Vaccini, tutti i pericoli del trasporto: tecnologia fondamentale
MILANO. Uno dei motivi che rallentano la fornitura di vaccini si annida nella difficoltà del trasporto. Non l’unico, chiaramente. Tuttavia il passaggio dall’azienda produttrice ai centri di somministrazione (passando per gli snodi di distribuzione) è molto delicato. Basta un minimo inadempimento della procedura, un guasto ai congelatori o l’interruzione della catena del freddo sono tutte minacce molto concrete.
Per questo motivo sono state adottate soluzioni tecnologiche per un maggiore controllo come dei sensori che controllano costantemente la temperatura di tutte le fiale. Attraverso datalogger i questi device vanno configurati prima del viaggio impostando la frequenza di salvataggio della temperatura (per esempio ogni 10 secondi o ogni minuto). Il controllo avviene via bluetooth su terminal mobili con contestuale trasferimento dei valori in un cloud. Sensori sono poi applicati anche nelle stanze di stoccaggio. Tutto affiancato da un sistema di etichettature e codici che garantiscono massima tracciabilità.
Gli stessi camion sono spesso dotati di sistemi autonomi di controllo della temperatura di ogni singola sezione del mezzo (tecnologie sviluppate negli anni in trasporti di altri medicinali dalle caratteristiche simili). Le difficoltà specifiche di questo trasporto, però, sono i valori molto bassi di conservazione di alcuni vaccini (per esempio il Pfizer tra i -80 e i -60 gradi) e la rapidità con cui ne è richiesta la distribuzione su tutti i territori. Due fattori che non si erano mai incrociati con questa proporzione.
Altro capitolo è la sicurezza in senso stretto dei carichi (cioè evitare che vengano rubati). I camion sono tutti geolocalizzati in ogni secondo con tecnologie gps di controllo. Spesso scortati dalle forze dell’ordine.
Alan Conti
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