Cenone in Alto Adige, quando ordinanza e interpretazione dicono due cose diverse
BOLZANO. C’è un passaggio della nuova ordinanza provinciale che, di fatto, sembrerebbe sdoganare i pranzoni o i cenoni famigliari a Natale e Capodanno salvo essere interpretata in modo contrario nella sintesi delle norme fornita dalla stessa Provincia.

Al punto 2 degli spostamenti, infatti, l’ordinanza recita: “Durante le festività è fortemente raccomandato di limitare gli incontri ai soli parenti stretti (nonni, genitori ovvero partner e figli) e, al massimo, a due ulteriori persone non conviventi”. Una formulazione che, in italiano, crea più di qualche dubbio interpretativo. Anzitutto l’ovvero (che, rispetto al parlato comune, in realtà ha funzione disgiuntiva e non esplicativa) tra parentesi dovrebbe imporre, appunto, una disgiunzione tra nonni e genitori oppure partner e figli. In sostanza ci si può incontrare o con i nonni/genitori o con i partner e figli. Non insieme.
È la seconda parte, però, che apre alle tavolate perché la “e” è evidentemente una congiunzione e “ulteriori” significa “che si aggiunge alle precedenti”.
Quindi, interpretando alla lettera l’ordinanza, la Provincia raccomanda di incontrare durante le festività solo i parenti stretti (nonni e genitori oppure partner e figli) cui si possono aggiungere al massimo due persone. Una famiglia media di 4 persone può aggiungere i due nonni e due persone esterne arrivando facilmente a 8. Quando per giorni nei bar e nei ristoranti ci si poteva sedere al massimo in 4.

Nelle slide di interpretazione realizzate dalla stessa Provincia, però, si spiega qualcosa di differente: “Tra il 24 dicembre e il 6 gennaio sarà possibile incontrare i parenti stretti (partner, figli, genitori, nonni) residenti all’interno del territorio provinciale. Forte raccomandazione a non accogliere presso la propria abitazione più di due persone non conviventi”. Il concetto di ulteriori viene totalmente bypassato. Quindi la formula è “parenti più due ulteriori non conviventi” o “non più di due non conviventi parenti compresi”? Perché il calcolo del numero complessivo di persone raccomandate cambia parecchio tra le due.
Ovviamente trattandosi di raccomandazione il passaggio non ha alcun valore impositivo ma viene da domandarsi perché nell’ordinanza (che é l’unico documento ad avere valore) non sia stata usata una formula più chiara come quella presente nella sua interpretazione.
Alan Conti
AGGIORNAMENTO ORE 8.21: La slide pubblicata dalla pagina Facebook del presidente Arno Kompatscher lascia intendere come l’interpretazione più veritiera sia quella dell’ordinanza provinciale (l’unica valida). Pur non specificando mai in modo numerico la quantità totale di persone raccomandate.
