Studio a Tel Aviv: “Nessuna prova che i pipistrelli abbiano trasmesso il Covid”
Per mesi sono stati indicati come i responsabili principali della pandemia da Covid 19 eppure non esiste alcuna prova inconfutabile che la pandemia sia stata innescata dai pipistrelli. Ad affermarlo è uno studio dell’Università di Tel Aviv in Israele pubblicata sul giornale scientifico iScience Journal. La tesi di fondo è che sì, questi animali sarebbero stati portatori di Sars Cov 2 ma non esiste alcuna evidenza certa che ne siano anche stati vettori. Il virus c’era, dunque, ma non si sa nulla di quale sia stata la sua provenienza prima del pipistrello né del suo effettivo sviluppo in termini di contagiosità. Il loro sistema immunitario, infatti, permette di affrontare facilmente virus che sono considerati letali per altri mammiferi e questo li porta ad essere concepiti come serbatoio di molte malattie. “In realtà – specifica Maya Weinberg del laboratorio del laboratorio dell’ateneo di Tel Aviv – questo avviene perché sono sierologicamente positivi. In altre parole hanno tanti anticorpi”.
UNA RISPOSTA IMMUNITARIA CHE INIBISCE IL VIRUS
L’interpretazione del dato, dunque, va calata nella sua realtà empirica. “Il pipistrello ha tanti anticorpi perchè sono resistiti alla malattia e hanno sviluppato una risposta immunitaria. Una volta vinto del tutto il virus se ne sono liberati e smettono di essere vettori con patogeni non sufficienti a considerarli senza ombra di dubbio i vettori. Non solo, ci sarebbe un perfetto bilanciamento tra i meccanismi infiammatori dell’animale e la risposta immunitaria portando, di fatto, ad impedire lo sviluppo pieno del virus nel corpo del pipistrello ed eliminando così l’animale dai possibili serbatoi motori della pandemia. Anche fra specie diverse”.