DNA dei cani, tempi lunghi per richiamare gli inadempienti
Un’interrogazione in consiglio provinciale mette a nudo nuove incertezze legate alla legge sulla profilazione del DNA canino. Palazzo Widmann non sa quando potranno partire i richiami né chi si dovrà occupare del controllo delle deiezioni. L’aiuto da parte dello Stato ai Comuni? Da definire. La partenza delle raccolte nei Comuni? Ancora da perfezionare
“Chi non ha ancora effettuato il prelievo del DNA sul proprio cane difficilmente riceverà un avviso a breve. Il numero limitato di personale amministrativo presso il servizio veterinario comporterà tempi di lavorazione più lunghi”. A spiegarlo è candidamente la Provincia con l’assessore competente Luis Walcher in risposta ad un’interrogazione presentata dalla consigliera provinciale Madeleine Rohrer. Con buona pace di chi la profilazione l’ha già effettuata. E pagata. Arriva, inoltre, una conferma sull’aspetto (non secondario) di chi dovrà effettuare i controlli sulle feci abbandonate. “Bisognerà chiedere ai Comuni“ la risposta lapidaria a precisa domanda da parte dell’esponente dei Verdi. Il quadro che ne emerge, dunque, è semplice: la Provincia ha avuto premura di imporre la profilazione senza avere le idee chiare su come inviare in tempi stretti i solleciti (e comunque siamo già praticamente a marzo) e senza sapere chi si prenderà la responsabilità dei controlli previo accordo con i Comuni.
Il piano di prelievo nei Comuni
L’interrogazione offre qualche altro spunto interessante. La fornitura di kit a basso costo per la profilazione di massa nei Comuni annunciata alla fine dello scorso anno, per esempio, non è mai stata nemmeno avviata. “Le aziende non forniscono sconti” scrive Walcher. Con i numeri da recuperare e il bisogno di effettuare tamponi non stupisce che nelle eventuali trattative il maggiore potere contrattuale lo abbia chi fornisce rispetto a chi riceve il servizio. Si è ancora in attesa, peraltro, di sapere quali Comuni attiveranno i prelievi a tariffa agevolata e dove: “Il piano è in fase di ultimazione e non appena saranno chiariti gli ultimi dettagli le informazioni saranno fornite alla cittadinanza. L’organizzazione rimane in capo al Consorzio dei Comuni e ai Comuni mentre il prelievo viene effettuato da veterinari dell’Azienda Sanitaria, liberi professionisti o in pensione specificatamente incaricati”. Il canile sanitario della Sill, d’altronde, ha una capacità limitata e va aiutato: “Nella struttura sono possibili tra gli 800 e i 100 prelievi alla settimana”.
I numeri dei cani sul territorio
In allegato alla risposta il servizio veterinario provinciale ha anche fornito il dato aggiornato della presenza di cani nel territorio con relativa distribuzione territoriale per comune. In totale si contano 40.602 cani di cui 7.557 a Bolzano, 2.975 a Merano, 471 a Vipiteno, 995 a Brunico e 1.339 a Bressanone. In Bassa Atesina 458 a Egna, 242 a Bronzolo, 1.501 a Laives, 261 a Ora e 352 a Salorno. Il comune dove vi sono più registrazioni è naturalmente Bolzano mentre quelli con meno cani nelle famiglie è Ponte Gardena con 14.
“Can che abbaia non morde”
“Can che abbaia non morde – commenta Rohrer – e questa legge continua a fare acqua da tutte le parti senza certezze sui controlli e nemmeno sui richiami. Non è nemmeno chiaro se lo Stato supporterà i Comuni. Tutto è molto fumoso”. Sul meccanismo dei controlli Rohrer prende come riferimento la sua Merano: “In città abbiamo 2.975 cani e recentemente la polizia municipale ha spiegato che 18 speed check vengono sul territorio vengono attivati solo 11 volte l’anno per mancanza di personale. Se queste sono le condizioni mi chiedo quali agenti andranno a controllare le deiezioni. I proprietari dei cani e gli altoatesini meritano qualcosa di meglio rispetto a una legge approssimativa che porta solo costi, burocrazia e non rende le nostre strade più pulite”.
Alan Conti