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“Benzina alle stelle? Guadagniamo tre centesimi al litro”

La benzina a Bolzano è più cara che nel resto d’Italia. Le parole della presidente Faib Passerini: “Tutto qui costa di più ma i gestori delle pompe guadagnano sempre lo stesso”

di Alan Conti

“Mi scusi perché in Alto Adige tutto il resto costa meno della benzina?”. Emanuela Passerini è la presidente Faib e, dalla struttura a marchio Eni cher gestisce in via Roma, commenta così le classifiche che vogliono Bolzano in testa alle classifiche italiane per costo del carburante alla pompa. “Mi stupisce sempre molto che attorno al prezzo della benzina ci sia sempre grande scandalo quando abbiamo gli immobili di gran lunga più cari del Paese e un costo della vita che è diverse tacche sopra le altre regioni italiane. Perché la benzina dovrebbe fare eccezione?”. Perché in questo momento è forse il rincaro che colpisce maggiormente la vita quotidiana delle famiglie assieme alle bollette. “Vero però si commette un errore a chiederne conto ai benzinai perché i prezzi alle pompe non vengono certo gestiti da noi. Le grandi società petrolifere fissano i costi al cliente mediante dei cluster che sono determinati anche dalla concorrenza e dal generale costo dei servizi di un territorio. In Alto Adige inevitabilmente sale”.

“Non tutta la benzina è uguale”

Non si rischia di spostare il mercato verso le cosiddette compagnie no logo?  “La benzina non è tutta uguale – continua Passerini – e questo al consumatore non viene detto abbastanza. La qualità varia molto quando si scende di prezzo e poi ne risentono mezzi e prestazioni. L’imposizione di un prezzo medio da parte dello Stato non farà che acuire questa sensazione. Si restituisce l’idea che i carburanti siano uguali dappertutto”. Un po’ come costringere pizzerie o pizze al taglio ad esporre il prezzo medio della pizza in Italia? “Esatto, ne esistono di molteplici qualità diverse con differenze evidenti”.

“Il guadagno su un litro di carburante”

Torniamo ai conti più aridi: quanto guadagnate dall’erogazione di carburante? “Trenta millesimi al litro quindi più o meno 3 centesimi al litro. Badate bene: cifra che rimane stabile con qualsiasi tipo di prezzo al consumatore. I clienti, tuttavia, se la prendono con noi. Per avere un parametro basti pensare che il taglio delle accise pesava per 30 centesimi al litro: dieci volte quello che è il nostro guadagno. I prezzi alti, quindi, non sono certo un assist per i gestori”.

Accise che rimangono sul territorio

In Alto Adige, comunque, possiamo considerarci fortunati sulla destinazione delle accise. “Tornano sul territorio. Questi balzelli pesano per 200 milioni di euro l’anno sul bilancio provinciale. Rispetto alle altre regioni dove le accise finiscono dritte a Roma qui dovremmo anche essere tutto sommato contenti”.  Per avere un’idea concreta di applicazione il pacchetto di aiuti alle famiglie per fronteggiare le bollette ottenibile con l’Isee è stato finanziato proprio con 200 milioni di euro. “È un esempio. C’è, comunque, anche un tema trasporti perché la benzina che arriva da noi parte tutta da Marghera in provincia di Venezia e sporadicamente dalla zona di Ravenna. In ogni caso siamo la destinazione più lontana e quindi più cara. I differenti prezzi operati dalle compagnie, infine, sono sempre un gioco di equilibri”. In che senso? “Banalmente il prezzo ribassato del self service è possibile solo perché c’è chi spende di più per il servito. Così come quello più basso nelle città funziona solo perché in autostrada è rialzato. Ugualmente il prezzo più alto in Alto Adige può essere utile ad equilibrare quello più basso in zone dove, logisticamente e concorrenzialmente, la benzina costa meno. Può non piacere ma noi ci possiamo solo adeguare”.

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