La Croazia ha davvero disputato un gran Mondiale?
Modric è sublime e merita il gotha dei migliori di sempre. Brozovic e Kovacic hanno tocchi e geometrie così come Gvardiol è certamente un difensore di probabile avvenire (ma costa già tantissimo). Tutto vero. Ma è anche vero che la Croazia ha disputato un grande Mondiale?
di Alan Conti
Si sa che il risultato, nel calcio, ha sempre ragione. Si sa anche che spesso trascina con sè la retorica eppure guardando partita per partita Qatar 2022 non è stato esattamente un torneo esaltante per la Croazia come lo fu in Russia quattro anni fa. Vero che la nazione è molto piccola e, in proporzione, ha qualità da stropicciarsi gli occhi ma fermandosi alle prestazioni possiamo anche scendere di un piolo la scala dell’esaltazione.
LA FASE A GIRONI: CROAZIA GRAZIATA DA LUKAKU
Nella fase a gironi la Croazia non ha scalfito il muro del Marocco (e come lei tante uscite molto prima) poi, nella gara decisiva, è stata graziata da Lukaku nel pareggio con il Belgio e ha conquistato l’unica sua vittoria di questo Mondiale contro un Canada fragilissimo in difesa che, comunque, l’aveva spaventata passando in vantaggio (il 4-1 finale è giusto ma un filo esagerato). Peraltro l’unica vittoria croata è arrivata contro l’unica squadra che non ha fatto nemmeno un punto nella competizione (sorvoliamo volutamente sul Qatar).
IL GIAPPONE E QUEI RIGORI
L’ottavo di finale con il Giappone è stato, sostanzialmente, pari e patta con i nipponici in termini di intensità. Ha fatto la differenza la freddezza dai rigori (che, per carità, è una qualità). È lecito, tuttavia, aspettarsi qualche grado di separazione tra i vicecampioni del mondo e il Giappone (vero che gli asiatici hanno battuto la Germania fortunosamente e la Spagna scesa in ciabatte ma hanno anche perso con il Costa Rica).
IL SUICIDIO DEL BRASILE
Ai quarti di finale quello che viene definito il capolavoro degli uomini di Dalic sembrerebbe più un suicidio di quelli di Tite. La Croazia ha serrato le fila a ha mantenuto la testa fredda grazie al suo centrocampo senza finire divorata dalle vampate del Brasile. Vero. Però il contropiede concesso al tramonto del supplementare dalla Selecao è stato più uno svarione che un’invenzione. Ai rigori solo applausi per Livakovic e i tiratori ma una certa leggerezza di troppo del Brasile è più atavico difetto dei sudamericani che pregio messo in campo dai croati.
L’URAGANO ARGENTINA CONTRO LA CROAZIA
La semifinale è durata una porzione del primo tempo. Una volta tracimata l’Argentina è emersa la pochezza in attacco dei croati (Kramaric non punge mai e la favola di Petkovic che vola dalla serie C all’olimpo mondiale è, appunto, una favola). Stranamente si è vista anche una certa friabilità volitiva (e di certo il carattere non fa difetto a questa nazionale). Il lamento legato al rigore o al mancato corner sa più di alibi che di spiegazione. Era solo l’1-0 con ancora molto tempo da giocare: se questo taglia le gambe, forse, è proprio per una certa coscienza del mancato attacco.
UN BILANCIO DA…MEZZA CLASSIFICA
Tirando la riga del bilancio, dunque, stando alla stretta matematica possiamo dire che la Croazia nei tempi regolamentari ha vinto una sola partita pareggiandone 4 e perdendone un’altra. In 6 partite, insomma, avrebbe conquistato 7 punti: con un paragone improprio nella nostra Serie A sarebbe stata appena decima dopo 6 giornate. Senza particolare infamia ma nemmeno senza sperticate lodi. Il tutto con un equilibrio totale nella differenza reti pari a 0 con 6 gol segnati e 6 subiti (dato molto viziato dal 4-1 al Canada). Non significa che la Croazia non abbia fatto comunque un buon Mondiale sapendo valorizzare al meglio le proprie qualità ma ci ha anche abbinato una discreta dose di fortuna nell’imprecisione o lassismo avversario. L’aggettivo “grande” sarebbe francamente troppo.