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Che fine ha fatto l’autobiografia di Marco Bergamo? Cagnan torna a raccontare il mostro di Bolzano

Dopo 30 anni dal processo e 6 dalla morte, su Marco Bergamo, il mostro di Bolzano che ha terrorizzato la città negli anni ’80 e ’90, potrebbe esserci ancora molto da rivelare

Paolo Cagnan era un giovane cronista di nera in servizio al quotidiano Alto Adige all’epoca dei fatti: la scia di sangue che Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano, ha lasciato sulla nostra città conterebbe 5 cadaveri, tutti femminili. Di questi 5 omicidi, due non sono mai stati ammessi dal mostro. 

A 30 anni dal processo che riconoscendo Bergamo colpevole lo privò della libertà fino alle morte, avvenuta nel 2017, Paolo Cagnan procede ad una riattualizzazione dei fatti e produce un volume che propone una teoria stupefacente: il mostro di Bolzano sarebbe autore anche del celebre delitto di Via Poma, ovvero l’omicidio di Simonetta Cesaroni: la ventenne trovata morta il 7 agosto del 1990.

BERGAMO POTREBBE ESSERE L’ASSASSINO DI VIA POMA

Quello di Cagnan è un ritorno, perché già nel 1994, a ridosso dei fatti sanguinosi, aveva pubblicato l’instant book Marco Bergamo-Tutta la verità sui delitti di Bolzano.

Il giornalista e scrittore Paolo Cagnan – crediti fotografici Nicola Bianchi

Cosa c’è di nuovo, ci si potrebbe chiedere. E’ proprio il possibile collegamento con il delitto di Via Poma che riaccende l’interesse del giornalista per il mostro di Bolzano. A coincidere tra la serie di omicidi confermati e quello di Simonetta Cesaroni sarebbero più dettagli, tra cui il gruppo sanguigno ed il profilo genetico delle tracce trovate sulla scena del crimini in Via Poma, sovrapponibili a quello di Bergamo, la sparizione degli indumenti intimi della Cesaroni, noto feticismo del mostro di Bolzano ed il possibile incontro su Videotel, la chat antesignana dei moderni social media. Una teoria che non lascia indifferente nemmeno il dott. Guido Rispoli, all’epoca sostituto procuratore di Bolzano all’inizio della carriera ed oggi Procuratore Generale a Brescia.

COME NASCE UN SERIAL KILLER

Paolo Cagnan racconta del mostro: “Marco Bergamo è stato definito un odiatore di donne. Non si nasce serial killer, ma ci sono una serie di elementi nella personalità che a contatto con un trigger possono scatenare l’istinto omicida. Nel caso di Bergamo, taciturno, asociale, insicuro, feticista ed incline alla pornografia, una volta provato il gusto della violenza scatenata dal rifiuto femminile, la strada verso la serialità si è spalancata.”

UNA FAMIGLIA NORMALE

Per il killer di Bolzano le donne erano mostri: serpi di cui diffidare, veicolo di sofferenza, di dolore. Tutte, tranne sua madre, Maria, che tentò di togliersi la vita in seguito ai fatti attribuiti al figlio. Il padre, Renato, andò fino in fondo e si impiccò in soffitta nel 1994 per fuggire l’onta della strage.

La copertina di “Anatomia di un serial killer – Marco Bergamo, storia del mostro di Bolzano” di Paolo Cagnan, edito da Athesia

Una famiglia cosiddetta normale, semplice, composta dai genitori e due fratelli. Il maggiore, Luigi, va via di casa piuttosto presto, lasciando Marco a vivere sul divano di famiglia insieme ai genitori fino ai 26 anni di età.

Proprio papà Renato, che forse ad un certo punto si accorge di qualcosa, o perlomeno ravvisa segnali di allarme nei comportamenti del figlio, sottrae a Marco la sua collezione di coltelli, sua grande passione al punto da non uscire mai di casa senza portarne uno con sé. Il più stretto controllo su Marco Bergamo esercitato dalla famiglia potrebbe essere la ragione della pausa di 7 anni tra i primi due omicidi, quelli di Marcella Casagrande e Annamaria Cipolletti consumatisi a 6 mesi di distanza nel 1985, ed i successivi 3, registratisi nel 1992.

L’ULTIMO MISTERO: L’AUTOBIOGRAFIA DI BERGAMO

Racconta Cagnan: “Nel 2014 mi trasferii dal quotidiano Alto Adige alla direzione della Gazzetta di Reggio Emilia, pur tornando spesso a Bolzano. Nel 2016 Bergamo, che avevo già ascoltato in qualità di cronista, mi scrisse una lettera dal carcere per mettermi a conoscenza del lavoro autobiografico che stava terminando di scrivere. La spedì, indirizzata a me, presso la redazione dell’Alto Adige. Quando, a posteriori, feci le mie verifiche, scoprii che nei 4 anni precedenti aveva potuto consultare gli atti processuali che lo riguardavano e che probabilmente erano serviti da base ai suoi scritti. Ebbene, nonostante la missiva fosse indirizzata a me, dall’Alto Adige non me la fecero avere che nel 2018: troppo tardi, perché Bergamo era morto in carcere nell’ottobre precedente.”

Secondo Cagnan è estremamente probabile che il diario sia realmente stato scritto da Bergamo. Rimane, però, un autentico mistero cosa contenesse: il mostro non si è mai pentito per i femminicidi, né ha chiesto perdono ai parenti delle vittime.

“Anatomia di un serial killer – Marco Bergamo, storia del mostro di Bolzano” (366 pagg, illustrato) è edito da Athesia.   

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