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Vola per 400 metri sulla via per l’Ortles, morto un turista

La Marmolada restituisce dolorosamente le sue croci ma ieri mattina è tornato anche l’Ortles a mostrare la sua faccia più tragica. Alle prime luci dell’alba un turista proveniente dalla Repubblica Ceca ha perso la vita cadendo nel vuoto per 400 metri mentre si trovava nei pressi della via normale che conduce alla cima dell’Ortles. Quel “nei pressi”, purtroppo, è l’elemento che segna la drammatica differenza perché la via viene considerata da tutti sicura a patto, però, di restare lungo il tracciato. L’escursionista, infatti, si è scostato dal percorso e in quel momento è incappato nella caduta fatale. Difficile capire il motivo di questa deviazione: la spiegazione fornita dai due compagni che erano con lui è quella di un banale errore. L’incidente è avvenuto alle 5.15, il che testimonia una preparazione scrupolosa da parte dei tre alpinisti che avevano lasciato molto presto il Rifugio Payer dove avevano dormito a 3.029 metri. Una consuetudine, in realtà, per gli escursionisti che vogliono raggiungere la cima dell’Ortles: da qui, infatti, si parte per l’ultimo tratto di circa 900 metri e bisogna farlo alle prime luci del giorno per limitare i pericoli collegati alle ore più calde. Soprattutto d’estate.

IL RIFUGIO PAYER

“Hanno dormito da noi – confermano i gestori del rifugio Payer affidato alla famiglia Wöll dalla Provincia proprietaria – ed è partito all’alba. Siamo sempre molto colpiti quando accadono queste tragedie perché parliamo di persone che amano profondamente questa terra e queste montagne. Durante la settimana non sono tanti gli escursionisti che si fermano qui a dormire per poi affrontare l’ultima tratta verso l’Ortles ma nel weekend il flusso turistico trona sempre importante. La via normale sicura? Gli esperti alpinisti ci dicono di sì ma non spetta a noi certificarlo, sempre meglio chiedere al soccorso alpino”.

LA VIA NORMALE PER L’ORTLES E’ SICURA?

E’ quello che facciamo raggiungendo Olaf Reinstadler, coordinatore della sezione di Solda intervenuto nell’incidente. “Dal rifugio Payer ci si incammina verso sud ovest passando per il versante nord della Punta Trabetta e salendo su un segmento roccioso fino ad una paretina che chiamiamo Wandln. La vittima con i due compagni avevano superato la Trabetta dopo un cammino di circa mezz’ora e ad una quota di 3.100 metri ma poi devono aver sbagliato strada perché si sono trovati fuori dalla via normale cadendo nel vuoto. La via per l’Ortles in questi giorni è sicura, a patto di seguirla”. A differenza della Marmolada, dunque, qui il ghiaccio non ha avuto alcun ruolo: “Lungo il percorso ci sono dei punti dove bisogna stare attenti ad eventuali seracchi come la Buca dell’Orso ma in questo periodo non c’è ghiaccio, la via è sicura e nell’incidente di ieri non c’è nessun nesso con il ghiaccio stesso”. La conferma arriva da Christian Knoll: “E’ caduto sulle rocce e da una simile altezza ci sono, purtroppo, pochissime possibilità di sopravvivere. E’ deceduto sul colpo e ci siamo coordinati con l’elisoccorso Pelikan 1 per recuperare la salma trasferendola alla camera mortuaria di Solda. Non abbiamo potuto fare molto altro. L’intervento, nel suo complesso, è stato coordinato dalla guardia di finanza che abbiamo aiutato nei rilievi di legge per determinare la dinamica definitiva della tragedia”.

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