come Dove, che da anni propone l’idea che la bellezza non sia soltanto una, o i primi segnali inviati dai brand di moda giovane con modelli più variegati: frequentando molto il web – e facendolo da soli- si può cadere in trappola.

L’età dell’esordio dei disturbi alimentari si conferma in discesa: già ad 11 anni si può entrare nel circolo che porta a sviluppare la patologia. Per questo è fondamentale accompagnare genitori e professionisti che hanno a che fare con i teenager nel mondo dei social, perché possano mediarne l’influenza e reagire ai primi campanelli d’allarme. Sedersi con i ragazzi e commentare insieme i post e i personaggi che riscuotono il loro interesse, è un gesto concreto che può aiutare gli adolescenti a non cadere vittima del web.

SERVONO ESPERTI DI SOCIAL MEDIA NELLE SCUOLE

Nemmeno i genitori, però, andrebbero lasciati da soli ad affrontare questa difficile sfida: secondo Vanzetta sarebbe auspicabile l’inserimento di personale dedicato nelle scuole “il luogo dove per eccellenza possiamo intercettare tutti i ragazzi” che conosca bene il mondo di internet e si interessi alla sua evoluzione. Professionisti formati sulla materia e capaci di fornire ai ragazzi gli strumenti per non farsi manipolare.

L’auspicio degli autori è che questo supporto venga fornito ai giovani utenti del web, ma che parallelamente il mondo dei social media venga regolamentato di più e meglio, per evitare a ragazzi ancora in crescita e fortemente influenzabili la prolungata esposizione a immagini del corpo fuorvianti e illusorie.

Per chi volesse immergersi nel tema, Social Fame – adolescenza, social media e disturbi alimentari verrà presentato martedì 2 maggio alle 19.00 presso la giardineria Schullian. L’evento è a ingresso libero. Il volume sarà acquistabile in quella sede, oppure in libreria e presso le piattaforme online.

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