Bolzano: Il 20% dei bambini sottoposti a screening oftalmologico è positivo
Lo screening oftalmologico pediatrico in Alto Adige prevede quattro fasi, dalla nascita ai 6 anni di età. Il 20% dei bambini risulta positivo e può essere curato tempestivamente
La prima verifica dell’efficienza dell’occhio avviene presso l’ospedale di nascita del neonato, al momento della dimissione. In questo frangente sono già individuabili o sospettabili l’opacità della cornea ed il cristallino non trasparente. Anche le patologie congenite, come il glaucoma e la cataratta, sono già rilevabili.
L’iter prosegue negli anni successivi con i controlli ortottici di follow up a 9 mesi, 3-4 anni e 6 anni, avvalendosi della sempre maggiore collaborazione dei bambini e potendo indagare in modo più focalizzato in base all’anamnesi familiare.
“Sentimenti diversi” La disabilità invisibile agli occhi
BOLZANO ECCELLENZA NELLO SCREENING PEDIATRICO DELLA VISTA
Questo è il quadro nella provincia di Bolzano, eccellenza nella prevenzione oftalmologica, in cui si seguono i neonati fino all’età scolare, nella cosiddetta finestra plastica in cui l’occhio può ancora modificarsi e dove è possibile fare la differenza con le cure adeguate, in termini di qualità di vita futura.
“L’aderenza rispetto agli inviti allo screening è altissima e ci consente di individuare tempestivamente patologie di cui il bambino stesso nei primi anni di vita non si rende conto. Il dialogo con i genitori è fondamentale per capire se ci siano familiarità o atteggiamenti del bambino stesso da considerare come sintomi. Al minimo dubbio dell’ortottista, il bambino viene invitato ad un secondo incontro e poi, se se ne rileva la necessità, inviato all’oculista.” Spiega Barbara Pia Hippel, oftalmologa pediatrica presso l’ospedale di Bolzano.

IL 20% DEI BAMBINI E’ POSITIVO E PUO’ ESSERE CURATO
Il 20% dei bambini che segue il programma di screening risulta positivo rispetto ad una patologia, tra cui lo strabismo e l’ambliopia (occhio pigro). Di questi due disturbi, il primo deve essere indagato tempestivamente per escludere patologie più gravi come il retinoblastoma. L’occhio pigro, dal canto suo, non reca sintomi evidenti, ma va curato: se l’occhio che non lavora non viene stimolato bendando l’altro, si rischia di avere una vista scarsa per tutta la vita: “La finestra plastica, quella in cui possiamo lavorare molto bene sulle patologie dell’occhio resta aperta fino agli 8 anni. Va anche considerato che a 6 anni i bambini iniziano ad andare a scuola e hanno bisogno che gli occhi funzionino già bene. Ecco perché è importantissimo aderire al programma di screening e agire sui difetti visivi in tempo.” Commenta la dottoressa Hippel.
Quali sono i sintomi che i genitori possono notare e che dovrebbero spingerli a chiedere il parere del pediatra prima e dello specialista poi? E qual è l’età giusta per indossare gli occhiali? Hippel: “Se un bambino con esotropia strabizza già a 8-9 mesi e ha un occhio molto più ipermetrope o astigmatico dell’altro, si prescrivono gli occhiali, altrimenti si aspetta. Intorno ai due anni si comincia a correggere i vizi infantili, se essi sono gravi. A tre anni avviene la tappa più importante dello screening, che consente di correggere eventuali difetti prima della scuola. Non è detto che servano sempre gli occhiali: essendo l’occhio molto plastico, è possibile che, sotto osservazione, il vizio si corregga da sé. Per quanto riguarda i sintomi, possiamo dire che il miope spesso strizza gli occhi, ammicca, si avvicina allo schermo e ha gli occhi rossi. Possiamo stare attenti ai segni di affaticamento, alla rotazione della testa che può essere segno di strabismo e alla eccessiva fotofobia.”