L’attesa delle vetrine colorate…

Durante la prima riunione del Tavolo dell’economia di Laives è emerso un tema che tocca da vicino l’immagine del centro cittadino: le vetrine dei negozi chiusi. Passeggiando lungo via Kennedy – cuore commerciale della città – non è raro vedere locali sfitti con vetrine oscurate da carta da pacchi, giornali o manifesti. Un effetto complessivo che, come riconosciuto dagli operatori economici presenti, trasmette un senso di trascuratezza e finisce per penalizzare anche le attività ancora operative.

L’assessora al commercio e alle attività economiche Debora Pasquazzo è tornata sul tema, rilanciando una proposta già avanzata nei mesi scorsi ai proprietari dei locali sfitti: rendere più curate e accoglienti le vetrine inattive, anche con piccoli interventi a basso costo. “Una vetrina abbandonata – sottolinea Pasquazzo – non danneggia solo l’immobile che la ospita, ma anche chi lavora accanto, perché crea un impatto visivo di degrado e scoraggia i potenziali clienti”.

L’appello dell’assessora è improntato alla collaborazione: l’obiettivo non è imporre vincoli su spazi privati, ma favorire un senso condiviso di decoro urbano. Tra le soluzioni suggerite c’è l’utilizzo di carta colorata al posto di fogli di giornale o cartoni, così da dare un colpo d’occhio più ordinato e piacevole.

Una lettera ai privati, però, rimane una lettera ai privati e come tale vale. Probabilmente pochino stante  la libertà di fare più o meno quello che si vuole con le vetrine vuote. La svolta di una proposta simile, tuttavia, non è proporla per l’ennesima volta. Ma farla. Come? Qui è la politica che deve trovare, forse, la strada per imporre delle regole più stringenti ai locali vuoti. D’altronde sono loro che, oltre alle lettere, scrivono le regole. 

La proposta delle vetrine colorate fu lanciata a luglio anche a Bolzano dalla giunta Corrarati ma anche nel capoluogo, al momento, non ha avuto alcun particolare seguito concreto. Si attende. 

✍️ Alan Conti