Quando basta la parola: storia dello Studio 54
🎧 Dj Franco B domani sera dalle ore 18.30 porterà la sua Time Machine al Three Wine Bar in via Edison Bolzano. Nell’attesa di vedervi stasera vi racconta la storia dello Studio 54.
Il #Cosmic di Lazise negli anni ‘80, la Baia Imperiale di Gabicce negli anni ‘90, per i nottambuli delle discoteche di quegli anni bastava solo nominare il locale per sapere qual’era il tipo di musica che si ballava: l’afro per il primo, la #techno per il secondo. Eppoi per entrambi c’era il dresscode, di certo non obbligatorio, ma sicuramente gradito dai frequentatori diventando nel tempo una moda imprescindibile per sentirsi parte integrante dell’evento.
Ma già negli anni ‘70 nasce un locale che in brevissimo tempo diventa un fenomeno di portata planetaria capace, a distanza di quasi 50 anni, di aprire ancora dei veri e propri cassettoni della memoria solo a nominarlo. Sto parlando dello Studio 54 di New York, discoteca che prende vita nella 54a strada di Broadway nelle sale utilizzate in precedenza dalla CBS per trasmissioni radio-televisive. Fin da subito la gente fa a “cazzotti” per entrare nel locale: al suo interno ogni serata è esclusiva, la trasgressione la fa da padrona. All’esterno la selezione è rigidissima, eppure la gente è disposta a stare in coda per ore senza avere la certezza di riuscire ad entrare.
Una delle tante attrattive è quella di incontrare #vip dell’epoca ed abituali frequentatori dello Studio 54; attori come Woody Allen, Robert De Niro e Sean Connery, cantanti del calibro di David Bowie,Michael Jackson e John Lennon, pittori come Andy Warhol e Salvador Dalì, stilist quali Karl Lagerfeld, Tom Ford ed Elio Fiorucci.
Ma un’altra grande attrattiva è data dalla musica e dal modo come viene proposta dai vari dj resident. Fino ad allora non si prestava molta attenzione ai mixaggi, i dj riempivano lo spazio tra un disco e l’altro con la loro voce. Ora invece i dischi vengono messi in battuta, si ricerca l’omogeneità nella transizione tra un disco e l’altro. E’ una vera e propria innovazione epocale.
Sono gli anni della #disco music, brani dance con forti influenze funky e soul, dove la parte strumentale è affidata a vere e proprie orchestre. Un esempio? Barry White e la sua Love Unlimited Orchestra, un vero e proprio “gigante” di quegli anni, capace di sfornare una quantità industriale di successi ancora attualissimi. Ma non è di certo l’unico. E’ un periodo molto fertile in termini di produzioni musicali, molti sono i brani riempi-pista che ancora oggi vengono ballati nelle serate a tema. Come non ricordare colossi come i Bee Gees, Earth, Wind & Fire, Chic, Donna Summer, Sylvester, Giorgio Moroder…
Ed ecco che basta dire “Studio 54” che la mente sale sulla macchina del tempo ed in un nano-secondo attraversa l’oceano per farci approdare nell’intramontabilemusica degli anni ‘70 e ‘80.
Non è quindi assolutamente un caso che brani, scritti oramai 50 anni fa, continuino a splendere più che mai, ad essere richiesti e ballati nelle varie serate, canzoni ch hanno l’incredibile forza di evocare in ognuno di noi momenti felici del nostro passato.
Per la serie: quando “basta la parola…”.
✍️ Dj Franco B