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Volano le vendite di Campari ma gli aperitivi costeranno di più

Campari Group presenta una trimestrale da boom di vendite ed utile. Il brand che trascina è Aperol e il mercato di punta sempre quello degli Stati Uniti. L’aumento dell’inflazione, però, porterà ad un costo più alto degli aperitivi

di Alan Conti

Quanto piace nel mondo Campari. Il gruppo dell’alcolico rosso per antonomasia ha pubblicato i risultati economici dei primi nove mesi del 2022 con le vendite nette che salgono a poco più di 2 miliardi di euro. Il saldo positivo è abbastanza impressionante: +27,3%. L’utile prima delle imposte arriva a 483,4 milioni in crescita di un +40,8% rispetto allo stesso periodo del 2021.

La ricetta del Campari Spritz direttamente da… Campari

LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE AIUTANO

Sono stati gli aperitivi nel loro picco stagionale a trainare la trimestrale. A dirlo è la nota che accompagna i risultati: “Il brand ha una dinamica molto robusta che si abbina ad un effetto prezzo. Le condizioni meteorologiche favorevoli, inoltre, hanno aiutato a prolungare la stagione degli aperitivi. A questo vanno aggiunte le buone performance dei brown spirits”.

CHI TRASCINA CAMPARI? APEROL

Andiamo, però, a curiosare tra le vendite dei brand che hanno una diffusione globale. Aperol cresce del +31,4% con la Spagna (+100,8%), Stati Uniti (+56,75) e Germania (+35,4%) a trainare. Solida anche la posizione in Italia con un +25,5%. Campari, dal canto suo, segna un +29,9% con l’Italia a fare la parte del leone con un +34,1%. Bene anche il settore della mixology casalinga con Campari Spritz che ha assorbito un riposizionamento di prezzo senza particolari scossoni. Crescono anche Campari Soda (+9,2%) e Crodino (+20,6%). Il mercato principale, comunque, rimane quello statunitense dove l’espansione è pari al +14,6% grazie al consumo a casa.

Il corporate video di Campari Group

INFLAZIONE? PREZZI PIU’ ALTI

L’ebitda (l’utile al netto di finanziamenti, imposte, interessi e ammortamenti) è pari a 557,8 milioni di euro con una crescita organica del 19,5% rispetto al 2021. “La pressione inflazionistica – commenta il ceo Bob Kunze Concewitz – crea qualche timore ma può essere mitigabile con incrementi di prezzo. Soprattutto il vetro ha avuto un’impennata impressionante perché strettamente legato all’energia elettrica”. Ora, dunque, potrebbe esserci un nuovo riaggiornamento dei listini che dovrebbe essere limitato in Italia ma porterà quasi sicuramente ad aperitivi più cari.

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