Se il collaboratore si sente più sicuro, l’azienda ci guadagna

Il 50% dei lavoratori europei si sente stressato. Ma l’imprenditore che voglia mantenere un’attività solida e con prospettive per il futuro, deve garantire la sicurezza psicologica ai propri lavoratori

Da un sondaggio europeo effettuato da EU.OSHA emerge un quadro preoccupante: a patire lo stress da lavoro sarebbe addirittura un lavoratore su due. Eccessivo carico di lavoro o atteggiamenti ritenuti violenti da parte dei colleghi o del capo sono tra le cause più citate.

Quella che è a rischio, insomma, è la sicurezza psicologica dei lavoratori.

SICUREZZA PSICOLOGICA AL LAVORO

Amy Edmundson, Professoressa di Leadership presso la Harvard Business School descrive la sicurezza psicologica come “la convinzione che non si verrà puniti o umiliati per aver preso parola formulando idee, domande e preoccupazioni, oppure per aver compiuto errori”. 

Capita però che, nel portare la propria esperienza e le proprie competenze al servizio di un proposito, ci si trovi a mettere in discussione l’assetto precedente. Nell’ambito lavorativo in particolare, può succedere che questo processo creativo venga castrato, utilizzando leve gerarchiche (e dispotiche). Questi incidenti non solo provocano un danno al collaboratore, ma non facilitano il percorso dell’azienda nel lungo periodo. Un trattamento percepito come ingiusto, dice un report di Microsoft, è la prima causa di burnout (esaurimento nervoso).

ITALIA A RISCHIO BURNOUT

Come siamo messi in Italia? Non benissimo: siamo al quinto posto, in Europa, per stress. Ed i lavoratori digitali, senza confini geografici, sarebbero quelli maggiormente sotto pressione. Sempre secondo Microsoft, a causa dei device elettronici, utilizzati sia per ragioni personali che come strumento di lavoro, che fomenterebbero gli stati di ansia a causa della totale sovrapposizione tra vita privata e lavorativa.

A mettere al centro i bisogni delle persone, è arrivata nel 2021 la nuova ISO 45003, che fornisce indicazioni sulla gestione della salute psicologica nei luoghi di lavoro. Perché il benessere – o la sua assenza – in ufficio, può influenzare la vita al di fuori di esso. L’indagine di EU.OSHA mette in luce che i rischi psico-sociali per la salute siano ritenuti più difficile da gestire rispetto a quelli inerenti la sicurezza fisica del lavoratore. La necessità di sensibilizzare per prevenire e di mettere a disposizione gli strumenti giusti nel caso in cui il danno sia già fatto, è evidente.

L’importanza della salute mentale

IL GIUSTO AMBIENTE PER PROSPERARE

L’azienda che voglia continuare a fiorire deve, quindi, incoraggiare un proficuo dibattito tra i suoi collaboratori, anche se ciò significa essere costretti a ripensare attività e processi che “si sono sempre svolti così”. Il dibattito ingaggiato, se ben guidato, permetterà di trovare nuove ispirazioni e sperimentare inedite soluzioni. Chi avrà potuto esprimersi e vedrà valorizzate le proprie idee, continuerà a contribuire con passione alla crescita del business.

Il lavoro del leader deve, in questo caso, essere molto più rivolto alla creazione di un ambiente intellettualmente stimolante ma non socialmente competitivo, in modo da favorire la sicurezza psicologica necessaria e dare il meglio di sé.

Immagine di Freepik

LA CULTURA DELL’ERRORE

In un processo di cambiamento, è normale incorrere in passi falsi. Ecco perché è importante incoraggiare la cultura dell’errore, che non penalizzi senza pietà qualsiasi sbaglio, e che premi l’assunzione del rischio.

Del resto, le aziende sopravvivono e rimangono competitive attraverso l’innovazione. Va da sé che se i collaboratori non sono incoraggiati a “volare alto”, questa prospettiva difficilmente si concretizzerà.

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