Rissa di piazza Erbe: “Minacciavano di violentare le donne”
di Alan Conti
“Violenteremo le vostre donne e le daremo fuoco. Ci urlavano questo mentre spaccavano tutto e cercavano di picchiarci selvaggiamente”. Anche a tre giorni di distanza non si spegne la eco della violenta rissa scoppiata sabato notte in piazza Erbe a Bolzano. Tra i feriti anche il barista di uno dei locali (che chiede l’anonimato viste le pesanti minacce ricevute). “Un mio collega ha cercato di dividere due dei contendenti e io sono uscito per accompagnarlo di nuovo dentro il bar. In quel momento sono stato colpito alla testa da una bottiglia scagliata da uno di questi ragazzi. Tanto dolore sì. Ad essere sincero, però, è la paura l’aspetto più drammatico. Abbiamo paura, inutile girarci intorno. Così non si può venire a lavorare, così non si può andare avanti e non possiamo rassegnarci ad una piazza Erbe così”. Soluzioni? “Prima di tutto aprire un tavolo di confronto con l’amministrazione e le forze dell’ordine che abbia come tema la sicurezza in ogni momento dell’anno. In estate siamo guardati a vista da poliziotti, carabinieri e finanzieri ma in inverno molto meno”. Una richiesta che ha ricevuto l’appoggio di Confesercenti. “Prima di tutto siamo vicini ai dipendenti e ai gestori feriti – puntualizza la presidente Elena Bonaldi – perché non è accettabile che si venga aggrediti mentre si lavora. Mai e per nessun motivo. Istituzionalmente ci mettiamo a disposizione per tutto ciò che può essere nelle nostre facoltà”.
Esercenti e residenti dalla stessa parte
Una violenza che ha impaurito tanti e che ha portato dalla stessa parte esercenti e residenti: circostanza più unica che rara. Anche i rappresentanti del comitato “Piazza Erbe Vivibile” puntano dritto ad un posto fisso di sorveglianza della polizia in piazza. “Ci vuole una pattuglia che rimanga a presidiare” dice una di loro chiedendo anche lei l’anonimato (a dimostrazione di quanto sia tangibile la paura di ripercussioni). “Capiamo che non sia semplice dal punto di vista organizzativo ma se la polizia municipale si reca ogni giorno in via Garibaldi allora si comprende che anche qui una supervisione costante sarebbe necessaria e possibile. Quanto accaduto sabato notte è un peccato perché questo inverno la situazione stava migliorando con una buona collaborazione con gli esercenti e un disagio limitato. Certo, molto ha contribuito anche il freddo pungente di molte serate in questa stagione”.
Il punto sulle indagini
Parallelamente continua l’indagine da parte della questura di Bolzano che sta passando al vaglio tutti i fotogrammi delle (numerose) telecamere che insistono su piazza Erbe. Al momento le identificazioni certe sono sei. Tutti soggetti di nazionalità albanesi, giovani e già noti alle forze dell’ordine. Altri sono ancora al vaglio dei poliziotti. I provvedimenti possono essere vari, dal Daspo urbano alla denuncia, ma bisognerà anche capire quale sarà la versione degli identificati. Il nodo più complicato da sciogliere è capire cosa sia successo negli attimi immediatamente antecedenti la rissa in piazza. Specie considerando che gli aggressori (che arrivavano da via Museo) sono comparsi sulla scena già pesantemente alterati. Il tutto, comunque, è stato repentino perché appena un quarto d’ora prima della rissa una pattuglia della polizia municipale aveva controllato l’area senza riscontrare tensioni o criticità.
Gennaccaro: “Ci vuole un intervento legislativo”
Tra i presenti in piazza poco prima dello scoppio violento anche l’assessore comunale Angelo Gennaccaro: “Ho incontrato un gruppo di ragazzi che aveva una cassa grande dalla quale ascoltava musica ad alto volume. Come faccio sempre in queste occasioni mi sono avvicinato per chiedere di abbassare nel rispetto di una convivenza in piazza che è delicata. Uno di loro si è avvicinato a muso duro chiedendomi il tesserino della polizia e altri tre mi hanno accerchiato. Non è successo nulla ma mi sono sentito davvero a disagio”. Hanno ragione, allora, gli esercenti a chiedere un tavolo sicurezza? “Da parte nostra massima disponibilità ad incontrarci e non sarebbe nemmeno la prima volta. Purtroppo si tratta di poche persone che possono minare la tranquillità di un’area importante per la vita della città ma è difficile allontanarle. Si può comminare il Daspo, certo, però non è detto venga rispettato o sia davvero risolutivo. Esiste, dunque, anche un problema legislativo a monte sulla possibilità di tenere davvero lontane certe persone. E’ complicato”.