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Mutui, in Alto Adige è fuga dal tasso variabile: l’80% sceglie il fisso

Nicola Calabrò, CEO di Sparkasse parla di una minoranza di mutui a tasso variabile, che sta mangiando la metà dello stipendio degli intestatari

La BCE alza i tassi di interesse di un ulteriore 0,25%: Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea fa intendere che la strategia per il futuro non sarebbe di raggiungere ulteriori incrementi ma di mantenere il livello – piuttosto alto – stabile nel tempo.  Scopo dell’operazione è ricondurre i livelli inflattivi ad un tasso sostenibile.

TASSI IN RIALZO: CHI SORRIDE E CHI NO

Se questa notizia porta un sorriso sui volti di quanti hanno la possibilità di investire in obbligazioni o di versare parte del proprio capitale in un conto deposito – che vedranno la propria fiducia remunerata con profitti più alti-decisamente meno allegri sono quelli che negli ultimi anni hanno stipulato un mutuo a tasso variabile.

Con le rate che “Prima si pagavano con un terzo dello stipendio ed ora valgono la metà del guadagno mensile”, nelle parole del CEO di Sparkasse Nicola Calabrò, i detentori di questo tipo di strumento sono sulle spine dalla fine dello scorso anno.

DAL 2016 80% DEI MUTUI A TASSO FISSO

Quanti sono? Pochi, quelli che si sono rivolti a Sparkasse: “Dal 2016 la maggioranza dei clienti ha scelto il tasso fisso per il mutuo casa e ha potuto approfittare di tassi molto vantaggiosi anche per operazioni di lungo periodo. In Sparkasse parliamo dell’80% dei clienti che ha stipulato il mutuo nel triennio 2019-2022.”

Nicola Calabrò
Nicola Calabrò CEO di Sparkasse (foto LinkedIn)

La platea di quanti hanno scelto il variabile, quindi, è formata soprattutto da chi ha aperto il mutuo diversi anni fa. Ancora Calabrò: “Si tratta di persone che hanno beneficiato per anni di tassi bassissimi, ridotti al solo spread perché l’Euribor è stato a lungo negativo, con un interesse sul capitale preso in presto intorno all’1, 1.5%. Se consideriamo che un mutuo dura in media 12-15 anni, capiamo che questo gruppo di clienti ormai è fortemente ridotto.”

SE IL TASSO E’ TROPPO ALTO SI PUO’ ALLUNGARE IL MUTUO

Ci sono, però, anche quelli che hanno optato per il tasso variabile anche in anni recenti. Secondo il CEO di Sparkasse, chi l’ha fatto – in pochi, dice Calabrò – ha compiuto una scelta anomala e poco avveduta, considerando che il tasso fisso proposto all’epoca era davvero basso.  

Che fare, se si fa parte di questa cerchia? “Il cliente che non ha arretrati può recarsi in banca e chiedere di allungare la durata del mutuo di 3 o 4 anni, in modo tale da spalmare l’esubero rispetto alla rata iniziale e tornare ad un esborso mensile compatibile con le proprie possibilità.”

MUTUI RALLENTATI E TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI

Nonostante la fase delicata, la richiesta di mutui per la prima casa fatta a Sparkasse in provincia di Bolzano è solo rallentata, ma non ferma. Diverso invece il discorso per quanto riguarda le imprese che stanno posticipando nuovi investimenti non solo per il rialzo dei tassi ma a causa di una fase congiunturale difficile.

Di certo non manca chi presume che le banche stiano facendo affari notevoli in questo periodo. Sulla tassazione degli extraprofitti Calabrò esprime dei dubbi circa la base normativa: tassare su un periodo di imposta già chiuso non sembra compatibile con la legge. Inoltre, la misura così com’è potrebbe avere l’effetto di indebolire particolarmente gli istituti di credito piccoli e medi, che impostano la loro attività soprattutto sull’erogazione di mutui e prestiti e infine, chiude “Una misura così si sarebbe dovuta concertare con le parti in causa.”

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