Coniugi scomparsi a Bolzano: si indaga sul telefono spento da Benno

BOLZANO. Un buco dalle 21.20 alle 21.57. Sarebbe questo il lasso di tempo determinante, seguendo un filone delle indagini, per comprendere che fine abbiano fatto i corpi di Peter Neumair e Laura Perselli. Secondo il Corriere dell’Alto Adige è l’intervallo in cui il telefono cellulare del figlio della coppia Benno Neumair sarebbe stato spento ricomparendo agganciato alla cella di ponte Resia a Bolzano. Elementi che vanno appaiati a quelli forniti dalle telecamere che riprendono l’auto di Benno alle 21 a ponte Roma e alle 22 nei pressi della Galleria di Laives. Un tratto che non richiede un’ora di transito. Cosa è successo in mezzo? Benno avrebbe spiegato di aver imboccato la strada dell’inceneritore fermandosi al laghetto dei pescatori per ascoltare un po’ di musica da solo e rilassarsi. Spegnendo il telefono in un luogo molto significativo per lui.

C’è poi il quadro delle tracce di sangue cercate dagli specialisti del Ris di Parma. Oltre a quelle trovate sul ponte di Vadena nei pressi del Safety Park (che corrisponderebbero secondo il giornale al dna di Peter Neumair) altre tracce sarebbero state rinvenute sulla portiera sinistra della Volvo V70 grigia di famiglia, a casa dell’amica di Benno ad Ora e nei tubi della casa di via Castel Roncolo (in realtà piuttosto comune nella casa di chiunque). Oltre all’appartamento della famiglia sono stati analizzati dal Ris anche il piccolo alloggio al piano di sotto di cui i Neumair avevano le chiavi (controllata una parete riverniciata da poco con il luminol) e la cantina. Tutte le tracce andranno poi analizzate a Parma (potrebbero volerci diversi giorni) e questo é un passaggio fondamentale. Non è detto, infatti, che siano recenti, corrispondenti al dna dei genitori o anche solo inusuali per il posto in cui sono state rinvenute (in bagno per esempio è comune trovarne).

Il flacone dell’acqua ossigenata acquistato da Benno qualche giorno dopo la scomparsa dei genitori è un altro elemento su cui gli inquirenti stanno indagando. Una ragazza badiota ventenne che lo avrebbe accompagnato ad acquistarlo nel negozio potrebbe essere presto ascoltata.

Intanto il procuratore Giancarlo Bramante frena: “Abbiamo un’ipotesi e stiamo verificando se sia fantasiosa e veritiera. Il fatto che non ci siano misure cautelari significa che è ancora tutto da costruire” le sue parole al Corriere.

Un’altra pista legata all’avvelenamento viene infine lanciata oggi dal giornale Alto Adige in modo evidente. Non vengono narrati, tuttavia, gli elementi a supporto di questa ipotesi supposta.

Alan Conti

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