Addio Dan, ragazzo dal sorriso gentile
A 22 anni Dan aveva ancora molti sogni davanti a sé. L’altro pomeriggio si trovava dove molti di questi trovavano compimento: nei campi della propria famiglia al maso Gob in località Montelargo a Laives. Una zona circondata dalla natura seppur a pochi metri dalla città. Un luogo rurale e urbano al contempo. Un campo, però, che presenta delle pendenze e una di queste ha troncato la vita di Dan Zelger, schiacciato sotto il trattore che stava guidando. Un incidente sul lavoro in piena regola con risvolti particolarmente drammatici considerando che è stato il padre, Richard Zelger (presidente del Consorzio Agrario locale e membro dell’Svp territoriale), a trovarlo ormai privo di vita sotto il mezzo agricolo all’imbrunire. I genitori si erano insospettiti non vedendolo tornare a casa per cena. Hanno chiamato i soccorsi e, disperati, hanno liberato la salma con l’escavatore. Non hanno potuto fare nulla i sanitari della croce rossa o il medico d’urgenza: il decesso era probabilmente sopraggiunto diverse ore prima. Nessuno ha visto cosa sia successo ma, purtroppo, questi incidenti sono particolarmente frequenti sul territorio altoatesino. I carabinieri di Laives si sono occupati di tutti i rilievi con perizia e definiranno nel dettaglio la dinamica che è, in realtà, poca cosa rispetto al dramma che ha colpito la comunità. La famiglia Zelger (Dan lascia anche la mamma e un fratello) è molto conosciuta sia in Bassa Atesina sia a Bolzano.
Può un giovane svanire così? No, non è accettabile. Tra i primi ad esprimere il proprio cordoglio c’è stato il candidato del Team K (ma in questa veste semplicemente un padre) Walter Donegà. “Dan è stato il compagno di mia figlia ed è sempre rimasto molto legato alla nostra famiglia e noi a lui. Per un periodo mi ha aiutato in piscina nei corsi per sub. Era un giovane in gamba, semplice, buono e concreto. Si faceva voler bene da tutti. Morire sotto un trattore a 22 anni è inammissibile ma non è certo il momento della polemica. Solo del raccoglimento e della riflessione. Ieri quando ha appreso la notizia la mia prima reazione è stata di respingerla come irreale. Purtroppo non è così e mi addolora molto”. Toccante anche il pensiero del sindaco Christian Bianchi: “La sua morte ci lascia tutti senza fiato. Quel poco che conserviamo è per stare vicino ai genitori, al fratello e alla sua famiglia. Che gli angeli accolgano il suo sorriso”.
Dan aveva frequentato le scuole tedesche, molte delle sue amicizie arrivavano addirittura dagli anni alla scuola media Franzelin di Laives. Amava il calcio e aveva passato alcuni anni nel Voran Leifers: rincorreva il pallone sin da bambino con il campo sportivo Galizia come centro dell’universo sportivo. Ogni tanto si concedeva qualche puntata al centro giovanile Fly ma, una volta cresciuto, aveva deciso di seguire la passione per il lavoro nel maso di famiglia. Come molti suoi coetanei amava la musica ma con scelte delicate. La descrizione del suo profilo Instagram, per esempio, è il titolo della canzone di James Arthur “Oh darling, all of the city lights”. Sui social, comunque, postava lo stretto indispensabile: amava di più altri luoghi. Come quei campi di mele e viti dove è volato via troppo presto.
Alan Conti