”Vanno salvate e basta”
Le Acciaierie sono cuore, anima e popolo di questa città. Non basta che la politica faccia di tutto per farle rimanere a Bolzano. Deve farle rimanere a Bolzano.
Punto e basta.
Se la politica non è capace di salvare quasi 700 famiglie (600 alla Valbruna e 100 nelle aziende di subappalto) che vivono di quei posti di lavoro allora semplicemente nega se stessa. Non amministra la cosa pubblica, non garantisce la base di una vita dignitosa a donne, uomini e anche bambini. Poi possono raccontarcela con la migliore retorica possibile ma i fatti sono fatti.
Se le regole sono degli uomini allora gli uomini possono cambiarle: la politica servirebbe anche a questo.
Va bene le leggi europee.
Va bene il “dobbiamo fare così”.
Va bene “il bando è obbligatorio” (sì ma il problema sono più che altro le cifre che sono state infilate in quel bando).
Va anche bene il “scusate, venite pure quando volete ma non oggi che c’è giunta”.
Va bene tutto ma se le Acciaierie chiuderanno non esisterà un rimpallo di responsabilità: sarà la certificazione di una classe politica incapace di difendere i suoi cittadini. Cinico ma reale. Un dare ragione, in fin dei conti, a chi nemmeno vota più.
Il corteo di oggi forse deve servire a comprendere che l’idea di una strisciante rivincita etnica è follia distillata di un etnicismo che gioca sulla pelle delle persone. Magari iniziare a riconoscerlo oltre il perbenismo è il primo passo.
Il corteo di oggi forse deve servire a ricordare anche l’altro lato della medaglia: sarebbe il colmo se il i politici italiani perdessero le Acciaierie proprio adesso che, dopo decenni, amministrano le competenze di economia e industria in Provincia e Comune. Le Valbruna, però, non sono solo un simbolo: sono il primo contribuente del Sudtirolo e quindi risorsa di tutti noi. Dal primo all’ultimo. Tutti.
Il corteo di oggi forse deve servire a ricordare di occuparsi più di cose vere, concrete e reali come il lavoro della gente e meno astratte (chi ha detto Euregio?).
Il corteo di oggi forse deve servire a ricordare che il futuro di questa gente non è carburante per comunicati dove ci si rende brillanti perché da politici locali si parla con i ministri. È qualcosa da risolvere, non da “attivare”, “discutere”, “interloquire”. Qui e ora. Se serve anche qui e Roma.
Prima o dopo la giunta, come preferite.
Ma vanno solo salvate.
✍️ Alan Conti