BZ News 24
BolzanoCronacahome

Gabanella, l’attrice bolzanina al Festival di Venezia con un film sui lupi

Il Festival di Venezia si apre con la presenza in Laguna dell’attrice bolzanina Caterina Gabanella. Interpreta una parte nel film “Nina dei Lupi”, pellicola che tratta anche il tema del rapporto con la natura e con questi animali. Attuale anche alle latitudini regionali

di Alan Conti

Il rapporto dell’uomo in un film con i lupi come ancora di salvezza di un mondo ormai declinante, sparito e distopico. Il tutto girato in Trentino e con una bolzanina a recitare tra gli attori protagonisti. “Nina dei Lupi” è una pellicola che esordisce mercoledì 30 agosto al Festival Venezia (in apertura delle Giornate degli Autori) con una premiere mondiale in Laguna. Da giovedì 31 agosto sarà anche nei cinema italiani con la forza di un tema che è centrale nella discussione politica, sociale e territoriale. La convivenza con la natura in generale è sempre stata un nodo dirimente dell’anima dell’uomo: quello con i lupi in particolare, invece, è più recente e vive spesso di derive populiste nutrite dalla politica.

“Mai dimenticare le proprie radici”

Il film diretto dal giovane Antonio Pisu e prodotto dalla casa Genoma Films di Paolo Rossi Pisu e dalla altoatesina JGB bits Production di Joseph Ronald Crepaldi, dunque, ha un legame fortissimo con la nostra regione. La presenza dell’attrice bolzanina Caterina Gabanella, inoltre, è un elemento ancora più stringente. Non solo, diverse settimane di lavoro sono avvenute sui set allestiti in Valarsa e vicino ad Ala in Trentino. “Quando ero ragazza ero una pattinatrice sul ghiaccio della nazionale italiana – si racconta Gabanella – e non avrei mai immaginato di essere, un giorno, tre le attrici di un film con Sergio Rubini girato nei miei boschi. Per di più con un appuntamento al Festival di Venezia per la prima proiezione. Non ci avrei mai creduto. Evidentemente è così che doveva andare e oggi ne sono sempre più convinta”. Gabanella, in realtà, da diversi anni studia e ottiene brillanti parti nel mondo del cinema e della pubblicità. Questa pellicola, però, le ha dato una nuova consapevolezza. È cresciuta e maturata nella sua arte. “Questo piccolo traguardo mi fa sorridere e mi ricorda che per dare qualcosa in questo mondo variopinto che è il cinema bisogna rimanere fedeli alle proprie radici. Posso vivere a Roma, Milano o studiare a New York ma non smetterò mai, per esempio, di essere un’ex atleta, pattinatrice, nata a Bolzano e laureata in Psicologia. Con i miei amori per la natura, lo sport e la montagna. I miei occhi rimarranno sempre pieni del rosa del Catinaccio, le mie orecchie sentiranno sempre il rumore del ghiaccio e il mio naso sarà sempre rapito dal profumo della neve”. 

A Venezia con gli abiti Luis Trenker

Per il vernissage veneziano Gabanella sarà interamente vestita dalla prestigiosa firma di moda altoatesina “Luis Trenker”. Anche qui l’impronta di casa è evidente. “Da cliente affezionata mi sono permessa di scrivere al brand spiegando l’evento cui avevo il piacere di partecipare. Mi hanno risposto con entusiasmo e insieme abbiamo deciso di portare in Laguna due abiti in anteprima della nuova collezione. Sono orgogliosa di portare proprio nella cornice straordinaria del Festival una marca della mia terra. È un bel traguardo che tagliamo insieme. Senza contare ho anche avuto la fortuna di recitare in un altro film in arrivo intitolato Zweitland con la regia di Michael Kofler che si immerge proprio nella storia altoatesina”.

“Interpreto una donna fragile e disperata”

Oltre alla rappresentatività regionale, però, c’è anche il talento di Gabanella come attrice e la forza di un film che si annuncia dalle tematiche forti. “È una bellissima sceneggiatura che merita grande attenzione. Tratta da un romanzo di Alessandro Bertante e ambientata in un futuro distopico. Io interpreto Giovanna, una giovane donna fragile e disperata. Un personaggio che si trova a fare i conti con la cattiveria del prossimo e la sua stessa debolezza che talvolta la rende, anche lei, cattiva. È fin troppo umana per un contesto come quello del film ma alla fine troverà la via per redimersi”. Un personaggio che è anche profondità. “Troppo umano. Vicina a tutte le donne. Spesso costrette a confrontarsi con la violenza. Spesso messe alle strette. Difficile non tradirsi mai in un mondo così ambiguo. Giovanna cammina su una linea di confine. Si tradisce e si redime”.

“Sergio Rubini un maestro di vita straordinario”

Il cast attorno a Caterina è di quelli che si sognano quando si inizia questa carriera. A partire da un’istituzione del cinema italiano come Sergio Rubini. “Che dire, c’è bisogno di parecchi aggettivi per descriverlo. Un maestro e un intellettuale straordinario oltre che scrupoloso, intelligente, attento e disponibile. Ha una professionalità incredibile. Sono rimasta stupita da come abbia accettato con grande disponibilità di farsi dirigere da un regista molto giovane, di 39 anni. Avrebbe potuto sottrarsi oppure mettersi a disposizione con scetticismo invece è stato coinvolto in modo totale e completamente al servizio dell’idea artistica di questo lavoro”. Con lui, però, anche due donne lontane d’età ma ugualmente affascinanti per come si impongono sullo schermo. “Sara Ciocca è una giovane attrice di grande talento che è già poliedrica, sempre concentratissima e intensa. Poi c’è Sandra Ceccarelli che è più adulta e ha molta esperienza. Questo non le impedisce di dimostrare sempre un modo di recitare fresco, istintivo, viscerale e realmente connesso alla sua identità. Altri attori straordinari presenti nel film e sul set sono Cesare Bocci, Davide Silvestri e Tiziana Foschi”.

Una regia giovane e quei lupi…

Due parole anche per il regista Antonio Pisu. “È il figlio di Raffaele Pisu ed è una persona estremamente elegante ed autorevole. Trova facilmente l’empatia con gli attori per ottenere ciò che vuole e sa dirigere il cast e i reparti con fermezza ed equilibrio. Senza mai alzare la voce. Ho anche scoperto, dopo il film, che fuori dal set si trasforma diventando un simpaticissimo narratore di aneddoti con la battura sempre pronta. Non bastasse è anche musicista e attore lui stesso”. Ci sono, infine, anche i lupi: qualcosa più di co-protagonisti. “Che meraviglia. Erano cani lupo (cescoslovacco) ma con caratteristiche etologiche molto simili a quelle dei lupi. Abbiamo vissuto questo rapporto con loro in un crescendo di vera intensità. Una forma di amore fortissima”. Una connessione emotiva che anche in Alto Adige, forse, meriterebbe maggiore esplorazione. Sottraendo, per una volta, il primordiale rapporto dell’uomo con la natura alla politica. Per ridonarlo all’anima. Come fanno i film.

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?