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Economia

Approvato il codice di condotta per il telemarketing: niente più chiamate incessanti

Le aziende di telemarketing si autoregolamentano. Il mercato dei dati, denominato “il nuovo petrolio”, potrebbe d’ora in avanti essere meno selvaggio

Da pochi giorni, Il Garante per la privacy ha approvato il Codice di Condotta per le attività di telemarketing e teleselling. Il codice autoimposto – voluto dalle maggiori società del settore e che annovera tra i promotori Confindustria, Conferesercenti e le associazioni di categoria – non va oltre la legislazione corrente nazionale ed europea: di fatto, esprime un impegno a rispettare norme già esistenti.

Tra le norme riportate dal codice, troviamo l’obbligo della trasparenza sulla fonte del numero di telefono, l’inserimento veloce nelle liste nere di chi non è interessato o revoca il consenso alle chiamate, limitazioni di fasce orarie per le chiamate e l’utilizzo esclusivamente di numeri richiamabili con chiara identificazione dell’operatore.

L’ADESIONE AL CODICE E’ VOLONTARIA

Questo documento di autoregolamentazione viene sostenuto dalla quasi totalità degli operatori e, quantunque l’adesione sia volontaria, non ci si aspettano dinieghi, che segnerebbero irrimediabilmente la credibilità ed il futuro delle società che non si adeguano.

Sulle attività di telemarketing (la pubblicità via telefono) e di teleselling (la vendita via telefono) è calata spesso una coltre fosca: poca chiarezza nei messaggi e nelle proposte, che hanno indotto in errore più di un utente. Molti anziani ed in generale i meno avveduti, si sono trovati ad aver attivato contratti telefonici, di forniture energetiche o simile, senza praticamente essersene accorti o avendone travisato le condizioni.

IL MERCATO IMPONE IL CAMBIO CULTURALE

Dopo anni di “giungla” gli utenti sembrano sempre più spesso dire basta e ribellarsi alle incessanti telefonate da parte dei call center, accaniti nell’offrire i servizi più disparati, ma spesso latitanti al momento di risolvere una controversia. Questo, insieme all’attività fervente dell’autorità di controllo che a suon di sanzioni salatissime cerca di mettere ordine, ha indotto le società del settore a porre un freno all’attività selvaggia.

“Sarà il mercato ad imporre il cambio culturale, più che le sanzioni che – a dire il vero – sono già asprissime.” Commenta Andrea Repetto, Data Protection Officer e consulente in materia di privacy per le aziende. “Le società di settore hanno capito che la misura è colma, che è il momento di allinearsi e cambiare. Comunicazioni telefoniche trasparenti e l’osservanza di tutte le regole che già esistono in materia di privacy e di trattamento dei dati personali, dovrebbe garantire il pieno rispetto dei diritti degli utenti. Gli Stati Uniti sono stati i primi ad avere questa presa di coscienza. Lo tsunami sta arrivando anche in Europa e le società più virtuose – ma anche scaltre – lo hanno capito e stanno reagendo.”

Il meccanismo di controllo previsto dal Codice di Condotta sarà esercitato dalle stesse aziende che aderiscono al disciplinare. Solo i prossimi mesi potranno dirci se nel mondo del “nuovo petrolio” si stanno davvero compiendo concreti passi avanti a favore della tutela della privacy.

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