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Ara ararauna, controlli e psicologia: “Un impegno per la vita”

La dottoressa Federica Ardizzone, veterinaria esperta in medicina aviare di volatili, racconta quanto sia impegnativo decidere di accogliere un’ara ararauna in famiglia. Dagli screening allo svezzamento passando per psicologia e comportamento

di Alan Conti

Decidere di accogliere un pappagallo ara ararauna è un impegno a lungo termine. Alimentazione, condizioni di vita, legame affettivo con i proprietari e condizioni climatiche di origine rendono la convivenza un progetto serio a lungo termine. Nessuno meglio della dottoressa Federica Ardizzone della clinica veterinaria Centro Storico può spiegarlo. Alleva pappagalli da quando era ragazza e, nel tempo, è diventata particolarmente esperta nella medicina dei volatili. La visita di una giovane ara di un anno e mezzo (Sushine il suo nome) è l’occasione per parlarne scendendo nei particolari. 

“Ovviamente prima dei due anni sono molto piccole. Parliamo di un animale che ha un’aspettativa di vita di 80 anni. A quell’età sono dei giovanissimi esemplari con il carattere ancora non formato”

Dal punto di vista sanitario quali sono le prime preoccupazioni

“È necessario pensare subito ad una serie di test di screening finalizzati all’individuazione delle cinque malattie infettive principali come Chlamydia Psittaci, poliomavirus, bornavirus, circovirus o herpes virus. Sono infezioni che possono portarsi dietro a vita risultando portatori sani per anni. Chlamydia, in particolare, è trasmissibile anche all’uomo quindi va tenuta sotto controllo. Non bisogna allarmarsi ma è giusto essere cauti e capire se vi siano infezioni. Una volta escluse da giovani se l’ara non ha contatti con altri simili durante la sua vita si può rimanere tranquilli. Se invece entrano a contatto con conspecifici va rifatto il test”

Nel concreto cosa si deve fare? 

“Si ricercano dna o rna del virus. Per farlo effettuiamo dei prelievi con tampone oculo-congiuntivale, delle coane e della cloaca. Servono poi una goccia di sangue che effettuiamo dal collo dell’animale e una penna. Una volta recuperati i campioni questi vengono spediti al laboratorio per le analisi e otteniamo i risultati nel giro di una settimana”. 

Come si controlla quotidianamente lo stato di salute del proprio pappagallo? 

“Un’ottima abitudine è la verifica regolare del peso. Se dovesse calare va immediatamente contattato il veterinario perché è probabile che questo sia un segnale di qualcosa che non sta andando per il verso giusto. È un campanello d’allarme”

Come lo si pesa? 

“Un buon metodo è appoggiare il traportino sulla bilancia, fare la tara e poi inserire l’ara”

Ecco, parliamo del trasportino…

“Prego”

Che caratteristiche deve avere? 

“Ne esistono di vario tipo. Quando si viene dal veterinario, per esempio, è importante sceglierne uno aperto sui lati in modo da permetterci di osservare il pappagallo anche senza estrarlo. Questo per due motivi: da una parte ridurre al minimo lo stress del tirarlo fuori e contenerlo e dall’altra ppoterlo valutare anche quando si ambienta in ambulatorio dopo 15-20 minuti. All’inizio sono troppo agitati o stressati per accorgersi di alcuni atteggiamenti che potrebbero essere spia di qualcosa da verificare”

Come ci si accorge dell’animale sotto stress? 

“Come per gli esseri umani gli individui possono rispondere in modo differente. Qualsiasi tipo di comportamento anomalo tra grida, urla o movimenti a scatti deve portare ad una certa attenzione”

A casa invece come si può tenere un’ara al meglio?

“Attenzione alle corde perché le mordono e potrebbero ingerirne delle parti. Per i posatoi meglio prediligere il legno con foglie come corteccia o abete. Il pino può andare bene ma solo nelle porzioni senza resina dove potrebbero rimanere invischiate. Le punte più strette con gli aghi a cespuglio, per esempio, sono molto apprezzate. Bisogna tenere conto che soo animali iper distruttivi con quello che si trovano attorno”

E l’alimentazione?

“Va calibrata molto bene quindi è bene approfondirlo con un veterinario. Va tenuto presente, comunque, che le ara rispetto ad altre specie hanno bisogno di una percentuale di grassi più alta”

Vanno alimentati con la siringa?

“Almeno in età molto giovane sarebbe auspicabile mantenere in parte questa somministrazione perché rafforza il legame ma consente anche di consolidare un’abitudine alla siringa che potrebbe essere determinante dovesse essere necessario somministrare dei farmaci per bocca. Tutto senza viziarla troppo”

Come sono i tempi di sviluppo di una giovane ara?

“Si svezzano molto tardi. A volte in natura rimangono con i propri genitori anche per anni perché sono animali molto sociali con strutture particolari. Un po’ come i grandi primati o i delfini. A quattro anni abbiamo lo sviluppo sessuale completo con la definizione del carattere. Solo allora possiamo sapere esattamente con che ara abbiamo a che fare. Questo, purtroppo, significa anche che ci accorgiamo molto tardi di eventuali danni comportamentali verificatisi in tenera età. Ricordiamoci che sono animali con un quoziente intellettivo molto alto quindi tutto quello che concerne la psicologia o il comportamento assume una notevole rilevanza”

E’ vero che non fate assistere ai proprietari ai prelievi per non farle arrabbiare?

“Sì, ma va precisato: non facciamo assistere nei soggetti pet quindi allevati a mano. Il rischio è che l’animale possa associare l’evento al proprietario anche se si tratta di esami molto poco invasivi”

Sono uccelli sudamericani. Avranno bisogno del sole.

“Assolutamente. L’esposizione solare senza filtri è determinante e migliora in modo sensibile anche il piumaggio. Specialmente per le femmine, inoltre, il sole è centrale nella fissazione del calcio (che viene somministrato anche con specifici integratori). Sarebbe sempre preferibile l’esposizione naturale ma in determinate circostanze si possono utilizzare anche lampade Uv”

Massima attenzione, inoltre, alla qualità dell’aria.

“Questo è davvero importante. Loro hanno un apparato respiratorio molto sviluppato e sensibile. Bisogna essere cauti con qualsiasi emissione potenzialmente fastidiosa: dalle sigarette alle stufe passando per il phon. Capitolo a parte merita il teflon con cui sono rivestite le padelle antiaderenti. Per questi volatili è estremamente tossico mentre noi nemmeno lo avvertiamo. Ecco perché non bisogna mai tenere il pappagallo nella stanza dove si cucina. Arieggiare, inoltre, è necessario e utile. Sempre prestando attenzione a non abbassare troppo la temperatura dell’ambiente dove vive l’ara”

Parliamo del sessaggio (determinazione del sesso).

“Volentieri”

Quanto è affidabile?

“Dipende dalla modalità che si sceglie di utilizzare”

Facciamo una panoramica.

“Può avvenire analizzando la penna, con un’endoscopia o prelievo sanguigno. La prima soluzione non è sempre attendibile al 100% mentre gli altri due danno questa garanzia. Tramite esame endoscopico è anche possibile vedere la morfologia delle gonadi vedendo anche che tipo di maschio o di femmina sono. Indicazioni che sono molto preziose”.

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