Cure palliative nelle Rsa: ospite del Papavero il professor Spinsanti
Dopo la filosofa Laura Campanello nuova conferenza di grande interesse organizzata dal Papavero. Ospite sarà il professore Sandro Spinsanti che si concentrerà sulle cure palliative nelle case di riposo. “Basta con l’idea che la cura sia solo riparazione
di Alan Conti
Sarà il professore Sandro Spinsanti il protagonista della nuova conferenza organizzata dall’associazione Il Papavero Der Mohn il prossimo giovedì 10 novembre alle ore 17.00 nella sede di piazza Firmian. Dopo l’affollato successo dell’incontro con la filosofa Laura Campanello ecco un altro appuntamento per operatori delle cure palliative, volontari o semplici interessati. L’unica condizione necessaria è la prenotazione entro il giorno prima (chiamando al numero 0471913337 oppure scrivendo un’email a ilpapaverodermohn@gmail.com).
FOCUS SULLE CASE DI RIPOSO
“Il focus – spiega la presidente Mara Zussa – sarà posto principalmente sulle cure palliative all’interno delle case di riposo. Le Rsa sono strutture chiave per tutta la nostra società e anche per il nostro settore nello specifico. E lo saranno sempre di più”. Il titolo della conferenza sarà “La cura in modalità palliativa” che è anche il titolo dell’ultimo libro di Spinsanti che è laureato in Teologia morale e Psicologia con formazione psicoterapeutica. E’ stato anche componente del Comitato Nazionale per la Bioetica dirigendo anche la rivista Medical Humanities.
LE CURE PALLIATIVE SIANO UN ABITO SU MISURA
Il nuovo libro di Spinsanti, dunque, è specificatamente indirizzato all’ambiente delle Rsa. “La formula corretta è quella delle cure palliative simultanee e non sequenziali ma siamo ancora molto lontani per tradurla in pratica. A frenare sono parole scorrette, norme carenti e pratiche inappropriate. C’è l’errata convinzione che la palliazione debba entrare in gioco solo quando non c’è proprio nulla da fare. Dobbiamo andare oltre l’idea che la cura sia solo un atto di riparazione per abbracciare un progetto più sartoriale: capace, quindi, di confezionare un abito adeguato e su misura per ogni persona. Fondando la propria pratica, dunque, su parole e gesti che sappiano realmente incontrare l’altro senza essere solo una sequenza di indicazioni”.

