Lavorare tre o quattro giorni alla settimana: il modello Dr. Schär
L’azienda li chiama “laboratori del cambiamento”: sono le sperimentazioni di flessibilità lavorativa che Dr. Schär sta testando nelle proprie sedi produttive
Lavorare, anche se sembra un controsenso, costa tempo e denaro. Dalle ore passate in macchina per raggiungere l’azienda – con relativa spesa per il trasporto – all’assistenza all’infanzia o agli anziani, per il periodo in cui si manca da casa.
In un mercato del lavoro globalmente in evoluzione, in cui le generazioni più mature lasciano il passo a Millennials e Gen Z, la necessità di intercettare i bisogni esplosi negli ultimi – difficili – anni, sta rendendo le aziende sempre più disponibili ad aprirsi a nuove modalità.
DR. SCHÄR ED IL LAVORO FLESSIBILE IN FABBRICA
La novità, presso l’altoatesina Dr. Schär, è che il lavoro flessibile, realtà impostasi negli uffici nel complesso periodo della pandemia, oggi trova spazio anche negli stabilimenti di produzione.
Diverse le strategie per rendere i turni più conciliabili con la vita privata: dalle 10 ore su quattro giorni dello stabilimento di Glasgow, alla pianificazione a lungo termine della Spagna, fino allo “sconto” di un giorno sulla settimana lavorativa ai tecnici in servizio di notte a Laives e Postal.
I LABORATORI DEL CAMBIAMENTO DR. SCHÄR
Tra questi “laboratori di cambiamento”, come li definisce Hannes Berger, CEO di Dr. Schär, spicca la sperimentazione iniziata alla fine di febbraio negli stabilimenti di produzione statunitensi. In New Jersey, infatti, l’azienda, in accordo con i lavoratori, sta procedendo con turni di 12 ore che lasciano quattro giorni liberi, da dedicare alla famiglia e a sé stessi, ogni settimana.
“L’attenzione all’equilibrio tra vita privata e lavorativa, l’avere scopi socialmente rilevanti e dimostrare concretamente di tutelare la parità ed abbracciare le diversità, oggi sono fattori fondamentali perché un giovane professionista decida di proporsi ad un’azienda. Abbiamo 18 sedi in 11 paesi, in cui lavorano 1600 persone. Attrarre talenti e motivarli a restare è indispensabile per garantire la competitività e quindi la sostenibilità dell’impresa.”
Queste le motivazioni, nelle parole di Berger, che spingono Dr. Schär a ricercare e testare nuovi modelli lavorativi, da proporre in tutti gli stabilimenti del gruppo, sempre a seconda delle necessità e della cultura locale: “Come dicevo, siamo ancora in fase sperimentale. Se i modelli proposti non dovessero funzionare a dovere, o se dovessero emergere nuovi fattori, non avremmo problemi ad operare ulteriori cambiamenti.”