Zecche, forasacchi e vipere: come tenere i nostri cani al riparo dalle insidie estive
Per proteggere i nostri amici animali non è necessario rinunciare alle passeggiate all’aria aperta. Con qualche accortezza ed osservando le regole, il peggio può essere evitato
L’estate, lo sappiamo, è una stagione che si presta alle passeggiate all’aria aperta con i nostri amici a quattro zampe. Boschi e laghi, però, oltre a riempirci di meraviglia con la loro bellezza, nascondono anche qualche insidia per i nostri cani e per noi.
Christian Sanin, medico veterinario presso la clinica Tre Santi a Bolzano e Laives, ci illustra quali sono le principali incognite a cui prestare attenzione durante le passeggiate estive con i nostri animali.

Dott. Sanin, qual è la prima cosa a cui stare attenti quando si passeggia con un cane in mezzo al verde?
Sicuramente, pulci e zecche. La raccomandazione è di utilizzare un repellente. Ce ne sono molti in commercio: dal collarino, alle gocce che si applicano, fino alle compresse.
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Mentre le pulci sono specie specifiche – il che significa che non si trasmettono dall’animale all’uomo- le zecche possono pungere sia noi che loro. Questi parassiti possono trasmettere malattie infettive con esiti anche gravi nell’uomo. In considerazione di questo frangente è utile ricordare che è disponibile il vaccino. In alcune zone, come il lago di Monticolo, la presenza di questi parassiti è tale per cui, nonostante le precauzioni, è molto probabile essere punti. Avendo preso i necessari accorgimenti, anche a fronte di una puntura di zecca infetta, la conseguenza non sarà che un ponfo rosso, sia per il cane che per l’uomo.
In questo periodo si notano spesso serpentelli, anche ai bordi delle strade di campagna. Rappresentano un pericolo per i nostri cani?
La vipera è la protagonista dell’estate. Si trova in zone assolate, sotto ai sassi, in montagna. E’ pericolosa anche per gli animali, a meno che in quell’eventualità il suo morso sia secco, ovvero privo di veleno. A parte la possibilità di shock anafilattico, la gravità della situazione dipende da quanta sostanze venefica viene iniettata, dal peso della vittima e dalle sue condizioni generali: se le dimensioni del cane attaccato sono ridotte e l’animale è debilitato, la situazione è più grave. In ogni caso il paziente va portato subito dal veterinario, che tenterà una terapia sintomatica.

E gli insetti?
Dobbiamo citare la processionaria, che dispone di setole molto urticanti ed è pericolosa anche per l’uomo che la dovesse toccare. Il problema per il cane è la lingua. Se il nostro animale dà una leccata profonda alla processionaria, rischia di averne danni molto ingenti a livello buccale e linguale. Anche in questo caso è necessario correre dal veterinario che somministrerà una cura sintomatica, sperando che non si giunga alla necrosi della lingua, che andrebbe parzialmente amputata.
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La puntura di vespe e api produce dolore, come per noi. Qualche cane che va a caccia di insetti potrebbe ricavarne una puntura in bocca. A meno di shock anafilattico, il risultato è dolore e gonfiore sul muso, non solo dove si è stati punti. Nell’eventualità, il veterinario disporrà una terapia cortisonica.
Il mondo vegetale è privo di insidie per i nostri animali?
Non proprio. Da noi non è diffuso, ma nel centro Italia, ad esempio, è molto presente il forasacco, che entrando nelle narici e nelle orecchie procura chiari sintomi agli animali: starnuti e scuotimento della testa tipo otite. Il forasacco può anche insinuarsi tra le dita e dare origine a granulomi locali.
Piante velenose, se ingerite, possono provocare vomito e diarrea, ma ciò che troviamo nei prati, comunemente non crea problemi. L’ingestione di un fungo velenoso porterebbe alle stesse conseguenze che per l’uomo. Ad esempio, alcuni tipi di Amanita, se inghiottiti e non rigettati inducono necrosi epatica e quindi morte.
Un’ultima indicazione?
Oltre ad essere esplicitamente vietato, è preferibile non lasciare mai i propri animali liberi di girovagare nel bosco, sia per la loro incolumità che per quella della fauna endemica, che delle altre persone a passeggio.

Un esempio di incontro che potrebbe finire male è quello con la volpe. Nonostante la rabbia in Italia sia una malattia non più diffusa, è successo che volpi affette da rabbia provenienti da altre zone d’Europa riuscissero a raggiungere i nostri territori. La patologia si chiama così perché annienta i freni inibitori, toglie la paura e spinge gli animali a mordere. Se il nostro cane dovesse essere morso da una volpe con rabbia, non avrebbe scampo. Non solo, contraendola a sua volta diventerebbe un pericolo mortale per noi e per chiunque – uomo o animale- dovesse incontrare.