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Ma l’etica veterinaria?

Il 3 settembre 2021 un guardiacaccia trova una volpe ferita a bordo strada in Alto Adige. E la uccide. 

Qualche anno dopo il Tribunale di Bolzano stabilisce che può farlo perché la Provincia che si vende come amante della natura lascia tranquillamente che siano professionalità non veterinarie a disporre della vita o della morte di un animale. Chissà se su questa “specialità”

IDM Marketing farà una campagna…

D’altronde perché mai fidarsi di anni di studio in scienze veterinarie quando hai i guardiacaccia? 

Di questa sentenza si è beata tantissimo l’Associazione Cacciatori Alto Adige. D’altronde, dal loro punto di vista, che un Tribunale ribadisca  il diritto di poter ammazzare degli animali è motivo di giubilo. 

Due passaggi del loro comunicano stampa sono esemplificativi. “Il giudice ha ribadito che non esiste un diritto/dovere di sottoporre a cura un animale selvatico, peraltro cacciabile, e il cui stato di conservazione non desta preoccupazione” è il primo. Il secondo è “La preparazione degli agenti venatori li rende competenti a prendere le decisioni di cui sopra”.

Loro, però, fanno i cacciatori. Quindi godono di quello che gli piace: non è che si può farne una colpa. Possono farlo perché il nostro territorio ha proprio queste regole che lo permettono. 

Il problema non sono i cacciatori ma è (ancora una volta) la nostra politica. 

È vero, con queste regole la vita degli animali selvatici cacciabili altoatesini vale quel che vale (“nessun dovere di cura”) e la professionalità dei veterinari è polverizzata dalla “preparazione degli agenti venatori”. Lo conferma persino un Tribunale che un corso, in questo caso, vale un alloro. 

A questo punto aggiungete due moduli e conferite ai guardiacaccia la laurea: porterà sicuramente consenso popolare.

Perché questo accade? Perché la politica degli animali selvatici in Alto Adige è appannaggio di pochissimi. Praticamente solo dell’Svp e, quando era in Provincia, di Luigi Spagnolli. I partiti italiani, per il resto, sono totalmente disinteressati. Prima gli assessori della Lega si guardavano bene dal mettere becco in questioni delicate per il vicino Maurizio Fugatti e oggi abbiamo Marco Galateo e Christian Bianchi di cui non ricordo proprio nulla, non dico a favore, ma quantomeno di interesse per gli animali in modo approfondito.

Le volpi non votano.

E i veterinari? Difenderanno la loro professionalità? Il presidente dell’Ordine Provinciale dei Veterinari Franz Hintner si è limitato, nel comunicato stampa dei Cacciatori, a sottolineare che “un animale ferito in conseguenze di incidente è un dovere sopprimerlo per porre fine alle sue sofferenze senza sottoporlo a trattamento sanitario”. Tautologia: è ovvio che l’accanimento non ha senso. Come se il nodo fosse realmente quello e non chi deve autorizzare la fine delle sofferenze.

Articolo 34 del Codice Deontologico dell’Ordine Professionale dei Veterinari: “L’eutanasia dell’animale rientra nell’etica professionale del Medico Veterinario… è responsabilità professionale del Medico Veterinario garantire che ciò sia fatto con il maggior grado di rispetto possibile”.

Se nemmeno sa quando avviene l’eutanasia come fa il veterinario a garantire questo Articolo? Responsabilità, appunto. 

Hintner dovrebbe ricordarlo ai guardiacaccia con forza anziché farsi inserire nei comunicati stampa come un mal riuscito spostamento di focus. 

Cosa ne pensano l’Ordine dei Veterinari nazionali e gli altri veterinari? 

In foto una volpe imbalsamata nella sede dell’Associazione Cacciatori. 

Ça va sans dire.

✍️ Alan Conti 

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