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Alla scuola secondaria “Ada Negri” parte il progetto pilota: ogni materia ha la sua aula

Aderendo al progetto DADA la scuola “Ada Negri”, insieme alle primarie “Langer” e “Don Bosco”, abbraccia un nuovo modo di insegnare: ogni materia dispone della sua aula attrezzata secondo necessità. Sono gli studenti a raggiungerle e a cambiare disposizione degli arredi in base all’attività svolta

Per un momento, proviamo ad immaginare una scuola dove l’aula di lettere ospiti una vera libreria, dove i volumi si possano prendere in mano, annusare, dove la carta possa scorrere tra le dita evocando il piacere della lettura. Nell’aula di arte, che contiene tutti gli strumenti utili al disegno, i banchi si possono spostare facilmente e riassemblare ottenendo formazioni diverse, per agevolare la formazione di gruppi di lavoro. Gli studenti, durante il cambio dell’ora, raggiungono la classe per la lezione successiva potendo alzarsi in piedi e sgranchirsi le gambe.

Un sogno all’americana? No, è tutto vero e sta accadendo presso la scuola secondaria “Ada Negri” e le due primarie dell’Istituto Comprensivo Bolzano II, “Langer” e “Don Bosco”.

IL PROGETTO DADA

“Con qualche compromesso dato dalla situazione attuale, ovvero lo svolgimento delle lezioni in container – commenta il dirigente scolastico, prof. Diego Paolizzi – è questo il modello che perseguiamo, aderendo come unica scuola pilota del Trentino Alto-Adige al modello DADA, che sta per didattiche degli ambienti di apprendimento”

Il progetto, a cui l’istituto “Ada Negri” ha deciso di partecipare portando con sé ben due scuole elementari sulle pochissime aderenti in tutta Italia, si basa sull’assunto che un ambiente di apprendimento creato ad hoc per l’insegnamento della specifica materia possa, attraverso il suo particolare setting e l’uso di materiali adatti, favorire l’immersione dell’alunno nella materia e quindi facilitare e potenziare il processo di apprendimento. DADA è un marchio registrato che rappresenta un modello originale ideato dai dirigenti scolastici Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi che ha avuto la sua prima applicazione in due licei romani “A. Labriola” e “J. F. Kennedy” nel 2014.

IL PNRR PER ACQUISTARE L’OCCORRENTE

E così, l’insegnante ha la facoltà di decidere della disposizione della propria aula, dei materiali indispensabili per renderla consona allo studio della materia ed i ragazzi si trovano immersi in una sorta di percorso attoriale che facilita il contatto con gli argomenti e che li stimola alla comprensione ed allo studio.

“Anche grazie ai fondi del PNRR – ricorda il dirigente scolastico – è stato possibile effettuare acquisti di mobilio e materiale scolastico volto al potenziamento della didattica cooperativa e digitale. I nuovi arredi saranno modulabili, compresi i banchi trapezoidali che possono essere organizzati in disposizioni diverse e funzionali all’attività svolta in classe in quel momento.”

Il dirigente scolastico prof. Diego Paolizzi

OBIETTIVO RAGGIUNTO

Al rientro a scuola a settembre, quali sono state le reazioni degli studenti? Grande entusiasmo alla primaria, ricorda Paolizzi. Alla secondaria, commenta il professor Andrea Silboni, docente di lettere presso la “Ada Negri” “I ragazzi hanno dimostrato interesse da subito per questa nuova pratica che incoraggia la didattica esperienziale, la quale integra o sostituisce – ove plausibile- la pura lezione frontale. Gli spostamenti sono stati resi efficienti in poco tempo. Un commento che i ragazzi fanno spesso è che quei 90 secondi tra una lezione e l’altra in cui ci si può alzare in piedi e sgranchire le gambe per recarsi alla successiva sono una vera boccata d’aria, che risulta rigenerante. Una pausa con un po’ di movimento rafforza la concentrazione, come indicano gli studi. Per il momento, l’obiettivo è raggiunto. Alla fine dell’anno trarremo le conclusioni dovute, insieme al dirigente scolastico, ai colleghi e tirando le fila dell’esperienza anche coni i ragazzi.”

Il prof. Andrea Silboni
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