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DeBaser, il sito bolzanino con 55.000 recensioni diventa bilingue

Da oltre vent’anni, DeBaser è una piccola anomalia felice del web italiano. Nato nel 2001 a Bolzano dall’intuizione di Andrea Gasperi e Stefano Bonzi, è diventato un punto di riferimento per chi ama discutere di musica, cinema e cultura pop con passione, ironia e senza filtri editoriali. In un internet sempre più dominato da social network, algoritmi e pubblicità, DeBaser ha scelto un’altra strada: quella della comunità libera, dove scrivere non è un mestiere ma un atto culturale.

Oggi il progetto compie un salto che nessun altro sito indipendente italiano aveva mai tentato: diventare bilingue. Oltre 50.000 recensioni e 3 milioni di commenti sono ora tradotti e accessibili anche in inglese, all’indirizzo en.debaser.it. Un risultato reso possibile da un progetto su misura di intelligenza artificiale, che non si limita a tradurre ma prova a restituire sarcasmo, giochi di parole e tono irriverente della community.

Una comunità che resiste

«DeBaser nasceva dall’esigenza di creare uno spazio libero, indipendente e accessibile a tutti, dove condividere opinioni senza filtri editoriali», racconta Andrea Gasperi. «All’inizio internet ci sembrava uno strumento capace di abbattere barriere e gerarchie, e vedere le proprie idee su uno schermo era quasi rivoluzionario. Molti progetti simili sono stati assorbiti e disintegrati dal Web 2.0 e dai social network, ma il fatto che DeBaser sia ancora vivo e coerente con lo spirito originario è, in questo senso, un piccolo miracolo».

La sfida della traduzione

Trasformare quel patrimonio in una “piazza globale” non è stato semplice. «Non bastava tradurre i testi: serviva rendere comprensibili sarcasmo e sfumature linguistiche senza snaturare lo stile originale», spiega Gasperi. «Abbiamo costruito un sistema personalizzato, frutto di test e aggiustamenti continui. L’IA non è un sostituto ma un compagno di viaggio: un laboratorio aperto, che cresce insieme alla community». La scommessa è culturale prima che tecnologica. «Un lettore di New York o Berlino resterà sorpreso dal nostro approccio diretto e comunitario, molto diverso dal modello anglosassone. Non si tratta solo di condividere la nostra voce con più persone: nel web di oggi non basta più affidarsi ai motori di ricerca, che tendono a inglobare i contenuti senza rimandare ai siti. Per sopravvivere e crescere bisogna costruire un’identità riconoscibile, che le persone scelgano consapevolmente di frequentare».

Piazza globale, melting pot creativo

Per Gasperi, aprirsi al mondo significa contaminazione: «L’umorismo e la spontaneità italiana che incontrano il pragmatismo anglosassone possono generare un dialogo inedito. Una piazza globale significa proprio questo: scambio, scoperta reciproca. E in fondo è anche un gioco: il bello sta nello scoprire cosa nascerà, senza volerlo controllare troppo».

Libertà senza pubblicità

A rendere DeBaser unico è anche la sua scelta radicale: niente banner, niente contenuti sponsorizzati, nessuna pubblicità mirata. Solo donazioni volontarie. «È prima di tutto una scelta etica», sottolinea Gasperi. «Accettare la pubblicità significherebbe trasformare il lettore in merce, costruire i contenuti pensando agli algoritmi pubblicitari e non alle persone. Ma sappiamo anche che le donazioni non bastano: se non ci fosse la società di sviluppo software che ci sostiene, il progetto non sarebbe economicamente sostenibile. Eppure riteniamo fondamentale coltivare un pubblico maturo, disposto a comprendere che la libertà e l’indipendenza hanno un costo. Altrimenti, ciò che sembra gratuito lo si paga con i propri dati e con la qualità di ciò che si legge».

Un futuro aperto

Dopo il libro pubblicato nel 2020 e il lancio della versione inglese, DeBaser non ha una roadmap precisa. E forse è proprio questo il suo segreto. «DeBaser è sempre stato un cantiere aperto, guidato dalla vitalità della comunità», dice Gasperi. «Abbiamo in mente nuove funzioni per facilitare la scoperta dei contenuti e strumenti che favoriscano il dialogo tra utenti di lingue diverse. Ma non vogliamo industrializzare nulla: preferiamo lasciarci guidare dalla curiosità e dall’energia della community. È proprio questa incertezza creativa che ci tiene vivi».

Da Bolzano al mondo

Che un’idea nata a Bolzano più di vent’anni fa oggi si apra a una dimensione globale, senza snaturare le proprie radici, ha un significato simbolico. «Old but not obsolete», conclude Gasperi con un sorriso. Così DeBaser, nel 2025, diventa molto più di un sito di critica musicale e culturale: è una resistenza digitale che da Bolzano parla al mondo, un laboratorio aperto dove la cultura non si piega agli algoritmi e la libertà di espressione non è in vendita.

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