Aïscha, da Merano alla conquista di Parigi: “Io modella caparbia e contro i pregiudizi
Aïscha Aharam è una giovane modella di 23 anni che è partita da Merano e ha trovato una sua luminosa strada a Parigi. Grande carattere e voglia di arrivare: “Nessuno mi ha regalato nulla. Ho tanti popoli nel mio sangue, sono mussulmana, celiaca e non ho avuto una vita facile ma è la determinazione a fare la differenza”
di Alan Conti
“La differenza la faccio io”. Aïscha Aharam ha una caparbietà intensa come i suoi occhi scuri. Uno sguardo e un volto che l’hanno portata da Merano a posare sulle copertine di moda internazionale ad Amsterdam e Parigi. Alla conquista dell’Europa partendo dall’Alto Adige con molti popoli nel sangue: marocchino, tedesco, italiano, spagnolo e greco. Una giovane di 23 anni con radici profonde e slancio verso il mondo. Una modella che fa fermare i fotografi a Parigi per immortalarla. “Se scrive così poi sembra che me la tiro ma io non sarò mai quel genere di modella che guarda tutti dall’alto in basso. Non è possibile per come sono fatta e per la vita che ho avuto”. Raccontiamone un po’.
“Tutto è iniziato nel 2020 subito dopo essermi diplomata all’Istituto Walther’s a Bolzano. Volevo studiare e ancora non pensavo assolutamente di poter fare la modella. Un giorno vedo che il brand altoatesino Exon Fashion cerca una ragazza per posare. Così ho fatto il mio primo shooting a Bressanone”
Come è andata?
“Benissimo. Il fotografo mi prese da parte e mi disse che avevo talento e un viso molto particolare che poteva farmi fare strada”
E tu?
“A metà tra il sorpreso e il lusingato. Davanti all’obiettivo mi sono sempre sentita a mio agio perché mi consente di esprimermi artisticamente ma ovviamente questo non significa avere per forza un talento. Comunque questo è tutto un percorso di porte che aprono altre porte così dopo essere stata pubblicata sono nate nuove opportunità e necessità. Per esempio avere un book di presentazione”
E’ stato facile?
“Ho avuto vari contatti poi ho conosciuto il fotografo bolzanino Alan Bianchi che è stato capace di cogliere la mia essenza. Dopo quello hanno iniziato a contattarmi molti altri fotografi per altri shooting”


Scusa, come funziona? Ti scrivono per posare?
“Sì, su Instagram prendono contatto. Alcune volte ti pagano mentre altre si opera in regime di scambio dove non ci sono transazioni ma sia io sia lo studio siamo proprietari degli scatti che usiamo per promuovere noi stessi. All’inizio è questo il meccanismo: ora ho la fortuna di essere sempre pagata. Il social permette di innescare questo effetto domino. Presto si moltiplicano le richieste”
Quindi Instagram fa la differenza…
“No, la differenza la faccio io. Sempre. La mia caparbietà. Arrivare a Parigi o Amsterdam è stato il frutto di talento e opportunità preziose che ho cercato di guadagnarmi dopo tantissimi i fallimenti. Fallire è essenziale, determinante e vitale. Non ho grandi agenzie che mi seguono e promuovono: mi sono sempre rimboccata le maniche da sola e ancora oggi questo mi inorgoglisce. Così come ogni caduta o no ricevuto”
La prima copertina?
“Sulla rivista Selin di Amsterdam con un bianco e nero realizzato a Carpi con il fotografo Fausto. Mi ha dato in mano un cappello e mi ha detto di fare quello che mi sentivo muovendomi. Ecco, datemi uno studio con della musica, questa libertà e io creo naturalmente mood ed interpretazioni. E’ un misto di predisposizione caratteriale e formazione specifica: ho studiato cinque anni recitazione a teatro e suono il violino. In questo lavoro trovo la mia strada d’espressione. Non è solo pubblicità. E’ arte”



L’emozione di toccare la prima rivista con te in copertina?
“Indescrivibile. Il digitale è potente ma la carta è magica. Hai la sensazione di aver raggiunto qualcosa di importante”
Finalmente sei arrivata…
“No, arrivata non lo si è mai. Mai. Dopo quella pubblicazione avevo ancora tantissima strada da percorrere e ancora oggi ne ho moltissima. Devo affermarmi in questo settore in modo più stabile e continuativo”
Arriviamo a Parigi?
“Prima sono uscita a Padova, Bologna, Verona e Milano. A Berlino sono stata il volto del brand Doonails e sono diventata l’orgoglio di mamma” ride.
Perché?
“E’ molto appassionata della cura delle unghie e durante un tutorial ha visto una influencer che utilizzava i prodotti di questa marca mostrando il flyer dove posavo io. Mi ha subito chiamato ed era molto emozionata”
Ti incoraggia?
“Sì, è contentissima per me e mi dice sempre di seguire la mia strada. Ho anche quattro sorelle e loro sono più orientate verso un lavoro sicuro con la famiglia e una certa stabilità. Le capisco, fa parte anche dell’educazione che abbiamo ricevuto”
E suo padre?
“Ecco, a lui devo ancora spiegare bene nel dettaglio cosa faccio e non è immediato che lo capisca e lo accetti. Tempo al tempo”
Sei mussulmana?
“Sì, ho una forte fede e forti idee”
In che senso?
“Nel senso che se vuole chiedermi come io viva il posare anche con pochi vestiti le dico che è una questione di libertà. Credo che le donne debbano coprirsi o scoprirsi solo se lo vogliono. Non perché un uomo, che va in giro come crede, lo impone. Non c’è nulla di male, di per sé, nè a mettersi quello che banalmente viene chiamato velo nè ad andare in giro in la canottiera. L’importante è che ci sia dietro una scelta libera. Detto questo non poserei mai nuda né farei mai lavori collegati al mondo delle luci rosse”
Glielo hanno chiesto?
“Ufff, nemmeno ha idea. Non succede mica solo a noi modelle. Accade anche a tante ragazze carine che vengono avvicinate sui social con queste proposte. Sono strade che magari fanno guadagnare ma portano dritte tra le braccia di brutte persone e brutti periodi. Io sono sempre molto attenta a capire chi ho davanti, a valorizzare l’empatia e scegliere persone pulite. Non ho avuto una vita facile, non sono stata calata nel mondo dello spettacolo grazie a chissà quale raccomandazione. Non devo niente a nessuno. Me lo sono conquistata passo dopo passo e questo ti aiuta a capire di chi fidarti”
C’è anche un aneddoto proprio sulla fiducia che ti ha cambiato la vita…
“Sì, ero appena arrivata a Parigi. Abitavo da una mia zia a tre ore dal centro ma in aeroporto ho conosciuto Oumayma Sadiki, una giovane marocchina che fa l’architetto. Abbiamo avuto lo stesso problema con il check-in che non funzionava e ci siamo conosciute. Dopo due settimane mi ha telefonato dicendo che doveva andare via da Parigi per tre mesi e mi lasciava il suo alloggio. In pieno centro. E lo lasciava a me. Così, fidandosi a pelle dopo appena qualche minuto a chiacchierare”
E tu?
“Mi sembrava incredibile. Dopo due settimane avevo un appartamento in centro a Parigi bellissimo. I miei genitori erano preoccupati che finissi in qualche giro strano: non era possibile che una donna mi lasciasse una casa così senza nemmeno conoscermi. Hanno mandato un mio cugino che abita a Parigi da anni a controllare. Anche lui è rimasto a bocca aperta. Parliamo di una casa che costa 3.000 euro di affitto mensile. Ho dato a Oumaima quel che avevo (qualche centinaio di euro) ed era contenta. Perché? Ha visto qualcosa in me e ha voluto aiutarmi. Non mi dimenticherò mai di quello che ha fatto e arriverò a sdebitarmi. Ancora ci sentiamo e siamo amiche chiaramente. Arriverà quel momento”
Qual è stato il tuo primo pensiero a Parigi?
“Sono uscita a fare una passeggiata e sono entrata nel primo negozio che mi ispirava. Tanti colori e una dimensione famigliare. Ho chiesto se avessero bisogno di una modella. Due giorni dopo posavo nella campagna a sud di Parigi. Mi hanno pure pagato anche se avevo un curriculum modesto. Il loro brand è Villani, una famiglia con origini italiane. Ancora adesso lavoro per loro quando mi chiamano. Devo moltissimo anche alla loro fiducia”

Arrivano anche le pubblicazioni su altre tre riviste prestigiose.
“Esatto. Ho avuto una splendida copertina con quarta di copertina sulla rivista internazionale Penida per un brand che produce cappelli con le foto di Emmanuel: molto espressive e cariche di intensità come piacciono a me. Mi sono molto divertita anche per l’americana Goji che crea sempre storie estetiche che colleghino abbigliamento e accessori vari. Io ho posato con strumenti per il workout: mi sentivo benissimo perché è la mia passione”
Quanto ti alleni?
“Tre ore al giorno”
Durissima la vita da modelle…
“Oh no, non devo assolutamente farlo per lavoro. E’ una mia passione. Prima del lockdown avevo un fisico tonico, da appassionata di body building. Lo so sembra strano ma per me è vita. Mi aiuta a concentrarmi e scaricarmi. Oltretutto sono ossessionata dalla corretta esecuzione di tutti gli esercizi. I dettagli fanno la differenza. Devono essere precisi ed eleganti: ecco, questi sono tratti della personalità che ho sempre avuto e coltivato”
E’ vero che siete obbligate ad essere magre?
“Io sono celiaca e sono naturalmente portata ad un dimagrimento veloce. Detto questo no, non è un’imposizione così ferrea. Non tutto è così schematico. All’inizio, per esempio, avevo un problema di acne e pensavo che mi avrebbe creato problemi. Invece zero assoluto: a nessuno è mai interessato. Ciò che interessa davvero è quello che riesci a trasmettere con il tuo movimento, le tue espressioni e sì, anche la bellezza particolare. Alan Bianchi mi dice che la mia forza è la possibilità di essere fotografata da ogni angolazione e pure da sotto e questo è raro. Se vogliamo questo è ancora un mondo che premia abbastanza il merito e l’arte. Così come l’unicità”
Ti senti bella?
“Non è una questione prioritaria. Sono contenta se mi si dice che sono particolare e che ho qualcosa di diverso. Non per forza legato ai canoni estetici di bellezza. Sono sempre stata così, anche da piccola e anche con i vestiti. Non mi è mai interessato avere il capo alla moda che tutti desideravano o acquistavano. Volevo qualcosa di mio. Ecco, con il mio lavoro è uguale: non devo essere bella per forza. Devo essere io”
Torniamo all’alimentazione…
“Ok”
Pratichi il ramadan?
“Sì, certo”
Ti ha mai creato difficoltà?
“Mi ha creato più difficoltà la celiachia. Il ramadan è recuperabile se cade in periodi dove hai un lavoro intenso. L’allergia al glutine, invece, c’è sempre ed incide moltissimo sulla vita sociale. Vai a mangiare fuori e, in realtà, guardi sempre gli altri mangiare per esempio. Quando viaggio ho una valigia di alimenti sicuri e una piccola borsetta per i vestiti. Dobbiamo ancora crescere molto in questo. A Parigi c’è una sensibilità maggiore”
Razzismo l’hai vissuto?
“Pregiudizio qualche volta. Anche qui in Alto Adige dove esistono ancora ambienti dove conta di più il cognome che hai. Il mio è impegnativo. Limiti loro: io sono fiera delle mie contaminazioni linguistiche e culturali. Mi rendono più ricca e più aperta al mondo. Più intraprendente. Quando ho deciso di provare la strada di Parigi non conoscevo nessuno e avevo pochissimi soldi. Sono partita da Merano letteralmente all’avventura con un solo biglietto d’andata. E’ stata ed è la mia forza”
Ci sono poi i primi billboard esterni e i siti…
“A Parigi sono rimasta a guardare il mio manifesto incantata. Sembra un’autocelebrazione ma ero lì da poco meno di un mese e già mi osservavo in grande su una strada. Ecco, la mia partenza era stata una sfida e quella è stata una piccola vittoria significativa. Sul web, invece, mi sono molto divertita quando mi sono incrociata sul portale di e-commerce Zalando. Fa sempre una certa impressione quando ti vedi su un sito che hai sempre usato”
Lavori ancora in Alto Adige?
“Certo ma ci vivo anche partendo per le grandi città quando ci sono lavori da fare. Da Moirè Fashion a Oehler Fashion passando per Uniqus, Rebello, Kauri Store e diversi ristoranti. Sono tanti i brand che credono in me. Non è sempre tutto facile qui ma ci sono opportunità. Poi appena posso volo dove mi cercano. Il nostro è un lavoro così dove ci sono periodi intensissimi e altri più tranquilli”





Adesso mi racconti del fotografo che ti ha fermato per strada a Parigi?
“Sì, adesso sì. Ero sul marciapiede e si ferma questo signore. Mi osserva, mi squadra e mi dice di essere un fotografo rimasto sorpreso dal mio volto e dalla mia espressione. Mi chiede di avere la possibilità di farmi degli scatti. Mi spiega che ho un volto interessante. Mi dice di correre a casa e prendere qualcosa di stravagante e scendere di nuovo”
Non ti è sembrato un malintenzionato?
“Beh, sì, ci ho pensato. Poi mi ha mostrato il suo profilo Instagram e ho visto che era davvero un fotografo e in fondo voleva immortalarmi per strada, non a casa sua. Ne è uscito uno shooting pazzesco in pochi minuti con alcuni luoghi urbani di Parigi come scenario. Solo dopo ho scoperto che si chiama Stepan Filenko e fotografa star come Neymar o Bella Hadid. Parigi è così: incredibile”



Il tuo sogno, dunque, si è avverato.
“No, voglio viaggiare di più per lavoro e crescere ancora. Ci sono delle idee di collaborazione all’estero. Vediamo e speriamo. In Sardegna all’Isola Rossa ho posato per l’Hotel Torreruja. Tre giorni di lavoro e quattro di soggiorno. Una meraviglia in un posto fantastico gestito da persone splendide. Ecco, questo è il privilegio del nostro mestiere: conoscere posti incantevoli e farlo per lavoro. Mi rendo conto sia una fortuna e so benissimo pesare le fortune. Ho lavorato come contabile e come commessa per un supermercato: so cosa significhi l’approccio a diverse professioni e la dignità che bisogna sempre avere nel rispettare le fortune che si ottengono. Difendendole. Per questo il mio sogno è di consolidare ancora di più questa enorme fortuna di coltivare quotidianamente più passioni. Sono grata per tutte le opportunità che mi vengono date, grandi o piccole. Chiaro che essere famosi e guadagnare è bello ma fare ciò che ami lo è ancora di più”

Allora quali sono i tuoi desideri adesso?
“Gliene dico uno semplice ed è anche una richiesta…”
Prego…
“Può scrivere il mio nome correttamente con i due puntini della dieresi sulla -i? Aïscha Aharam significa piramide piena di vita ed è l’insieme del cognome di mio padre e il nome che hanno scelto i miei genitori. Ispirati anche dalla famosa canzone di Khaled. La dieresi e la s servono ad una corretta pronuncia in francese e in tedesco. Mi piace quando la grafia è corretta perché esprime al meglio il suono e la sua essenza. Le avevo già detto che amo i dettagli?”
Sì.
“Bene, insieme alle emozioni sono la vita”