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Vettori, la Procura elenca le ipotesi di reato

La Procura della Repubblica di Bolzano ha diffuso oggi una nota ufficiale in merito al procedimento che coinvolge Carlo Vettori, presidente autosospeso del consiglio comunale di Bolzano e attualmente consigliere comunale. Nel comunicato si precisa che, su richiesta della Procura, il GIP ha convalidato il 22 ottobre il provvedimento di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare disposto in precedenza dalla Questura, accogliendo la richiesta di applicazione della misura cautelare che vieta a Vettori di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dai familiari e di comunicare con la compagna e i figli, anche tramite mezzi elettronici.

La Procura spiega che a carico dell’indagato si procede per i reati previsti dagli articoli 572 del codice penale (maltrattamenti aggravati dall’aver commesso il fatto in presenza di figli minori), 582 e 585(lesioni personali aggravate), 576 n.5 e 577 c.1 n.1 (lesioni aggravate nei confronti del convivente) e 635 (danneggiamento). Si tratta tuttavia di indagini preliminari ancora in corso, “finalizzate all’accertamento dei fatti – specifica la Procura – con salvaguardia del principio di innocenza fino al passaggio in giudicato di una eventuale sentenza di condanna”.

A stretto giro è arrivata la risposta del legale difensore di Vettori, avvocato Gabriele Repetto, che invita a “mantenere il giusto equilibrio” nella lettura della vicenda. «In relazione alle comunicazioni della Procura – precisa Repetto – è bene sottolineare che si tratta esclusivamente di ipotesi di reato, e come tali devono essere considerate. La vicenda in questione riguarda una lite familiare di natura privata, senza alcun tipo di aggressione fisica o violenta». 

L’avvocato spiega che l’intervento delle forze dell’ordine ha comportato un atto dovuto di allontanamento provvisorio dalla casa familiare, successivamente convalidato dal GIP su richiesta del Pubblico Ministero, che ha domandato l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento. «Anche questo – aggiunge Repetto – è un atto automatico e precauzionale previsto dal Codice Rosso in fase di indagine. Tuttavia, a nostro avviso non sussistono le condizioni per contestare il reato di maltrattamenti, né le esigenze cautelari che giustifichino la misura applicata».

Secondo quanto riferito dalla difesa, nei prossimi giorni sarà sentita la persona offesa, e all’esito dell’interrogatorio sarà presentata istanza di revoca della misura cautelare, previo parere del Pubblico Ministero. «Contiamo di poter chiedere la revoca già nei prossimi giorni – conclude l’avvocato Repetto – nella convinzione che l’esame dei fatti chiarirà la reale natura di quanto accaduto».

✍️ Alan Conti 

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