Santini, 80 anni di materie prime al servizio dell’ambiente
Ottant’anni fa c’era solo un uomo, una bicicletta e la tenacia di chi non sapeva stare fermo.
Era la metà degli anni Quaranta e Marino Santini, ferraiolo instancabile, si trovò davanti a un problema molto concreto: d’inverno i cantieri chiudevano, ma la sua voglia di lavorare no. Così iniziò a raccogliere ferro vecchio nei cortili e nelle officine di Bolzano. Quello che per molti era un rifiuto, per lui divenne una risorsa. Da quell’intuizione semplice eppure visionaria nasce nel 1945 la Santini Marino Snc, oggi cuore di un gruppo familiare che è punto di riferimento nazionale nel settore del recupero e dei servizi ambientali. Nel corso dei decenni, quella piccola impresa artigiana si è trasformata in un ecosistema industriale capace di gestire ogni fase della raccolta, selezione e valorizzazione dei rifiuti. “I rifiuti non sono un problema, ma una risorsa preziosa – racconta Sergio Santini, amministratore delegato del gruppo e figlio del fondatore –. Mio padre lo aveva capito già allora: quello che chiamiamo ‘spazzatura’ può diventare materia prima, se lo si tratta con intelligenza, tecnologia e rispetto per l’ambiente”.

Dal cortile di via Palermo a un gruppo internazionale
La storia dell’azienda è una cronologia di passaggi chiave e di investimenti coraggiosi.
Negli anni Settanta entra in azienda la seconda generazione con Sergio Santini, portando visione e continuità familiare. Nel 1984 nasce la F.lli Santini Srl, che struttura l’attività e pone le basi per la crescita. Nel 1992 viene inaugurata la nuova sede di Bolzano Sud, un punto di svolta per l’organizzazione logistica e la gestione operativa. Gli anni Duemila segnano l’apertura ai mercati esteri e alla sostenibilità: nel 2009 l’azienda apre una sede in Austria e ottiene le certificazioni ISO 9001 e 14001, riconoscendo ufficialmente la qualità e l’attenzione ambientale come pilastri aziendali. Nel 2012 nasce la holding familiare Gruppo Santini Spa, che coordina e guida la crescita del network.
Negli anni successivi la spinta all’innovazione continua: nel 2015 viene creato il settore consulenza e formazione ambientale, nel 2022 arriva la pubblicazione del primo Bilancio di sostenibilità. È del 2015 anche la nuova sede di Merano che ha festeggiato domenica scorsa il decennale, a conferma di un radicamento sempre più forte sul territorio.
Il 2023 è l’anno dell’ampliamento della sede di Bolzano Sud, con nuovi spazi e una logistica più efficiente, mentre l’attualità si proietta oltre confine: nel 2024 l’acquisto di una nuova area per un impianto di recupero e nel 2025 l’avvio di nuove collaborazioni in Germania.

Numeri da industria, cuore da impresa familiare
Oggi il Gruppo Santini è una realtà solida e in continua evoluzione. I numeri parlano chiaro: oltre 175.000 tonnellate di rifiuti trattati all’anno, più di 10.000 clienti serviti tra aziende, enti pubblici e comunità locali, 80 mezzi dedicati alla raccolta, più di 160 collaboratori e oltre 5.000 consulenze fornite nel solo 2024.
“L’economia circolare non è uno slogan – sottolinea Mauro Santini, vicepresidente di Confindustria Alto Adige e responsabile dell’amministrazione e del marketing –. È la chiave per trasformare i rifiuti in una moderna miniera di materie prime. Carta, vetro, plastica e metalli vengono selezionati e reimmessi nei cicli produttivi: un processo che crea valore e riduce gli sprechi. È importante mantenere questa filiera in Italia, perché genera occupazione, innovazione e sostenibilità reale”.
A fianco di Mauro, il fratello Andrea Santini cura la parte operativa e logistica, guidando ogni giorno i mezzi e gli impianti che fanno della sede di Bolzano Sud un centro d’eccellenza per efficienza e tecnologia. “Abbiamo investito molto in innovazione – spiega –: tutti i nostri capannoni sono coperti da pannelli fotovoltaici, gran parte dei mezzi utilizza biocarburanti e le emissioni di CO₂ si riducono ogni anno. Non è solo un dovere ambientale, ma anche una scelta economica intelligente”.

Un gruppo che cresce senza dimenticare le persone
Nella sede di via Giotto, Sergio è ancora il primo ad arrivare la mattina, poco dopo le sei. Poi tocca ai figli, ormai protagonisti di un gruppo che guarda già alla quarta generazione, rappresentata dai nipoti di Marino. “La forza di questa azienda è sempre stata la famiglia – riflette Sergio –. Ma una famiglia allargata, fatta anche dei nostri collaboratori, molti dei quali lavorano con noi da decenni. Abbiamo poco turn over, e questo è il segno di un ambiente di lavoro sano, dove ci si sente parte di un progetto comune”. Non mancano le sfide, a partire dalla difficoltà di reperire personale qualificato e autisti, fino alla questione abitativa che pesa soprattutto su chi lavora a Bolzano. “Abbiamo deciso di creare tre mini-alloggi per dare una prima risposta – spiega Mauro – ma il problema è strutturale. Molti nostri collaboratori vivono in Trentino, dove il costo della casa è più accessibile”.

Un Alto Adige laboratorio di sostenibilità
Per la famiglia Santini, il legame con il territorio resta il motore di tutto. “Bolzano è una provincia virtuosa – dice Sergio –. La qualità della raccolta differenziata qui è altissima, ed è il frutto di una sensibilità collettiva costruita nel tempo. In un certo senso, l’Alto Adige è un laboratorio a cielo aperto della sostenibilità”. E mentre la Provincia si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040, i Santini non hanno dubbi: “Ce la possiamo fare se ognuno fa la propria parte – ribadisce Andrea –. La sostenibilità non è un traguardo astratto, ma un lavoro quotidiano fatto di scelte concrete”. Ottant’anni dopo quella prima bicicletta carica di ferri vecchi, l’azienda di Marino Santini è diventata un gruppo moderno, con impianti in Italia e all’estero, un bilancio di sostenibilità, una flotta efficiente e un futuro già in costruzione.
Un percorso che racconta non solo la storia di una famiglia, ma anche quella di un territorio che ha saputo trasformare il riciclo in valore, e il lavoro in responsabilità.