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Ma sei rifatta?

No, tranquilli, nessuna intenzione di parlarvi di #chirurgia estetica.

Da oggi voglio cominciare a raccontarvi una delle tante curiosità legate al mondo della #musica, ossia cosa si celava dietro a diversi brani di grande successo: canzoni che quando uscivano si pensava fossero degli originali. Invece erano delle repliche: quelle che oggi vengono chiamate cover, magari leggermente rivedute e corrette.

Saliamo sulla mia Time Machine, impostiamo il timer a ritroso e facciamo un salto nel passato.

E’ il 1985, in quel periodo lavoravo a #Radio Stereo Rosengarten, una delle prime emittenti private di Bolzano. Piccola parentesi: l’indicazione “stereo” non era un modo per distinguersi dalla concorrenza, per darsi un tono più figo; stava ad indicare che quella radio trasmetteva effettivamente in stereofonia, per differenziarsi dalle altre emittenti che uscivano con un segnale monofonico. E per quegli anni era davvero tanta roba, soprattutto in termini di qualità dell’audio.

Uno dei miei incarichi era quello di curare la redazione sportiva: le notizie che davo quotidianamente avevano sempre un sottofondo musicale che cambiava con il variare dell’argomento trattato. Di conseguenza il mio lavoro comportava la ricerca continua di nuovi #brani da utilizzare, anche totalmente sconosciuti, ma adatti a fare da sottofondo. 

Un giorno mi imbatto in un 45 giri mai sentito, ma con una ritmica ed una melodia molto accattivante. Il titolo era Run To Me cantata da un certo Ray #Foster. Seppure i bpm fossero relativamente bassi, ascoltando il brano la gambetta iniziava a muoversi da sola. La stoffa per diventare una hit di successo c’era tutta. Passa un anno, siamo nel 1986, e in radio arriva un vinile accompagnato da una grande promozione pubblicitaria, annunciato come un sicuro successo radiofonico. Il titolo è lo stesso, Run To Me, ma la voce è di una certa Tracy #Spencer, cantante inglese sconosciuta fino a quel momento. Ricordo benissimo quel giorno quando nella sala di registrazione mi ritrovai con altri deejay per ascoltare la novità, e vi lascio immaginare la loro faccia quando esclamai “ma questa è #rifatta”. 

D’istinto andai a prendere il 45 giri di Foster, lo posizionai sul mitico Technics 1200 (il top dei giradischi in circolazione) e lo feci partire. Ancora oggi non so se quelle espressioni sui volti dei colleghi fossero di incredulità o meraviglia.

Di certo, il #lifting operato allora dal “chirurgo” Claudio #Cecchetto era riuscito alla perfezione.

A 40 anni di distanza da quel ritocchino non solo non è mai spuntata anche la minima ruga, ma (e ve lo dico da dj) riesce ancora a stimolare l’effetto Wow. 

                                                                                   
✍️  Dj Franco B. Time Machine 

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