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Il CRAB festeggia 20 anni: un sogno che ha salvato 6.000 animali

L’associazione per il Centro di Recupero Avifauna a Bolzano celebra oggi i suoi 20 anni di vita. Nata da un’idea meravigliosa e importante oggi attende la nuova struttura nella zona di Castel Firmiano. Due decenni di sfide complicate e 6.000 animali salvati

Inizialmente furono sette pionieri con un’idea meravigliosa: considerare gli animali che abitano con noi un patrimonio da difendere e tutelare ovunque. In montagna, nelle valli e, logicamente, pure in città. Il Centro Recupero Avifauna, dunque, nasce da quello che era il cuore pulsante dell’associazione LIPU di Bolzano: Vincenzo Mulè (che oggi è anche presidente CRAB), Osvaldo Negra, Renato Sascor, Alberto Palmarin, Maurizio Azzolini, Maurizio Bedin e Davide Righetti. Era il 1999 e si resero conto, già allora, che il soccorso degli animali selvatici (indipendentemente dalle loro dimensioni) non poteva non avere una struttura di intervento. Organizzata ed efficace. Fino ad allora tutto era più estemporaneo con i piccoli animali rinvenuti che venivano affidate alle straordinarie mani dell’amorevole Frida Vienna. Nel suo piccolo appartamento nel capoluogo curava, accudiva e cercava di salvare centinaia di uccelli e piccoli mammiferi. Forse la città dovrebbe ricordarla maggiormente per quello che ha fatto. Una legge provinciale consentì al nuovo Centro di ottenere i primi contributi (seppur minimi) per la costruzione e la gestione di un Centro di Recupero. Non rimaneva che trovare il posto (corsi e ricorsi della storia locale). L’incontro fortuito con l’allora direttore della Giardineria Comunale Luigi Spagnolli (poi sindaco di Bolzano e Senatore della Repubblica) spalancò le porte all’area limitrofa alla Giardineria in via Rio Molino. Nacque il CRAB (Centro Recupero Avifauna Bolzano).

Quell’incontro con Durnwalder alle 4 del mattino

Il resto è storia più recente con la costituzione di un’associazione con sede nel capoluogo (chiaramente Onlus, oggi Odv) e gli anni passati a combattere contro la burocrazia per ottenere qualche aiuto pubblico. Particolarmente significativo fu l’incontro avuto da Mulè e Azzolini con il presidente provinciale Luis Durnwalder alle 4 del mattino. Il Landeshauptmann aveva molti impegni ma il CRAB aveva un obiettivo forte e preciso. Fu presentato il progetto per avere il sostegno dell’intera giunta. Nel tempo, intanto, sono stati differenti i cambi nella struttura del direttivo dell’associazione (dove sono passate anche figure importanti del mondo della tutela degli animali come Lisa Terzariol, Raffaele Luchin, Claudio Calissoni e Gabriele Simonini) e sono state tante le difficoltà tecniche, logistiche e strutturali affrontate. Spesso superate con brillantezza.

L’amore costante dei bolzanini e la struttura obsoleta

Una cosa che ha contraddistinto il CRAB, comunque, è stato il costante appoggio dei cittadini capaci di salutare con affetto un’attività sempre corposa: circa 300 animali curati e ricoverati all’anno. In 20 anni sono circa 6.000 gli esseri viventi che hanno avuto un presente e un futuro migliore grazie all’associazione e all’abnegazione dei tanti volontari. Il tutto in una struttura obsoleta come quella di via Rio Molino: senza servizi igienici, con l’acqua che ghiacciava di inverno, senza parcheggi e con il tetto della vecchia serra che lasciava percolare l’acqua piovana a ogni rovescio. Contesto difficile che non ha mai scoraggiato i cento volontari che si sono succeduti in due decenni fino alla chiusura, ormai obbligata, del 2018. Un sogno che sembrava finire. Un sipario.

Un nuovo futuro

Fortunatamente la città e molte associazioni hanno insistito ciclicamente con la politica sottolineando la necessità di un Centro di Recupero simile nella città di Bolzano. LAV avviò una raccolta firme con migliaia di adesioni ma appoggi diretti arrivarono anche da WWF, ENPA e molte altre. Un fronte non sempre unico come quello dell’associazionismo diventò, per il CRAB, un monolite deciso e convinto. Seppur con lentezza la macchina amministrativa si è mossa e ora, in attesa dei tanti nullaosta provinciali, dovrebbe avere un futuro nella nuova area di Castel Firmiano. Un lavoro infaticabile cui va dato merito al vecchio direttivo (formato, oltre all’attuale presidente Mulè e al presidente uscente Simonini, da Katia Zanoner, Francesco Vigila, l’avvocato Francesco De Guelmi, Giulia Gottardi e Clara Stenico). Comune e Provincia, dunque, hanno stretto un patto per regalare a Bolzano il Centro che merita con un progetto già in fase molto avanzata. Prezioso l’appoggio dell’assessora comunale all’ambiente Chiara Rabini e tutto il suo staff così come l’appoggio dell’Ufficio Faunistico della Provincia. Sembrava un sogno, è diventata una possibilità: presto sarà realtà. La festa, insomma, è doppia.

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