Mangiare biologico, istruzioni per l’uso e per il portafoglio
Biologico è meglio. Ma quanto costa? Facciamo i conti in tasca ad una famiglia di 4 persone che si alimenta solo con cibo biologico ed intende seguire uno stile di vita sostenibile, in tutti gli aspetti della propria vita
Sono le 07.00 di un lunedì mattina ed il suono della sveglia desta la nostra famiglia, che non vede l’ora di iniziare la giornata con una buona colazione.
I genitori scelgono una bevanda al latte di cocco e dei semplici fiocchi di cereali, mentre i due bambini sorseggiano succo di frutta accompagnato da un croissant. Il tutto – rigorosamente organico- costa alla famiglia dal 45% al 100% in più rispetto ad una spesa convenzionale. Non proprio quello che si dice un “buongiorno”.
IL CIBO BIOLOGICO PUO’ COSTARE FINO AL DOPPIO DI QUELLO CONVENZIONALE
Girovagando tra le corsie di supermercati e negozi specializzati, scopriamo che la differenza di prezzo tra i prodotti convenzionali e i loro omologhi biologici può avere una forbice di variazione dal 10% fino al doppio del prezzo. Cosa fa la differenza? A seconda che si scelga la cosiddetta private label, -cioè i prodotti venduti con il marchio privato del supermercato- o che si opti per un marchio più blasonato, il divario nella spesa può essere notevole.
All’ora di pranzo, quando la famiglia si riunisce, la tradizione italiana propone un pasto a base di pastasciutta, verdure, frutta e pane. Ebbene, scegliere alimenti biologici in questo caso può costare fino ad un 50% in più. La componente vegetale del piatto è quella che pesa di più sul portafoglio, pur rivolgendosi alla grande distribuzione invece che alla bottega sotto casa, mentre la pasta non cresce in molti casi più del 10% al kg. Volendo cucinarsi da sé una buona pagnotta nel proprio forno, bisogna tenere presente che il costo della materia prima può facilmente essere più del doppio dell’alternativa convenzionale.
PROTEINE E VERDURE SONO LE PIU’ CARE
Grandi e piccini gradiscono uno spezza-fame per non arrivare a cena con lo stomaco vuoto? La merendina biologica ci costa in genere il 100% in più di quella convenzionale.
Finalmente, il pasto della sera: petti di pollo biologico con patate, pane, frutta e dessert per finire in dolcezza. Per mantenere fede ai nostri principi verdi, in 4 persone spendiamo ben 44 € invece di 29 €.

PRANZO E CENA BIO COSTANO OLTRE IL 40% IN PIU’
Andando a curiosare nella dispensa della nostra famiglia consapevole troviamo che perfino lo scatolame è biologico, il che comporta un esborso mediamente più alto rispetto al convenzionale del 40%.
Ecco, quindi, che su un rifornimento settimanale che prenda in considerazione solo il pranzo e la cena, possiamo passare da una spesa di 170 euro ad un esborso di 240, verificando un incremento maggiore del 40% senza aver comprato cibi già trasformati, ma solo le materie prime necessarie a comporre il pasto.
ANCHE LE CERTIFICAZIONI BIOLOGICHE INCIDONO SUL PREZZO
Almeno il bagno e la zona lavanderia, però, fanno eccezione: il pulito organico non costa per forza di più, ma si allinea in molti casi all’offerta dei brand convenzionali più noti.
Cosa ci attrae nel biologico e perché a questa etichetta corrisponde un costo maggiorato? Nell’agricoltura come nell’allevamento estensivi e non intensivi la quantità di terreno necessaria per operare è decisamente maggiore a causa delle rese inferiori rispetto alle attività convenzionali. Inoltre, in agricoltura organica la possibilità di trattare i campi e la scelta dei fitofarmaci è limitata: la conseguenza può essere la perdita di un già più esiguo raccolto. Inoltre, il costo delle certificazioni rappresenta un ulteriore aggravio nel bilancio degli addetti. Tra costi annuali e per ettaro, o in base al tonnellaggio di prodotto gestito, la spesa per i bollini verdi incide anch’essa sul prezzo finale al consumatore, che diventa sempre più consapevole di come la qualità degli alimenti che consuma possa influenzare la sua salute e, a sua volta, di quanto il suo stile di vita incida sull’ambiente.
SCEGLIERE IL BIOLOGICO, MA CON CONSAPEVOLEZZA E LUCIDITA’
Insomma, il bio sembra costare per forza molto più del convenzionale. E’ sempre così? Non è detto: surfando tra le offerte commerciali della grande distribuzione come pure online, si possono trovare delle occasioni di risparmio, soprattutto su grandi quantità. Anche i gruppi di acquisto solidale possono costituire una alternativa a prezzo più contenuto. Nella ricerca, una certa attenzione va posta alla dicitura nelle etichette: un prodotto definito “naturale”, infatti, non è per forza biologico, anche se l’associazione pare intuitiva. Inoltre, da tenere presente che un prodotto pur biologico, ma non di stagione e magari proveniente dall’altro capo del mondo, non fa certo meglio all’ambiente di una alternativa convenzionale.
Almeno per gli ortaggi, la frutta e le uova una buona soluzione è sempre quella di rivolgersi ad un contadino di fiducia, se non addirittura quella di crearsi un orto fuori casa. In questo caso le materie prime non saranno certificate biologiche ma certamente a Km 0 e prodotte con metodi non intensivi. Lo stesso discorso vale per gli allevamenti locali, da cui procurarsi della carne che ci dia maggiori certezze. Per chi abita in città sono comunque numerosi i servizi – anche online, come Cortilia – che possono consegnare merce proveniente da fornitori non industriali.
ANCHE L’ABBIGLIAMENTO PUO’ ESSERE BIO
E per vestiti ed accessori, come si fa? I brand che propongono abbigliamento organico per donna, uomo e bambini sono oramai parecchi e a questi fanno eco i marchi più popolari che da qualche anno hanno inserito delle linee bio nelle proprie collezioni. Volendo essere ancora più ecologici, c’è il second hand, che ridà vita a capi che altri hanno dismesso. Attenzione, però, alle emissioni di C02 collegate alla rivendita e spedizione dei capi: non sempre ciò che è bio è anche sostenibile.