Alto Adige, solo al 4% dei cani è già stato profilato il DNA
Sono circa 2.000 i cani che sono già stati sottoposti dai proprietari alla profilazione del DNA che sarà obbligatoria in Alto Adige dal 2024. Il direttore del servizio veterinario Zambotto: “Aspettare l’ultimo può essere un rischio”. Contrario Maturi (Centro Destra): “Numero davvero esiguo per una norma che è profondamente sbagliata”
Gli altoatesini rimangono decisamente freddi verso la profilazione del DNA obbligatoria per i loro cani. Secondo i dati del servizio veterinario provinciale, infatti, sono circa 2.000 i proprietari che hanno ottemperato a quello che da inizio 2024 sarà un obbligo di legge. Se rapportato ai 45.000 registrati dalla Provincia parliamo di appena il 4%. Al di là di quelle che sia la convinzione sulla misura introdotta attendere perché contrari potrebbe essere controproducente per i proprietari e costare caro. Ne parliamo direttamente con il direttore del servizio Paolo Zambotto.
“Il dato delle profilazioni è uno di quelli che teniamo costantemente controllato proprio perché sappiano essere un passaggio delicato”
Il prelievo fatto a 2.000 cani pari al 4,4% del totale è un po’ pochino…
“Lo è. Ci preoccupa la possibilità che vi sia un’impennata di richieste negli ultimi mesi dell’anno quando ci si avvicinerà alla scadenza di legge. Si rischia di ingolfare i laboratori. I campioni, infatti, vengono prelevati dall’Asl o dagli studi veterinari ed inviati all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie con sede a Treviso. Vero è che una volta fatta la profilazione quella rimane per sempre ma può essere si debba attendere di più. Senza contare che la lista d’attesa del servizio veterinario Asl rischia di allungarsi sensibilmente”
Non tardano, invece, le critiche per una misura che viene avvertita come un balzello sui cani. Di fatto una tassa sulla proprietà dell’animale.
“Tecnicamente può anche essere inquadrata come una tassa una tantum ma dire che il fine sia il guadagno dell’amministrazione non è corretto. Il prelievo viene effettuato al prezzo di costo dell’elaborazione della profilazione. Chi si rivolge, per esempio, al canile sanitario della Sill paga quei 65 euro che servono a coprire i costi del procedimento. Non di più. La Provincia non ci specula”
E i veterinari?
“Con le liberalizzazioni sono liberi di applicare un sovrapprezzo come no. Persino la misura dello stesso la possono determinare in libertà. Ognuno deciderà come desidera. Certo è che se si attende troppo le liste d’attesa dell’Asl si allungheranno e, di riflesso, molti potrebbero riversarsi sui veterinari. Per questo è più sensato muoversi per tempo”
Che succede se i proprietari decidono di non sottoporre il cane alla profilazione?
“Che andranno incontro ad un’infrazione della norma. L’Asl procederà ad un controllo incrociato dei proprietari individuando chi ha solo il microchip senza profilazione. A quel punto scatteranno le sanzioni che superano i 300 euro a cane. A quel punto sì che i soldi spesi andranno nelle casse dell’amministrazione. Attenzione, inoltre, che l’obbligo non decade con la sanzione: rimane da assolvere. E’ come decidere di essere contrari alla revisione dell’automobile decidendo di non farla. Non appena emerge l’irregolarità ci si trova in una situazione difficile”
Certo che solo la nostra Provincia ha deciso di intraprendere questa strada…
“Intanto chiariamo che non si tratta di un’iniziativa dell’amministrazione provinciale. E’ stato il Consorzio dei Comuni e in particolare i centri più grandi come Bolzano o Merano a chiedere l’introduzione di questa disposizione. La Provincia ha semplicemente messo a disposizione le sue strutture. Non è nemmeno vero che siamo gli unici in Italia orientati verso questa decisione. Semmai siamo semplicemente i primi”
Perché?
“Perché altre regioni stanno seguendo con molto interesse quello che stiamo facendo. Territori anche molto vasti come l’Emilia Romagna. Giusto qualche giorno fa, per esempio, abbiamo ospitato una delegazione della Liguria interessata ad approfondire questa misura”
Poi aspetteremo i controlli delle polizie municipali sulle deiezioni, soprattutto nei centri urbani che hanno chiesto questa stretta.
“Guardi, non è solo quello il fine. E’ capitato, infatti, che alcuni cani venissero rubati e poi sottoposti addirittura a cambio del microchip. A quel punto è impossibile ritrovarli e restituirli ai legittimi proprietari. Con il DNA questo non può accadere. Guardiamo la situazione nel suo complesso”.
Maturi: “Prelievo da tre milioni di euro, aumenta il rischio abbandoni”
Tra chi guida la contrarietà alla profilazione obbligatoria troviamo Filippo Maturi della lista civica Centro Destra. “La percentuale del 4% è ridicolmente esigua rispetto al totale dei cani altoatesini con i proprietari che, evidentemente, vedono questa misura come ingiusta. Direi di più: è ingiusta e sbagliata. Questa tassa (perché di questo si tratta) andrà a toccare soprattutto le fasce deboli della popolazione e le persone più fragili. Pensiamo agli anziani: gli studi scientifici dimostrano che gli over 75 con un animale da compagnia sono più protetti dalle malattie ed entrano meno nelle Rsa”. Maturi ha anche fatto due conti. “L’introito complessivo per l’amministrazione provinciale sarà di 3 milioni di euro. Non sarebbe più sensato rinunciarci e proteggere i proprietari di cani che già sono gravati da costi reali in ascesa per cibo e cure veterinarie? Come è possibile che non ci si renda conto che questa misura è un rischio per l’incremento degli abbandoni e un disincentivo alle adozioni?”. La battaglia da vincere sembra essere quella delle deiezioni abbandonate. “Allora innalziamo quelle sanzioni, aumentiamo i controlli e ampliamo le aree cani a disposizione (che già sono poche). Le armi ci sono già. E non richiedono di mettere le mani nelle tasche dei proprietari”.
Alan Conti