Dati Ocse, il monito della Uil Scuola: “Rilevazioni molto discutibili”
I dati Ocse pubblicati nei giorni scorsi hanno scosso il mondo della scuola italiana con la sua posizione numero 31 (su 37) nelle competenze di alcune discipline. Evidenziata, inoltre, una spaccatura tra il Nord Italia (sopra la media) e il Sud Italia (sotto la media). Scenari che hanno allarmato ma che richiedono anche un’analisi alla fonte: quanto possiamo fidarci davvero dei dati Ocse? La risposta del sindacato della Uil Scuola è piuttosto scettica nelle parole del segretario regionale Marco Pugliese.
“UN TEST PIENO DI INCONGRUENZE “
“Non ci preoccupano affatto perché si tratta di un sistema che, di fatto, non testa realmente le competenze degli studenti” la sua riflessione. “Sono semplicemente una serie di test standard che vengono addirittura sottoposti agli allievi in età diverse tra i vari Stati. Da noi sono compilati dai bambini della seconda primaria mentre in altre nazioni sono rilevati con alunni che sono a scuola da tre anni”. Va fatto anche un distinguo nella gestione degli studenti stranieri. “L’Ocse non sempre ci dice in modo chiaro come, molto spesso, in altri Paesi europei ci siano le classi differenziate. L’Italia, invece, ha la legge più avanzata al mondo in termini di inclusione che viene davvero realizzata ovunque”. Per le valutazioni tutte interne emerge la divisione a metà del Paese. “Molto relativa anche quella – continua Pugliese – visto che i migliori ingegneri italiani in giro per il mondo arrivano proprio dal Sud”.
LE UNIVERSITA’ SI CONFRONTINO SULLA VALIDITA’ DI OCSE ED INVALSI
L’attacco all’Ocse, insomma, è sostanzioso. “Sono organismi internazionali che non servono davvero a nulla, se non dirottare alcuni finanziamenti. L’aspetto che conta davvero è che l’insegnante conosca esattamente la propria classe e la porti all’obiettivo. Le valutazioni del sistema possono essere fatte in altri mille modi ed è molto grave che a livello universitario non si dibatta in modo approfondito sulla valutazione. Bisogna confrontarsi sul valore di Ocse ed Invalsi prima di lasciare che queste ricerche determinino titoloni sui giornali. Il nostro invito è trovarci e ragionare su strumenti più precisi coinvolgendo chi nella scuola lavora davvero ogni giorno”.